uno sfogo necessario

Aborto spontaneo, da Oriana Sabatini a Anne Hathaway: perché parlarne fa bene e non è un tabù

E' più comune di quanto si pensi, ma troppo spesso viene ancora nascosto, considerato una macchia, un difetto, una cosa della quale vergognarsi. E invece non è così

09 Nov 2025 - 12:12
 © Tgcom24

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L'aborto spontaneo è più frequente di quanto si pensi, ma troppo spesso viene ancora nascosto, considerato una macchia, un difetto, una cosa della quale vergognarsi. Ma non è così. Oriana Sabatini, celebre modella e attrice argentina, ora in attesa della sua prima figlia insieme al marito Paulo Dybala, ha deciso di aprirsi pubblicamente rivelando di non essere riuscita a portare avanti la precedente gravidanza. Ma non è l'unica. Sono tante le donne del mondo dello spettacolo prima di lei, da Anne Hathaway a Gwyneth Paltrow, da Bianca Atzei a Manila Nazzaro, che hanno scelto di parlarne pubblicamente. Un gesto necessario, a volte liberatorio, che fa bene a tutte le donne: a quelle che lo hanno vissuto come un tabù e a quelle che hanno bisogno di sentirsi meno sole. 

Parlarne fa bene - Il gesto di raccontare un aborto spontaneo rompe il silenzio che spesso lo circonda. Infatti l’aborto spontaneo è più frequente di quanto si pensi: fino al 30% delle gravidanze può concludersi così. Quando una figura pubblica come Sabatini condivide la sua esperienza, si genera un doppio effetto: da una parte si normalizza un evento che troppo spesso viene vissuto in solitudine; dall’altra si aiuta a dare voce a chi ha vissuto qualcosa di simile senza sentirsi autorizzata a parlarne.

Un invito alla "normalità" - La vicenda di Sabatini non è solo un fatto di cronaca di celebrità, ma diventa occasione per lavorare sul non sentirsi sbagliate. Riconoscere che l’aborto spontaneo è molto più comune di quanto si pensi. Bisogna comprendere che perdere una gravidanza è un lutto, anche se non sempre “visibile”.E soprattutto è necessario sapere che esistono mille variabile a determinare un evento del genere, per cui non si è responsabili in prima persona. 

Basta tabù - Il dialogo e la confessione devono avere un connessione costante. Una celebrità che si apre favorisce il dialogo, e fa sentire una donna "normale" più a suo agio per parlarne, magari in ambienti ad hoc, senza stigma né silenzi.

Cosa significa l’aborto spontaneo -  L’aborto spontaneo è l’interruzione involontaria della gravidanza e si verifica più frequentemente entro le prime 12 settimane di gravidanza (primo trimestre). La maggior parte degli aborti spontanei si manifesta prima della 22a-23a settimana di gestazione, oltre la quale si parla di natimortalità. Le cause sono varie e spesso non imputabili a scelte della donna: anomalie cromosomiche, patologie uterine, infezioni, fattori di coagulazione o ormonali. Può essere asintomatico, oppure manifestarsi con sanguinamento, dolori o contrazioni uterine. I dati Istat del 2024 in Italia rivelano un’ incidenza di aborto spontaneo che oscilla fra il 25 e il 30% delle gravidanze diagnosticate. Si tratta di un numero spaventoso per il quale serve anche un supporto psicologico.

Implicazioni psicologiche e culturali - L’aspetto più delicato di queste esperienze – e che Oriana ha evidenziato – riguarda il vissuto della donna che si trova in attesa e, allo stesso tempo, dell’imprevisto che interrompe il percorso. Il senso di colpa, la vergogna, l’idea di “non essere abbastanza forti”, sono reazioni comuni. Raccontare ciò che accade, e sapere che non si è sole,  può aiutare. In più, c’è una dimensione sociale: la gravidanza ideale, il “dovere” di essere felici e quell'immagine perfetta da proiettare a chi ci circonda appesantiscono ulteriormente un momento molto delicato per la donna. Anche per questo è necessario parlarne e rompere ogni tabù.