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#aspettiamoFrida, Firenze si mobilita per il cane da soccorso avvelenato

Devono passare le 72 ore per sciogliere la prognosi del golden retriever, addestrato per interventi di protezione civile e al servizio della Fondazione Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta

#aspettiamoFrida, Firenze si mobilita per il cane da soccorso avvelenato

"Era con noi anche dopo le scosse del Mugello, poi quella polpetta con topicida...".

Sono affranti ma speranzosi i volontari di protezione civile della Fondazione Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta (Cisom) di Firenze, riuniti al capezzale di Frida, il golden retriever di tre anni della loro squadra cinofili, avvelenato martedì. "Troppo presto per tirare un respiro di sollievo, dobbiamo aspettare che passino le 72 ore perché la prognosi venga sciolta", riferisce a Tgcom24 Sara Denevi, responsabile territoriale della comunicazione. "Doveva essere una polpetta ben fatta - spiega, - perché Frida è addestrata, non prende cibo da sconosciuti. Probabilmente non era per lei, ma vorremmo che questi pericoli in un parco pubblico non ci fossero né per altri cani né addirittura per i bimbi". Intanto Firenze si mobilita anche via social con l'hashtag ad hoc #aspettiamoFrida.

E' arrivata dal veterinario con una fortissima emorragia, direttamente dal parco dove è solita fare una passeggiata quotidiana. "Aveva valori vitali minimi, - ricorda Denevi, - ora si sta riprendendo; i parametri si sono stabilizzati; il suo cuore ha retto allo shock; la sua forza ha sorpreso gli stessi veterinari".

 

E mentre tutta Firenze fa il tifo per Frida, l'unico cane da soccorso del Cisom locale, tant'è che è nato l'hashtag #aspettiamoFrida, Sara Denevi trova il tempo per ricordare anche le ultime attività che hanno impegnato il loro golden retriever. "E' stata con noi anche nella zona del Mugello, dopo le scosse; eravamo lì per valutare l'impatto del terremoto e ha partecipato anche all'ultimo incontro in piazza sul tema 'Io non rischio'".

 

"Ha un fiuto eccezionale, è addestrata per i soccorsi tra le macerie e in superficie, ha una professionalità che ci completa e ci arricchisce, - continua la volontaria nella sua testimonianza. - Arriva prima di noi su tante cose, partecipa alle nostre attività, è il nostro biglietto da visita quando ci rapportiamo con la gente".

"Certo, è un cane in vista, ma non vogliamo pensare che quella polpetta al topicida fosse proprio per lei", sottolinea Denevi.

"Quando verrà dimessa dovrà continuare le terapie e farà accertamenti ancora per tre settimane, bisogna valutare se il veleno ha causato danni epatici. Ma siamo ottimisti: è già in piedi e fa le feste ai suoi padroni", conclude a Tgcom24.

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