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"Occorre avere pazienza, perché non arriva tutto subito"

Coraggiosa, diretta e amante degli animali: Rossella Brenna, Amministratore Delegato di Unes, racconta la sua storia a Tgcom24

Non sopporta le discriminazioni e ha ben chiari i propri principi e i propri valori: Rossella Brenna, Amministratore Delegato di Unes, non si è mai arresa ai condizionamenti culturali, ma ha sempre lottato per quello in cui credeva.

Rossella Brenna, Amministratore Delegato di Unes

 

Ciao Rossella, sono veramente molto curiosa di fare due chiacchiere con te. Occupi un posto di grandissima importanza in un settore, quello della Grande Distribuzione Alimentare, che in questo periodo è ancor più strategico e fondamentale di sempre.
E’ un periodo particolare, in effetti, anche se in realtà la mia vita non è stata stravolta dal coronavirus più di tanto. Lavoro sempre moltissimo, facendo orari  impegnativi e dovendo rinunciare a quasi tutta la mia socialità. D’altra parte, c’è sempre qualcosa da fare, da migliorare, da inventare. E’ un continuo divenire ed è molto sfidante, lo ammetto; d’altra parte io sono una perfezionista, fa parte del mio carattere, quindi mi impegno sempre al massimo. Non dimentico mai, questo lo sottolineo, che dalle mie decisioni e dalle mie azioni dipendono le sorti dell’azienda, il che significa avere ben chiara la responsabilità sulle oltre tremila persone e relative famiglie che lavorano nel Gruppo: un aspetto del quale sono sempre assolutamente consapevole e su cui ho una spiccata sensibilità.

 

Sei una donna importante in un ruolo apicale. Ti immaginavi così da bambina?
Assolutamente no! Ho sempre amato molto gli animali, al punto che dopo la maturità avrei voluto iscrivermi alla facoltà di veterinaria. Rimasi però sorpresa nel sapere che nel piano di studi era prevista una visita al macello, cosa per me assolutamente insopportabile. Decisi quindi di provare a entrare in Bocconi; superai il test di ammissione e cominciai a studiare gestione aziendale e marketing, con un interesse versa la Grande Distribuzione che maturò pian piano fino a farmi decidere per una tesi proprio in questo argomento, che stesi con il prof. Daniele Fornari, docente universitario e consulente aziendale, col quale ancora oggi sono in contatto.

 

Dall’università all’azienda: un passaggio naturale?
Ancor prima di terminare gli studi e di scrivere la tesi, fui accolta in una importante azienda di consulenza aziendale, che aveva tra i maggiori clienti anche una catena della GDO. Mi occupai di un progetto legato alla gestione degli spazi espositivi di vendita e poi entrai in una multinazionale americana come Category Manager. Tuttavia, il richiamo della grande distribuzione non tardò ad arrivare: un mio ex collega, che era stato assunto in una  grande catena di Grande Distribuzione italiana leader nel Nord Italia, mi chiamò ed iniziai un nuovo percorso professionale estremamente sfidante e di grandissima soddisfazione.

 

So che il progetto sul quale hai lavorato ha in qualche modo influenzato i nostri comportamenti di acquisto.
Il figlio del fondatore dell’azienda ebbe l’intuizione di voler mappare i comportamenti di acquisto dei clienti e attraverso la carta fedeltà iniziammo a raccogliere i dati, fondamentali per capire in che modo agivano i nostri clienti, la cosiddetta “profilazione”, tenuto conto che la quasi totalità degli acquirenti possiede e usa la carta fedeltà. Fu un progetto fantastico e faraonico per i tempi, erano gli inizi degli anni '90: si trattava di elaborare milioni di dati e di capire quali esattamente fossero le informazioni sulle quali intendevamo lavorare. Comunque, potevamo contare su un vantaggio competitivo enorme, visto che fummo sostanzialmente i primi e che investimmo ingenti risorse in tecnologia e informatica. 

 

Poi però hai deciso di cambiare: cosa accadde?
Dopo la seconda maternità e dieci anni di carriera, decisi che era arrivato il momento di affrontare nuove sfide ed accettai la proposta di Unes, dove inizialmente fui chiamata per occuparmi di marketing strategico. Successivamente mi fu affidata la Direzione Marketing e Comunicazione, poi la Direzione Vendite e infine entrambe. 

 

Una carriera importante.
Non ci avrei scommesso, ma il proprietario di Unes, Marco Brunelli, imprenditore di lungo corso nella GDO  mi volle nel ruolo di Amministratore Delegato a seguito del cambio al vertice di Unes. Quando me lo comunicò, credevo scherzasse e cercai di rifiutare perché non mi ritenevo all’altezza del ruolo, ma alla fine occorre saltare sul treno quando passa. Non molto tempo fa, dopo la presentazione dei risultati del primo trimestre 2020, vedendo i risultati dell'azienda il Patron ha ribadito che, come sempre, aveva avuto ragione e che ci aveva visto giusto. In effetti, non posso dargli torto.

 

Carriera e famiglia: non è stato facile, dunque.
No, non lo è stato assolutamente. Adesso le mie ragazze sono grandi, Matilde ha 20 anni e Ortensia 18, ma quando erano piccole ho dovuto mettere in campo qualsiasi risorsa disponibile per gestire la famiglia: asili nido e baby sitter, che non sono tuttavia bastati a far tacere i sensi di colpa. Non è stato facile anche perché sono stata una mamma single per molti anni e in questa condizione le difficoltà da superare sono state davvero moltissime. Adesso è diverso anche perché mi sono sposata cinque anni fa: mio marito, che è un imprenditore, è un ottimo compagno anche se, come in tutte le famiglie, non manca il confronto, a volte anche acceso, ma sempre costruttivo.

 

Il tuo senso del dovere è palpabile, ma cosa altro mi puoi raccontare di te?
Ho un carattere spigoloso e difficile, sono assolutamente poco diplomatica ed estremamente diretta, non sopporto le discriminazioni di sesso e di genere, amo trascorrere il tempo libero in montagna con mio marito o con le mie figlie e soprattutto, come detto, adoro gli animali. Adesso abbiamo tre cani,  un gatto e due cavalli. Frequento i maneggi  perché le mie figlie fanno equitazione e partecipano ai concorsi ippici.

 

Covid 19 e Unes: considerazioni?
Per noi è stato molto importante fornire un servizio alla collettività in questa emergenza e andiamo fieri del nostro operato e di quello dei colleghi in Vendita. Abbiamo da poco inaugurato un servizio “Click, ritira la spesa”, per ora attivo solo per il punto vendita di Lissone e Zelo Buon Persico, che sta funzionando molto bene e che confidiamo di potenziare in maniera importante nei prossimi mesi per dare una opportunità in più ai nostri clienti. Inoltre, amplieremo la catena di punti vendita a marchio VG, Il Viaggiator Goloso, che al momento sono cinque, ma che hanno una crescita di fatturato importante; e poi naturalmente vedremo come andranno le cose col passare del tempo, ma abbiamo altre idee e progetti che bollono in pentola.

 

Un suggerimento alle donne che vogliono fare carriera?
Non bisogna arrendersi al condizionamento culturale, che spesso è anche familiare, anche se non necessariamente dichiarato. Non bisogna mollare, ma allo stesso tempo avere ben chiari i propri valori e i propri principi. Gli obiettivi possono anche cambiare col tempo, ma i valori no e la propria determinazione non deve lasciare il posto a quello che dicono o pensano gli altri. Occorre avere pazienza, perché non arriva tutto subito e qualche boccone amaro purtroppo si deve inghiottire, ma se si è disposti a lottare per quello che si vuole ottenere questo non può essere un problema. D’altra parte, ricordiamoci che ogni scelta è una rinuncia e questa è una grande verità.

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