propulsore di socialità

Pasta: un bel piatto in compagnia regala emozioni positive e rafforza i legami

Grazie a tecniche neuroscientifiche e al brain tracking si è sperimentato che il consumo condiviso di pasta è un catalizzatore unico di convivialità

10 Giu 2025 - 05:00
 © Istockphoto

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La pasta, simbolo della cultura italiana, non è solo un alimento, ma un’esperienza sociale che richiama momenti di condivisione e convivialità. Non a caso, è l’emblema della Dieta Mediterranea che proprio della convivialità ha fatto una condizione necessaria, positiva per corpo e mente. Negli anni, numerosi studi hanno dimostrato che mangiare in compagnia riduce lo stress, rafforza i legami sociali e influisce positivamente sulla salute fisica e mentale.

La pasta dunque è un vero e proprio propulsore di socialità: esiste un meccanismo preciso di spinta alla connessione sociale che si prova mangiando un piatto di pasta e che, per la prima volta, è stato indagato e misurato scientificamente.

Lo rivela uno studio italiano del “Behavior & Brain Lab” dell’Università IULM di Milano, realizzato per i pastai di Unione Italiana Food. La ricerca scientifica ha indagato la sfera della convivialità a tavola con un focus sulla pasta e, grazie all’uso di strumenti di neuromarketing, ha dimostrato che il consumo condiviso di pasta è un catalizzatore unico di convivialità, che genera emozioni positive e di rafforza le relazioni in misura maggiore rispetto ad altre attività sociali comuni. 

LA SCIENZA AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI

 Per dimostrarlo, i ricercatori hanno utilizzato le metodologie neuroscientifiche e del brain tracking (l’analisi delle attivazioni cerebrali legate alle emozioni, della variazione del battito cardiaco e della microsudorazione). Lo studio ha così individuato l’effetto del consumo di pasta sulla qualità delle interazioni sociali, ha confrontato le emozioni positive e la connessione percepita in diverse esperienze condivise come la visione di uno spezzone di un film, la condivisione di un’attività ludica e una fase di interazione libera (che viene considerata come benchmark, visto il suo naturale livello di coinvolgimento sociale), identificando gli indicatori neuroscientifici, fisiologici e comportamentali che spiegano il ruolo unico della pasta nella promozione della convivialità. 
 

MEMORIA E COINVOLGIMENTO EMOTIVO: LA PASTA ACCENDE LA CONVIVIALITÀ

 Lo studio conferma che mangiare pasta in compagnia facilita le interazioni sociali a livello di stimolazione cognitiva ed emotiva, più di quanto succeda con la visione di un film o durante lo svolgimento di un’attività ludica (per il dettaglio dello studio, vd. Focus 1). La ricerca ha reso evidente che condividere un pasto semplice come un piatto di pasta può essere un modo efficace per rafforzare i legami sociali e connettere emotivamente persone tra loro sconosciute e diverse. Lo studio è stato realizzato in due step: come hanno performato le varie attività di condivisione e quale attività ha generato una migliore interazione e connessione tra i partecipanti. In base ai parametri adottati, i risultati evidenziano che il consumo di un piatto di pasta produce una potente attivazione emozionale in chi condivide l’esperienza, con valori più alti rispetto a quelli prodotti da altre attività socializzanti, come fare un gioco collaborativo, guardare un film o chiacchierare liberamente. La stessa tendenza si verifica andando a vedere l’indicatore di memoria: la pasta si riconferma «cibo della memoria» e catalizzatrice di memorie condivise e ricordi. È, infine, l’attività che maggiormente ha attivato emozioni positive, riducendo quelle negative.

PASTA, COMFORT FOOD PER OLTRE 1 ITALIANO SU 2

 La pasta è il comfort food per il 53% del campione, in linea con le statistiche nazionali. La pasta rincuora e gratifica tramite associazioni positive, regalando una sensazione di benessere, a cui ricorriamo per soddisfare un bisogno emotivo. Le associazioni legate alla pasta fanno riferimento principalmente a caratteristiche organolettiche, alla dimensione domestica e familiare e al benessere. La metà del campione (50%) associa come prima cosa “all’esperienza pasta” caratteristiche sensoriali legate al gusto, definendola come “gustosa”, “buona”. Il 43% ha usato parole che fanno riferimento alla sfera della casa, della famiglia e della tradizione, usando termini come “famiglia”, “mia moglie”, “tradizione”, “Italia”. Il 13% ha usato anche termini relativi alla sfera del benessere usando parole come “coccola”, “gratificazione”, “piacere”, “benessere” e “buonumore”. Il potere della pasta come attivatore di ricordi si manifesta anche nelle conversazioni: mentre i partecipanti condividevano un piatto di pasta, il 60% delle interazioni ruotava attorno a legami familiari, relazioni personali e origini. Un dato che conferma come questo alimento abbia 

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