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Dieci luoghi… alla fine del mondo

Promontori maestosi, luoghi simbolici, posti in cui si avverte con chiarezza che lì la terra “finisce”

Dieci luoghi… alla fine del mondo - foto 1
istockphoto

Ci sono luoghi in cui si percepisce con chiarezza che la terra è al suo confine: da lì in poi ci sono solo sconfinate distese di oceano, di ghiacci o forse… di assoluto nulla. Un tempo erano i confini del mondo conosciuto contrassegnati dalla mitologia, o il limite che i grandi esploratori si sentivano irresistibilmente spinti a raggiungere e oltrepassare, per vedere che cosa c'era “dopo”.

Ne abbiamo scelti dieci, per la loro bellezza e per il loro significato simbolico.

Dieci luoghi… alla fine del mondo

STRETTO DI GIBILTERRA – SPAGNA – MAROCCO - Secondo la mitologia classico qui erano collocate le Colonne d'Ercole, limite invalicabile che segnava la fine del mondo superando il quale non si faceva ritorno. Oltre ad essere un confine geografico erano anche il simbolo della finitezza della conoscenza umana, che Ulisse si sentì spinto a valicare, come scrive Dante nella Divina Commedia.

CAPO FINISTERRE (O FISTERRA) - SPAGNA - Il nome deriva dall'espressione latina “Finis terrae”, cioè "confine della terra": in effetti è uno dei punti più occidentali della Spagna peninsulare. E' situato lungo la Costa della Morte, il cui nome sinistro è da collegare con i numerosi naufragi che si sono verificati in queste pericolose acque, sia in passato che in tempi recenti.

CAPO SAN VINCENZO – PORTOGALLO - Questo promontorio, situato all'estremità sudoccidentale del Portogallo, è l'ultima propaggine dell'Algarve di fronte all'Oceano Atlantico. Secondo il geografo greco Strabone, era considerato nell'antichità come limite della terraferma conosciuta.

OUESSANT– FRANCIA – E' un'isola della Bretagna che, insieme alle isole Scilly sul lato britannico, contrassegna il limite ovest del canale della Manica. Sull'isola, punto più occidentale della Francia, vivono attualmente circa 800 abitanti. Il detto marinaro: “Qui voit Ouessant voit son sang”, (in italiano: chi vede Ouessant vede il suo sangue), la dice lunga sulla pericolosità di questo tratto di mare, cosparso di scogli insidiosissimi e battuto dalle correnti.

LAND'S END – GRAN BRETAGNA – Anche in questo caso il nome indica il termine della terraferma: siamo in Cornovaglia, nell'estrema propaggine ovest della parte continentale dell'Inghilterra. Anche qui, la terra letteralmente finisce e cede il posto all'Oceano Atlantico.

CAPO NORD – NORVEGIA – Questa imponente falesia rappresenta il punto più settentrionale del continente europeo. Si trova a più di 500 chilometri oltre il Circolo Polare Artico quindi, dall'11 maggio al 10 agosto circa, è possibile ammirare il fenomeno del sole di mezzanotte. Per contro, nel periodo invernale, il sole non sorge mai sull'orizzonte per circa due mesi e mezzo.

CAPO DI BUONA SPERANZA – SUD AFRICA - E' l'estremità meridionale della penisola del Capo, in Sudafrica. E' considerato il punto più a sud del continente africano e spartiacque tra l'Oceano Atlantico e l'Oceano Indiano, anche in effetti il primato spetta a capo Agulhas. Fu raggiunto per la prima volta dal navigatore portoghese Bartolomeo Diaz nel 1487.

CAPO HORN - CILE - E' considerato convenzionalmente come il punto più meridionale del Sudamerica. Fu doppiato per la prima volta il 26 gennaio 1616 dalla spedizione olandese di Willem Schouten e Jacob Le Maire; gli esploratori riuscirono ad avere la meglio sulle condizioni generalmente avverse di questo tratto di mare, battuto da frequenti tempeste che rendono impervie le manovre per le navi a vela.

STRETTO DI BERING – ALASKA - RUSSIA – Le acque di questo braccio di mare segnano, curiosamente, il confine tra Stati Uniti e Russia: le isole Diomede, nel centro dello stretto appartengono infatti una alla Russia, l'altra agli USA. Lo stretto prende nome da Vitus Jonassen Bering, un esploratore russo di nascita danese che lo attraversò nel 1728 ed è largo circa 82 chilometri.

AUSTRALIA – I 12 APOSTOLI - Questa collana di imponenti faraglioni di pietra calcarea costituisce uno dei punti più meridionali dell'Australia. Si trovano all'interno del Parco Nazionale Port Campbell, lungo la Great Ocean Road, a sud dello stato di Victoria. Oggi gli Apostoli sono solo otto, anche se si scorgono diverse formazioni rocciose sotto il pelo dell'acqua, ragione per cui la denominazione non è stata modificata.