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Dieci consigli per conciliare lavoro e famiglia

Vita fuori e dentro l'ufficio da conciliare. Ma è un problema che riguarda solo le mamme o che dovrebbe coinvolgere entrambi i genitori indipendentemente dal sesso?

famiglia, bambini
istockphoto

Gli uomini lavorano, le donne/mamme conciliano.

Hanno una

vita professionale

, una

vita privata

, sono sportive, hanno degli hobby, si prendono cura di loro stesse e dei propri figli e cercano di mantenere un

equilibrio psicofisico

decente. Non sempre ce la fanno, purtroppo, e a volte sono costrette a scegliere tra

famiglia e lavoro

. Ma perché alcune donne - generalizzare non è mai una buona idea - sono costrette a fare i salti mortali per portare avanti carriera e famiglia?

Forse perché spesso manca la collaborazione dell'altro genitore. L'assegnazione dei compiti è sempre sbilanciata a sfavore della donna e le giornate sono sempre e comunque composte da ventiquattro ore. Ma i figli si fanno in due, ricordatelo sempre, ed è in due che si crescono. Ma oltre alla collaborazione tra genitori, quali sono le soluzioni che consentirebbero di conciliare genitorialità e lavoro?

Babysitter

- Spesso non ce la si può permettere ma se ci fossero degli incentivi (per un periodo sono stati erogati dallo stato) si creerebbero più posti di lavoro (ci sarebbero più babysitter appunto) e uno dei due genitori a volte costretto ad abbandonare il lavoro potrebbe continuare a produrre utili lavorando.

Ricalcolare i ritmi

- Il lavoro è spesso organizzato in base a ritmi incompatibili con i doveri genitoriali. Che si tratti di uomini o di donne poco importa se a casa ci sono dei piccoli che aspettano di rivedere i propri genitori. Niente favoreggiamenti ma tenere conto dello stato famigliare nell'assegnazione dei compiti, agevolerebbe le cose.

Telelavoro

- Quando i bambini sono ammalati le giornate diventano un tetris in cui i pezzi da incastrare sono nonni, zii e babysitter. Il web e internet consentono di svolgere alcuni lavori anche da casa. Perché non approfittarne? Le aziende non perderebbero profitti a causa dell'assenza del lavoratore e il lavoratore non perderebbe ferie e/o permessi.

Meno competizione

- Nella stessa azienda tutti i dipendenti dovrebbero remare nella stessa direzione per assicurare all'azienda un bilancio positivo (non solo in termini economici). Spesso però non è così e la competizione prende il posto della meritocrazia. Cambiare i criteri di valutazione del personale in base a risultati assoluti e non comparati, sarebbe un enorme passo in avanti.

Rimescolare i ruoli

- Rispetto al passato sono stati fatti enormi passi da gigante in questo senso. I papà sono molto più presenti rispetto vent'anni fa (ad esempio) ma essere presenti non basta: bisogna allenarsi all'interscambiabilità dei ruoli. Solo così donne e uomini saranno diversi solo anatomicamente e forse nel modo di fare shopping. Ma saranno entrambi genitori ugualmente impegnati.