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Speleologi per un giorno tra Liguria, Campania e Sardegna

Tra stalattiti e stalagmiti: itinerari nelle dimore dell'Homo Sapiens e dell'Ursus Spelaeus

Le case dei nostri antenati: tutto il fascino delle grotte

Il fascino del mondo sotterraneo diventa accessibile e chiunque può diventare speleologo per un giorno esplorando le molte grotte italiane attrezzate per accogliere i turisti. Ancor più in questo periodo, dato che il 2021 è l’Anno Internazionale delle Grotte e del Carsismo, promosso dall’International Union of Speleology con il supporto dell’UNESCO e coordinato in Italia dalla Società Speleologica Italiana con la collaborazione dell’AGTI e CAI.  

In programma eventi, momenti ludici ed educativi, seminari e pubblicazioni sul tema “Esplorare, conoscere, proteggere il mondo sotterraneo”. In Italia sono oltre 40.000 le grotte scoperte, esplorate e documentate nell’ultimo secolo dagli speleologi: di queste, alcune sono state aperte al turismo. Scopriamone quattro, veramente stupefacenti.

Grotte di Toirano - Il complesso delle grotte di Toirano è una delle maggiori attrazioni turistiche della Liguria ed è costituito dalle cavità naturali della Basura e di S. Lucia Inferiore. La Grotta della Basura (Strega in italiano), scoperta nel 1950, è caratterizzata dalla presenza di importanti reperti archeologici. Le ossa di Ursus spelaeus, tipici della fauna del Pleistocene e frequentatori della grotta durante il letargo invernale, sono tuttora visibili nel “Cimitero degli orsi” (età circa 30.000 anni). Si osservano inoltre testimonianze di Homo sapiens, risalenti a circa 12.000 anni fa e consistenti in orme di mano, piede e ginocchia; nella Sala dei Misteri, recentemente riaperta al pubblico, anche loro manifestazioni cui è stato attribuito un significato rituale. Le sale della grotta sono caratterizzate dalla varietà delle tipiche stalattiti e stalagmiti diverse per forme e grandezza e dalle particolari concrezioni “mammellonari”. 

Grotte e museo - Particolarmente suggestiva la parte terminale delle Grotte di Toirano, un tempo sommersa, nella quale si possono ammirare singolarissime concrezioni tondeggianti interamente rivestite da uno strato uniforme di colore giallo chiaro costituito da minuti cristalli di calcite. Nella Grotta di S. Lucia Inferiore, scoperta nel 1960, le formazioni calcaree e le pareti delle ampie sale sono ricoperte dai fiori di calcite e da finissimi cristalli di aragonite. Le due grotte, comunicanti mediante un traforo artificiale, sono lunghe circa 1300 metri e visitabili in 70 minuti. Le escursioni guidate sono a numero chiuso e si organizzano tutti i giorni.  Il biglietto delle grotte consente l’ingresso gratuito, senza scadenza, al museo etnografico di Toirano. Nel periodo estivo, luglio e agosto, al termine del percorso turistico si può visitare gratuitamente la Grotta Superiore di Santa Lucia, accessibile tramite l’omonimo Santuario Rupestre.      

Grotte di Pertosa-Auletta - A quattro chilometri dall’uscita autostradale di Polla sulla Salerno-Reggio Calabria, le Grotte di Pertosa-Auletta rappresentano una fondamentale tappa per tutti coloro che intendono scoprire il risultato del lavoro incessante dell’acqua e del suo stillicidio. L’ingresso in barca, sul fiume sotterraneo «Negro» rende la visita unica e speciale. I percorsi turistici, agevoli e sicuri, sono il viatico per un mondo fatato, ancora più ricco di suggestioni, grazie al nuovo impianto illuminotecnico-scenografico che, con i suoi 3.000 metri di fibre ottiche e luci led di ultima generazione consentono al visitatore d’interpretare l’opera della Natura. Un ambiente ospitale, con aree attrezzate, servizi qualificati ed orientamento all’accoglienza, per una meta già turistica dal 1932. 

Visita in barca - Il sito di Pertosa-Auletta ha un notevole valore archeologico, per la presenza dell’unico insediamento palafitticolo in altura attualmente conosciuto. Le Grotte di Pertosa-Auletta sono periodicamente scenario emozionale di eventi e suggestioni che arricchiscono l’offerta turistica complessiva e colorano di sensazioni la visita del turista. Accompagnati da personale esperto, si attraverseranno a piedi le caverne scavate in milioni di anni, ammirando l’incessante lavorio dell’acqua che continua a plasmare la grotta. Inoltre, la presenza del fiume sotterraneo Negro permetterà di muoversi anche in barca: ci si sposterà a bordo di una chiatta, trainata rigorosamente a mano per garantire la sostenibilità ambientale della visita.

Grotta del Fico - Nota fin dagli inizi del Novecento ai pescatori che navigavano lungo la costa orientale della Sardegna, la grotta litoranea del Fico, nel territorio del comune di Baunei in provincia di Nuoro venne esplorata in maniera ufficiale solo nei primi anni Sessanta dal gruppo speleologico Pio XI in collaborazione con l'Unione Speleologica Bolognese. Grande fu la sorpresa quando proprio durante queste prime esplorazioni si scoprì che alcuni tra gli ultimi esemplari di foche Monache presenti lungo la costa avevano trovato rifugio proprio in uno dei sifoni sommersi della grotta. Gli studi scientifici effettuati in seguito furono di estrema rilevanza per fornire dettagli inediti sulla vita e le abitudini di questo misterioso animale, ora ormai scomparso dalla Sardegna. La Grotta del Fico si sviluppa su diversi livelli, a partire da 15 metri sotto il livello del mare fino ad arrivare a circa 70 metri d'altezza, per un’estensione di circa 4 chilometri totali, finora esplorati.  I più recenti studi hanno svelato nuove teorie sulla formazione della grotta, supponendo sia il risultato di un fenomeno di miscelazione di acqua marina e dolce, che avrebbe dato il via all'erosione carsica. 

Grotta attrezzatissima - La Grotta del Fico è stata aperta al pubblico nell'agosto del 2003 ad opera della Società Speleologica Baunese, che la gestisce tuttora. Al momento sono visitabili circa 800 metri, attrezzati con luci e passerelle che permettono di percorrere in assoluta sicurezza l'antico letto fossile del fiume e ammirare il suggestivo sifone dove fino agli anni Settanta le foche monache andavano a dare alla luce i propri cuccioli. Durante l'intera visita si è accompagnati da guide competenti che sveleranno la storia della grotta e i suoi segreti, con la possibilità di effettuare la visita in inglese o con l'aiuto di audioguide per i visitatori stranieri. L'ingresso si affaccia a circa 15 metri sul mare, incastonato nella falesia calcarea della costa di Baunei a poca distanza dalle splendide spiagge di Cala Mariolu e Cala Biriala.  Tale posizione fa sì che la grotta sia aperta solo nel periodo estivo e sia raggiungibile solo via mare con imbarcazioni private o fornendosi dei servizi di noleggio e navetta dai principali porti di Santa Maria Navarrese, Arbatax e Orosei.

Grotte di Is Zuddas - Pure in Sardegna, la grotta di Is Zuddas fa parte di un complesso reticolo di cavità carsiche ubicate nel Monte Meana, in territorio comunale di Santadi (Provincia di Carbonia-Iglesias). Le rocce incassanti sono risalenti a circa 530 milioni di anni fa. La parte iniziale della grotta di Is Zuddas venne raggiunta da ignoti già nei primi anni ’60, attraverso uno stretto cunicolo naturale profondo circa 20 metri. Nel 1968 alcuni cavatori aprirono un ingresso artificiale, alternativo rispetto al più angusto ingresso naturale. Qualche anno dopo (1971) diversi gruppi speleologici ripresero le esplorazioni e riuscirono a scoprire nuovi cunicoli, intervallati da una serie di sale fino ad allora sconosciute, per uno sviluppo complessivo pari a circa 1500 m. Nel 1985, dopo la sistemazione di un percorso turistico, la grotta fu definitivamente aperta al pubblico. Una delle principali attrazioni di Is Zuddas è indubbiamente rappresentata dalla notevole varietà di speleotemi (o concrezioni). 

Stalattiti tubolari - Nella grotta Is Zuddas, accanto alle tipologie più comuni come le stalattiti, le stalagmiti, è possibile osservarne altre, fra le quali ricordiamo le sottilissime stalattiti tubolari, note come cannule, i delicatissimi aghi di aragonite che ricoprono intere pareti, le eccentriche di aragonite, costituite da un indescrivibile intreccio di filamenti che si sono accresciuti senza seguire la forza di gravità, nel più totale disordine, fino a formare candide matasse di pietra. Il percorso turistico si sviluppa per circa m 500, la maggior parte dei quali pianeggianti, il dislivello massimo è di m 15 e solo nella parte iniziale ci sono dei gradini.

Per maggiori informazioni: www.ssi.speleo.it      


 

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