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Christian Dior: sulla passerella di Alta Moda sfila il nuovo realismo della maison

L'Haute Couture della casa francese rende omaggio al passato e porta in pedana il primo atto senza il direttore creativo Raf Simons

Christian Dior: sulla passerella di Alta Moda sfila il nuovo realismo della maison - foto 1
agenzia

Al secondo giorno della Haute Couture di Parigi, dopo gli show di Atelier Versace e di Schiaparelli, va in scena il primo atto di Christian Dior senza Raf Simons, il designer che a sorpresa ha dato le dimissioni dal brand lo scorso autunno.

Christian Dior: sulla passerella di Alta Moda sfila il nuovo realismo della maison

A calcare la pedana c'è la donna parigina di oggi, spontanea e informale. La sua eleganza couture è riletta in chiave moderna dal team stilistico interno che, rimasto orfano del direttore, ha preso in mano le redini della direzione creativa e ha scavato negli archivi dell'atelier.

In passerella, per la Primavera/Estate 2016, sfilano giacche Bar rivisitate nella fisionomia e nei materiali, da portare chiuse o aperte. I volumi, quasi come in un regime di libertà creativa, diventano più ampi e fluidi, le spalle si scoprono e sono molto sensuali. I tagli e le scollature, inaspettatamente astratti e asimmetrici, sembrano dare il benvenuto al nuovo realismo della maison.

Sugli abiti e sulle collane imperano i simboli e gli charm, che rendono omaggio a quella grande superstizione di Monsieur Dior. E alla sua cieca fiducia nelle stelle buone.

Sopra ogni cosa, nell'Alta Moda del marchio tengono banco le ruches e i ricami artigianali che vantano un'allure contemporanea e creano seducenti giochi di vedo-non-vedo. Le maglie tricot sono lavorate come pizzi leggerissimi. Sulle giacche e sulle gonne - midi a pannelli o mini a corolla - esplodono decorazioni di piume che talvolta lasciano spazio al luccichio di cristalli e paillettes. Gli abiti, lunghi e in chiffon, si alternano a dress bustier e a cappotti doppio petto, dall'anima rigorosa e sartoriale.

Sullo sfondo della collezione vige una scenografia di specchi in cui le donne appaiono e scompaiono, sotto tutte le angolazioni. E si riflettono all'infinito, quasi come a voler esplorare una nuova maniera di costruire l'abito e di indossarlo.