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Primo amore: perché non lo si scorda mai

Farfalle nello stomaco, sudori freddi e tanto dolore quando finisce: per la scienza è quasi un trauma

Primo amore: perché non lo si scorda mai  - foto 1
Istockphoto

L’amore è sempre speciale e ogni rapporto profondo è a modo suo unico e indimenticabile: il primo amore, però, porta con sé un brivido tutto speciale.

Questo accade anche perché è la causa di tante “prime volte”: il primo bacio, a volte il primo rapporto sessuale, le prime bugie raccontate in casa per avere un pomeriggio libero, e alla fine, purtroppo, il primo grande dolore quando la storia si esaurisce. Insomma, il primo amore, bello o brutto che sia stato, porta con sé tante sensazioni di stupore, curiosità ed emozione perché ci apriamo a un mondo che ci è ancora sconosciuto, e per questo ci resta impresso nella memoria in modo quasi indelebile. La scienza lo conferma, paragonandolo a un vero e proprio trauma.

IL PRIMO INCONTRO CON IL MONDO ADULTO – Il primo amore sboccia di solito nel periodo dell’adolescenza e rappresenta anche la prima volta in cui sperimentiamo un sentimento potente nei confronti di una persona al di fuori della nostra cerchia familiare: rappresenta quindi, in un certo senso, un primo passo verso l’indipendenza e questo contribuisce a imprimerlo nella memoria. Ci fa poi sperimentare per la prima volta tante sensazioni “da grandi”: emozioni travolgenti, il desiderio che sia “per sempre” e anche passioni mai provate fino a quel momento, compresa la scoperta del nostro corpo che sta diventando “adulto”. Siamo anche costretti a porci una serie di problemi nuovi, come il desiderio di privacy, di avere un posto tutto per noi in cui incontrarci da soli, ma anche il timore che i nostri primi incontri intimi possano avere conseguenze da evitare a tutti i costi. Insomma, il primo amore ci fa diventare grandi e ci cambia per sempre, anche agli occhi dei nostri familiari che assistono alla nostra trasformazione.

 

UN PO’ DI NOSTALGIA – Di solito il primo amore ci riporta agli anni della prima adolescenza o poco dopo. Spesso, anche se non sempre, si tratta di una fase serena della vita, nella quale amiamo rifugiarci con la memoria. Anche se non abbiamo sempre ricordi felicissimi del nostro primo fidanzatino o fidanzatina, è un ricordo che riportiamo alla mente con una certa dolcezza e con la nostalgia che si riserva alle belle cose del passato. Anche se la nostra è stata un’esperienza sfortunata, magari un sentimento non corrisposto, la nostra mente tende a cancellare gli aspetti più dolorosi e a conservare quelli più positivi. Man mano che gli anni passano, il fatto di ricordare il nostro primo amore significa riportare alla mente gli anni della giovinezza, o addirittura dell’infanzia, un periodo in cui la vita ci sembrava più semplice e in cui ci sentivamo più innocenti o almeno pieni di speranza. 

 

LO DICE ANCHE LA SCIENZA – Il primo amore è stato studiato anche a livello accademico, mettendone in luce alcune caratteristiche che lo rendono davvero speciale. In effetti, è un evento sconvolgente nella vita di una persona, tanto da essere assimilato quasi a un trauma. Uno studio della Stony Brook University di New York ha analizzato l'attività cerebrale legata ai sentimenti di breve e lungo periodo e ha scoperto che il primo ardente sentimento è capace di attivare in maniera completamente nuova i circuiti neuronali dell'ansia e della paura, scatenando meccanismi simili a quelli provocati da un trauma. Ai partecipanti allo studio sono state mostrate diverse foto di persone con cui i volontari avevano avuto una relazione, tra cui quelle del primo amato bene. Davanti ad esse, nel cervello del volontario si accendevano le stesse aree del cervello che regolano i meccanismi delle dipendenze.  La ricerca è stata ripetuta nel corso di tre anni con identici risultati in diversi Paesi, tra cui Usa, Regno Unito e Cina. Gli sconvolgimenti causati dal primo amore provocano reazioni neuronali diverse, anche se non meno intense, rispetto a quelle provocate da amori successivi. Dato che il primo incontro con l’amore avviene di solito durante l’adolescenza, è un sentimento non adatto a trasformarsi in legame romantico a lungo termine, perché prima dei vent’anni il cervello dei ragazzi è ancora soggetto ad evoluzione e crescita, ragion per cui non è ancora pronto a generare i sentimenti necessari a una relazione permanente. 

 

IL PRIMO GRANDE DOLORE – Per sua natura intrinseca, dunque, il primo amore è destinato a finire. A volte è uno dei due a decidere di troncare, a volte si tratta di cause esterne, come un cambio di scuola, o di città, o ancora la fine delle vacanze. Il risultato è un cuore spezzato e sanguinante. Si tratta di un vero e proprio lutto, anche se il sentimento era unilaterale e del tutto platonico, e meritevole quindi del massimo rispetto anche in età adolescenziale. Le fasi per superarlo sono le stesse che occorre affrontare in età più adulta: elaborazione del dolore, accettazione e infine “guarigione”. Ma dato che, anche in questo caso, si tratta della prima volta, questo contribuirà a rendere indimenticabile l’esperienza.

 

IL SECONDO È PIÙ BELLO ANCOR – Un sentimento totalizzante e indimenticabile come il primo amore non si prova una sola volta, ma può ripresentarsi anche tre o quattro volte nella vita. Anzi, più si cresce e ci si addentra nella vita adulta, più il nostro cervello è sviluppato e capace di trasformare l’amore in sentimento consapevole e con le caratteristiche indispensabili per durare nel tempo. Ciò non toglie nulla, però, all’intensità e alla limpidezza del primo amore, che resta per sempre, nel bene o nel male, un’esperienza unica e indimenticabile. 

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