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La storia del cane Brando: ultima vittima della faida tra i raccoglitori di tartufo sui monti laziali

Si tratta "del terzo cane in una sola settimana a essere vittima di questi criminali", denunciano sui social i proprietari del labrador morto avvelenato

La storia del cane Brando: ultima vittima della faida tra i raccoglitori di tartufo sui monti laziali - foto 1
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Sono i cani le vittime della guerra del tartufo.

Nei boschi del Lazio non è una novità che si diano battaglia i raccoglitori del prezioso tubero molto ricercato dagli chef di tutta Europa. In periodi di magra, però, il gioco può diventare sleale e a volte criminale. Ne sono convinti i proprietari di un labrador morto avvelenato sul Monte Livata che puntano il dito contro i raccoglitori accusandoli di "uccidersi i cani tra loro" per eliminare la concorrenza.

 

 

"Attenzione, pericolo bocconi avvelenati sul Monte Livata", scrive su Facebook la proprietaria dell'ultimo cane vittima di una presunta faida tra raccoglitori di tartufo. La donna ricostruisce gli ultimi istanti di vita di Brando, un labrador di un anno: "Mentre passeggiavamo vicini alla vallata chiamata Campo Secco, Brando ha mangiato un boccone avvelenato, ha iniziato a stare male ed è morto tra le braccia di mio fratello nel giro di mezz’ora".

 

La famiglia si è poi rivolta alle autorità: "I Carabinieri di Camerata Nuova, dove siamo andati per sporgere denuncia, ci hanno informato che Brando era stato il terzo cane in una sola settimana a essere vittima di questi criminali, presumibilmente persone che raccolgono tartufi che disseminano questi bocconi avvelenati per farsi la guerra e uccidersi i cani tra loro". 

 

La sorte di Brando è capitata anche a Thor, un lagotto romagnolo di tre anni e mezzo morto sull'auto del proprietario che cercava di raggiungere l'ambulatorio di un veterinario. Lo riporta il quotidiano il Messaggero. Durissima la condanna dell'Assotartufai: "Dietro questa vicenda c'è la guerra per il mercato del tartufo: l'uncinato può costare anche 700 euro al chilo - racconta Stefano Scaccia - Qualcuno vuole che nella grande tartufaia dei Simbruini vadano pochissime persone, è assurdo".

 

Dalle Langhe alle Crete Senesi, da Acqualagna all'Umbria, passando per i Monti Simbruini, ogni anno la guerra del tartufo miete vittime animali. Anche collaterali, come Brando un "cagnolone felice e dolcissimo" come lo ricordano i proprietari che adesso mettono in guardia gli escursionisti con amici a quattro zampe: "Se portate i cani in montagna, usate la museruola, teneteli al guinzaglio. I nostri monti sono bellissimi e ci sono persone che vogliono farli ripartire ma non tutte le persone che li abitano sono pronte, anzi alcuni sono dei trogloditi, purtroppo pericolosi".

 

 

 

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