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Fedrizzi: "Così il nostro cioccolato di alta quota conquista il mondo"

Il Ceo e fondatore di Ciocomiti racconta la crescita da laboratorio artigianale a S.p.A., l’affinamento in alta quota, le collaborazioni con marchi luxury e il primo museo esperienziale del cioccolato in Italia

19 Giu 2025 - 18:09
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Nata tra le vette del Trentino, Ciocomiti è una giovane realtà italiana che ha saputo trasformare una visione artigianale in un modello imprenditoriale innovativo, radicato nel territorio ma proiettato verso l’internazionalizzazione. In pochi anni, l’azienda ha triplicato il proprio fatturato e raccolto 3 milioni di euro attraverso un round di equity crowdfunding, diventando molto più di un marchio di cioccolato premium: Ciocomiti è oggi un progetto culturale, industriale e identitario, capace di coniugare gusto, sostenibilità e design. Dal laboratorio a 1.200 metri di quota al nuovo stabilimento di oltre 2.500 m², l’azienda si prepara ora a espandere la rete retail ed esperienziale, portando nel mondo l’anima delle Dolomiti. Matteo Fedrizzi, Ceo e fondatore, racconta a Tgcom24 come nasce e dove sta andando questa sfida imprenditoriale.

Da laboratorio artigianale a S.p.A. in forte crescita. Qual è stata la svolta decisiva per portare Ciocomiti a competere oggi nel mercato nazionale e internazionale del cioccolato premium?
Il passaggio da laboratorio artigianale a S.p.A. in forte crescita è stato possibile grazie a una combinazione di fattori strategici, ma la vera svolta è arrivata nel momento in cui siamo riusciti a coniugare profondamente la nostra conoscenza del prodotto con un’innovazione coerente con le nuove esigenze del mercato. Negli anni abbiamo acquisito una competenza solida e approfondita sul cioccolato, frutto di studio, sperimentazione e confronto continuo. Questa base ci ha permesso di innovare in modo consapevole, senza mai snaturare la nostra identità, ma anzi valorizzandola attraverso un prodotto sempre più curato, distintivo e riconoscibile. A questo si è affiancata una crescente richiesta da parte del mercato, alimentata soprattutto dal ritorno spontaneo di nuovi clienti soddisfatti: un segnale forte che ci ha dato conferma della bontà del nostro percorso e ci ha spinto a strutturare l’azienda per affrontare in modo solido e ambizioso il panorama nazionale e internazionale del cioccolato premium.

L’affinamento in alta quota è diventato un marchio di fabbrica. Qual è il valore reale di questo processo in termini di gusto, identità e percezione da parte del consumatore?
A oggi, Ciocomiti è tra le pochissime realtà al mondo a portare avanti in modo strutturato e continuativo l’affinamento del cioccolato in alta quota. Esistono alcune sperimentazioni internazionali, ma si tratta per lo più di iniziative isolate, spesso temporanee o artistiche — come l’affinamento in grotte, cantine o addirittura in fondo al mare. Nel mondo del vino o dei formaggi, l’affinamento in altura è una pratica consolidata e riconosciuta. Nel settore del cioccolato, invece, ci troviamo ancora in una fase pionieristica, che richiede ulteriori studi per arrivare a conclusioni scientificamente fondate e condivise.
In questo percorso di ricerca, abbiamo individuato tre fattori principali che potrebbero influenzare il risultato finale dell’affinamento in alta quota:
– L’altitudine, che comporta una pressione atmosferica più bassa rispetto a quella del livello del mare. Questa condizione ha un impatto concreto sui processi di ossidazione e maturazione, favorendo lo sviluppo di note aromatiche particolari.
– La stabilità climatica tipica dell’ambiente alpino. Temperature moderate e umidità costante permettono un affinamento naturale, lento e privo di forzature. Questo consente agli aromi di evolversi con maggiore armonia, portando a una struttura più equilibrata e a una texture più vellutata.
– La purezza dell’aria e il microclima incontaminato. L’ambiente di alta quota, con aria pulita e priva di inquinanti, contribuisce a preservare l’integrità del prodotto, riducendo il rischio di alterazioni indesiderate.
Questo approccio rappresenta una nuova frontiera nella produzione artigianale del cioccolato, e Ciocomiti è orgogliosa di esplorarla, unendo territorio, ricerca e innovazione.

L’inaugurazione del nuovo stabilimento a Dimaro-Folgarida ha triplicato i vostri spazi produttivi. Come cambia ora l’organizzazione interna e la vostra capacità di risposta al mercato?
L’inaugurazione del nuovo stabilimento a Dimaro-Folgarida ha rappresentato un passaggio fondamentale per la nostra crescita. L’ampliamento degli spazi ci ha permesso, da un lato, di riorganizzare in modo più efficiente sia l’area produttiva che quella amministrativa, migliorando la fluidità operativa e la gestione quotidiana del lavoro. Dall’altro – e forse il vero punto di svolta – è stata l’estensione della capacità di stoccaggio. Grazie a spazi più ampi e a un’attenta analisi degli storici di vendita, oggi siamo in grado di anticipare le richieste del mercato, preparando le scorte in anticipo e riducendo drasticamente i tempi di evasione degli ordini. Questo ci consente anche di sfruttare i periodi di bassa stagione per riempire i magazzini e farci trovare pronti quando la domanda cresce. In passato eravamo costretti a produrre quasi esclusivamente su richiesta, con tutti i limiti che ne derivavano in termini di tempestività. Ora, invece, possiamo rispondere al mercato con maggiore prontezza, flessibilità e continuità.

Oltre ai negozi, puntate molto sul canale B2B e sulle collaborazioni con marchi luxury in white label. Come gestite queste partnership senza snaturare l’identità Ciocomiti?Il canale B2B e le collaborazioni in white label con marchi luxury rappresentano per noi un’opportunità importante, ma sempre nel pieno rispetto dell’identità Ciocomiti. Questo è possibile perché l’intero comparto produttivo legato a queste partnership viene gestito internamente, direttamente dal nostro ufficio creativo. Dopo il recente lavoro di rebranding, siamo diventati ancora più esigenti, non solo sulla qualità del prodotto in sé – che resta il nostro pilastro – ma anche sull’aspetto estetico: ogni creazione che esce dal nostro laboratorio deve rispecchiare lo stile Ciocomiti, anche quando non porta il nostro nome. Ciocomiti è riconosciuto per la bontà, certo, ma anche per un’estetica pulita, moderna e genuina. Mantenere coerenza su questi valori è per noi essenziale. Il fatto di poter seguire internamente ogni fase, dalla progettazione alla realizzazione, ci consente di garantire standard elevati e una forte coerenza visiva, anche nei progetti sviluppati per conto terzi.

Avete avviato anche un’espansione internazionale. Quali mercati esteri state osservando con maggiore interesse e con quale strategia pensate di approcciarli?
Attualmente stiamo guardando con particolare interesse ai mercati degli Stati Uniti e del Nord Europa, due aree in cui il cioccolato artigianale di alta qualità è sempre più apprezzato, e dove vediamo un forte potenziale per il posizionamento del nostro prodotto.
Siamo in una fase di analisi strategica, in cui stiamo approfondendo sia gli aspetti finanziari che le specifiche esigenze di prodotto richieste da ciascun mercato. Il nostro obiettivo è comprendere a fondo come adattare la proposta Ciocomiti, senza mai perdere la nostra identità, ma valorizzandola attraverso un racconto autentico e coerente con i gusti e le abitudini locali. Una volta completata questa fase di studio, valuteremo la strada migliore da percorrere: aprire direttamente con punti vendita di proprietà oppure collaborare con player locali selezionati, che condividano i nostri valori e possano rappresentarci al meglio. In entrambi i casi, vogliamo approcciare l’espansione con la stessa cura e artigianalità che mettiamo in ogni nostro prodotto.

Avete recentemente istituito un nuovo Consiglio di Amministrazione con figure manageriali e advisor di alto profilo. Come questo nuovo assetto rafforza la crescita e la competitività dell’azienda?
L’istituzione del nuovo Consiglio di Amministrazione con figure manageriali e advisor di alto profilo rappresenta per noi un passo strategico verso una crescita più solida e strutturata. Uno dei nostri punti di forza è sempre stato il network: crediamo molto nella collaborazione tra aziende e imprenditori, e questo nuovo assetto ci consente di ampliare ulteriormente i nostri contatti, in particolare nel mondo B2B, aumentando la visibilità e le opportunità per Ciocomiti. Ma non si tratta solo di relazioni: l’ingresso di queste figure porta con sé un know-how imprenditoriale prezioso, che in un contesto montano come il nostro – storicamente più orientato al turismo – non è sempre facile reperire. Il loro contributo ci aiuta a guardare l’azienda con uno sguardo più strategico, a strutturare meglio i processi decisionali e ad affrontare con maggiore consapevolezza le sfide di un mercato in continua evoluzione.

Il rebranding e i nuovi packaging puntano su sostenibilità e design. Quali pratiche concrete state adottando per rendere il vostro ciclo produttivo sempre più sostenibile?
Con il rebranding e i nuovi packaging, abbiamo voluto rafforzare il nostro impegno verso una sostenibilità concreta, non solo a livello estetico ma soprattutto nei processi. Stiamo convertendo tutto il nostro packaging affinché sia completamente smaltibile in carta o facilmente separabile, così da agevolare il consumatore nella raccolta differenziata e ridurre l’impatto ambientale.
Dal punto di vista produttivo, i nostri scarti sono minimi: l’unico residuo significativo è la scorza delle fave di cacao. Proprio su questo stiamo lavorando a diversi progetti per individuarne un possibile riutilizzo, sia in ambito alimentare che cosmetico, nell’ottica dell’economia circolare.
Anche sul fronte delle materie prime stiamo rafforzando l’attenzione: le nostre fave di cacao provengono esclusivamente da coltivazioni certificate e stiamo investendo per aumentare l’utilizzo di materie prime locali. Questo significa portare internamente alcune lavorazioni – come la tostatura e l’essiccazione – che finora richiedevano l’acquisto di prodotti già lavorati fuori regione o addirittura fuori Italia. Un passo importante per ridurre la filiera e valorizzare il territorio.

Nel 2025 inaugurerete il primo spazio esperienziale e sensoriale sul cioccolato in Italia. Come immaginate che cambierà il modo di raccontare e vivere il prodotto grazie a questo progetto?Nel 2025 inaugureremo con grande entusiasmo il primo spazio esperienziale e sensoriale dedicato al cioccolato in Italia, un progetto che rappresenta per noi una vera e propria evoluzione nel modo di raccontare e far vivere il prodotto. Questo percorso ci permetterà non solo di far conoscere più da vicino il mondo Ciocomiti, ma anche di promuovere una cultura del cioccolato consapevole. In Italia, infatti, il cioccolato artigianale è ancora poco conosciuto rispetto ad altri paesi o ad altri settori, come quello del vino o della birra, dove il consumatore medio ha ormai familiarità con il processo produttivo. Nel caso del cioccolato, invece, sono ancora in pochi a sapere da dove arriva il cacao, da quale frutto proviene, o come si trasforma in una tavoletta.
Con il nostro spazio esperienziale vogliamo educare il pubblico, fargli toccare con mano il lavoro che c’è dietro ogni nostro prodotto e trasmettere la differenza, tangibile, tra un cioccolato artigianale e uno industriale. Vogliamo anche contribuire a sfatare il pregiudizio che vede il cioccolato solo come qualcosa di “goloso ma poco salutare”: il vero cioccolato artigianale è un alimento ricco, complesso e, se consumato consapevolmente, può far parte di uno stile di vita equilibrato. Infine, questo museo sarà un modo per scoprire meglio Ciocomiti e il territorio trentino che ci ospita. Sarà aperto tutto l’anno, contribuendo a promuovere il turismo fuori stagione e ad accogliere anche scolaresche e visitatori da tutta Italia. Un progetto che parla di gusto, cultura, territorio e formazione, tutto in un’unica esperienza.

Il vostro modello di crescita è profondamente legato al Trentino e supportato da Trentino Sviluppo. Quanto è importante, oggi, per una PMI innovativa avere radici solide e relazioni con il territorio?
Il nostro modello di crescita è da sempre profondamente radicato nel territorio trentino. Lo si intuisce già dal nome – Ciocomiti, il cioccolato delle Dolomiti – con cui abbiamo voluto esprimere fin da subito il legame con la nostra terra. Negli anni, questo rapporto si è rafforzato in modo reciproco, grazie a un dialogo costante e a una visione condivisa.
Una PMI che innova come la nostra, deve avere radici solide e un rapporto stretto con il territorio. Il supporto della Provincia autonoma di Trento e di realtà come Trentino Sviluppo è per noi vitale: non solo dal punto di vista tecnico e pratico, ma anche sul piano umano. Sapere di poter contare su un ecosistema che crede in te ti dà la spinta per affrontare sfide ambiziose, con la fiducia di avere alle spalle una rete solida. Per questo vogliamo ringraziare tutte le persone e le istituzioni che, ormai da anni, ci supportano e fanno il tifo per noi. Questo legame con il territorio è parte integrante della nostra identità e uno dei motori della nostra crescita.

Guardando al futuro, ci sono progetti che potete anticiparci?
Abbiamo diversi progetti in cantiere che riflettono la nostra volontà di far crescere Ciocomiti in modo ambizioso ma coerente con i nostri valori. Stiamo sviluppando partnership strategiche con realtà dei mondi della moda, dei motori e del lifestyle, settori che condividono con noi un’attenzione particolare per l’eccellenza, l’estetica e l’esperienza. Queste collaborazioni ci permetteranno di rafforzare ulteriormente il brand, ampliando la nostra visibilità e il nostro posizionamento anche in contesti non strettamente legati al food. Parallelamente, stiamo lavorando su strumenti finanziari innovativi, pensati per supportare la crescita dell’azienda in modo sostenibile e in linea con gli investimenti che intendiamo mettere in campo. L’obiettivo è creare un ecosistema solido, in grado di accompagnare l’evoluzione di Ciocomiti sia a livello industriale che commerciale, senza perdere mai il nostro approccio artigianale e autentico.

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