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"Via col vento" torna su HBO Max, ma con un avvertimento per gli spettatori

Un video iniziale spiega di come il film neghi la piaga della schiavitù


via col vento

Dopo averlo eliminato dal proprio catalogo, Hbo Max ha deciso di rendere di nuovo disponibile il capolavoro del cinema "Via col vento" che sarà però introdotto da un video in cui viene spiegato di come il film neghi gli orrori della schiavitù americana. Sull'onda delle rivolte nate dopo la morte di George Floyd, la piattaforma aveva rimosso temporaneamente il titolo suscitando però molte polemiche.

"Via col vento" sarà quindi introdotto da un breve video in cui Jacqueline Stewart, professoressa del dipartimento di Cinema  presso l'Università di Chicago, spiegherà al pubblico di come il film non rappresenti in modo realistico gli orrori della schiavitù di quel periodo.

 

Esempio perfetto di supremazia bianca - La Stewart ha difeso la scelta di Hbo Max e alla Cnn ha spiegato: "Alcuni si sono lamentati che rimuovere il film sia stato un atto di censura. Per altri vederlo nel catalogo è stato come sentire del sale su ferite a cui non è stato mai permesso di guarire. Queste ferite si riaprono ogni volta che avviene un atto di violenza contro i neri.  Ma è proprio per via dell’ininterrotto disprezzo per le vite dei neri che 'Via col vento' dovrebbe restare in circolazione e disponibile. E' l’esemplare perfetto per lo studio della supremazia bianca nella cultura popolare.

 

"Via col vento": amori, tradimenti e... razzismo

Capolavoro della cultura popolare - Nel video introduttivo la professoressa spiega che la visione potrebbe provocare "disagio e persino essere dolorosa". La professoressa sostiene tuttavia l'importanza di avere a disposizione i classici di Hollywood nella loro forma originale, per guardarli e riflettere secondo i valori contemporanei. "Via col vento ha delineato il modo in cui varie generazioni hanno ritratto la schiavitù e il periodo successivo della ricostruzione", aggiunge. "Non si tratta solo di un importante documento relativo alle pratiche razziste del passato, ma anche un'opera durevole di cultura popolare che parla direttamente delle disuguaglianze razziali che sono tuttora presenti nei media e nella società".

 

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