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Santa Lucia, i Re magi e altri: chi sono i “colleghi” di Babbo Natale

Chi sono i personaggi natalizi che, per tradizione, portano doni ai bambini in tutto il mondo: la loro storia e come accoglierli in casa

Babbo Natale: chi sono i suoi "concorrenti"?

Non solo Gesù Bambino, San Nicola e Santa Lucia: portano doni anche i Re Magi, Nonno Gelo e altri.

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Babbo Natale porta doni a tutti i bambini del mondo nella notte tra il 24 e il 25 dicembre. Ma non è il solo dispensatore di strenne: lo sanno bene i piccoli delle province di Bergamo, Brescia e Verona, i quali sono abituati a ricevere i loro giocattoli nella notte tra il 12 e il 13 dicembre per mano di Santa Lucia.

E, scendendo più a Sud, la festa comincia qualche giorno prima, il 6 dicembre, grazie a San Nicola. Per non parlare del personaggio forse più importante di tutti, ovvero Gesù Bambino, il quale, oltre a fare dono di se stesso a tutta l’umanità, contende a Babbo Natale la consegna dei regali nella notte di Natale. E all’estero? Si va da Nonno Gelo, in Russia, ai Re Magi in Spagna e in Messico. Vediamo allora chi sono i principali “colleghi” di Babbo Natale in Italia e non solo.

BABBO NATALE – Di lui ormai si sa tutto o quasi: sappiamo che ha la barba bianca, che è decisamente sovrappeso e che vive il Lapponia, dove ha la sua magica fabbrica di giocattoli e l’ufficio postale più efficiente del pianeta. Una schiera di elfi lo aiuta nella costruzione dei giochi richiesti dai bambini di tutto il mondo, mentre le renne magiche si allenano sotto la guida della simpatica capo-renna Rudolf per prepararsi a una frenetica notte di consegne tirando la slitta volante. Preoccupati da un compito così faticoso, molti bambini lasciano a Babbo Natale una merenda accanto al camino: di solito latte e biscotti, senza dimenticare qualche carota per rifocillare le renne. Considerando la quantità di famiglie in cui fa tappa, questi ripetuti spuntini potrebbero essere la ragione per cui è così in carne. 


GESÙ BAMBINO – Il portatore di doni, per eccellenza, il quale ha fatto dono di se stesso per salvare l’umanità intera, non può che contendere a Babbo Natale il compito di portare doni ai bambini. La tradizione però ha una storia curiosa: sembra risalire a una tradizione germanica del Cinquecento, introdotta da Martin Lutero e dai Riformatori per contrastare il ruolo di Santa Klaus. Per far sì che i bambini associassero la venuta di Gesù sulla terra a emozioni di gioia e di gratitudine, le famiglie che aderivano alla Riforma bandirono San Nicola e introdussero la consuetudine di attribuire a Christkind, ovvero Gesù Bambino, l'usanza dei doni natalizi.

SAN NICOLA – Antesignano di Babbo Natale è San Nicola, personaggio molto venerato e patrono della città di Bari. Nicola di Mira nacque in una data incerta fra il 260 e il 280 d.C. Dopo la morte dei genitori, uccisi dalla peste, utilizzò il suo patrimonio per sfamare i bisognosi: la leggenda vuole che lasciasse i suoi doni calandoli dal camino, per non mostrarsi e per non imbarazzare chi li riceveva. In particolare, San Nicola è considerato protettore dei bambini, oggetto di alcuni dei suoi miracoli più famosi. La storia racconta che donò tre mele a tre piccoli così poveri da non avere nulla da mangiare: nella notte le tre mele divennero d’oro, permettendo alle famiglie di ricavarne quanto necessario alla loro sopravvivenza. Da qui la diffusa consuetudine di regalare ai bambini mele, anche decorate, insieme ai giochi più desiderati, il giorno del Santo, il 6 dicembre. La tradizione vuole che San Nicola vesta di rosso, abbia una lunga barba bianca e porti sul capo la mitra vescovile, elementi iconografici che lo avvicinano molto a Babbo Natale. San Nicola è molto venerato in Olanda con il nome di Sinterklaas. 

SANTA LUCIA – Una santa amatissima dai bambini di parte dell’Italia settentrionale, perché dispensatrice di doni anticipando Babbo Natale. Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, la più lunga dell’anno, i bambini vanno a letto presto per non intralciare il lavoro della santa che, accompagnata da un asinello, gira per le case e consegna doni e giocattoli.  La tradizione vuole che i bambini non debbano vederla per nessuna ragione: in caso si senta qualche rumore sospetto, il consiglio è infilare la testa sotto il cuscino e fingere di dormire. Santa Lucia è legata al culto della luce: il suo stesso nome deriva dal latino lux, che significa appunto luce. Nei Paesi Nordici, la tradizione vuole che in ogni casa, la figlia maggiore si alzi quando è ancora buio, indossi una veste bianca e porti in testa una corona di fronde versi ornata da sette candele accese: accompagnata dalle sorelle più piccole vestite con una camicia bianca, sveglia il resto della famiglia e serve loro i tipici dolcetti preparati apposta per la festa. 

I RE MAGI – Gaspare, Melchiorre e Baldassarre giunsero dal lontano Oriente per portare oro, incenso e mirra in dono a Gesù Bambino. Per questo sono loro, in Spagna, in Messico e in molte regioni ispanofone, a portare doni e dolciumi ai bambini nella notte dell’Epifania. In molte città sono organizzate imponenti cortei guidati da Los Reyes Magos. 


IN RUSSIA: NONNO GELO – I bambini russi aspettano invece il passaggio di Ded Moroz, ovvero Nonno Gelo, tradizionale portatore di doni nel folclore natalizio russo e, per influsso della politica sovietica, anche nei Paesi fino a qualche decennio fa, negli altri Paesi dell’area comunista, come Polonia, Bielorussia, Repubblica Ceca. Nonno Gelo è la personificazione dell’inverno e di solito è rappresentato come un vecchio dalla lunga barba bianca, vestito di bianco oppure di blu, con uno scettro in mano e accompagnato dalla giovane e bella nipote, chiamata Fanciulla della Neve, che invece rappresenta la promessa della primavera. Nonno Gelo distribuisce i suoi doni nella notte di Capodanno. 


THE ELF ON THE SHELF – Non è propriamente un portatore di doni, ma i bambini americani sanno bene che dal giorno del Ringraziamento a Natale devono fare molta attenzione al loro buon comportamento perché nelle case entra “l’elfo sulla mensola”, incaricato di sorvegliare il loro buon comportamento e di riferirlo a Babbo Natale. I genitori che vogliono seguire questa tradizione devono posizionare un piccolo pupazzo a forma di elfo su uno scaffale e spiegare ai bambini che occorre attribuirgli subito un nome ed evitare di toccarlo altrimenti perderà la sua magia. Ogni notte l’elfo volerà al Polo Nord e riferirà a Babbo Natale i fatti della giornata e tornerà a sorvegliare la famiglia a cui è affidato, magari sistemandosi in un posto diverso rispetto al giorno prima (naturalmente a cura di mamma e papà). Ovunque l’elfo si posizioni, l’obbligo per i piccoli di non toccarlo è tassativa: in caso contrario il piccolo personaggio non avrà la forza di tornare al Polo Nord per riferire a Babbo Natale, mettendo a serio rischio la consegna dei doni. 

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