Addio a Pippo Baudo, la camera ardente al Teatro delle Vittorie
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I funerali del presentatore tv, morto sabato sera all'età di 89 anni, si terranno mercoledì nella sua amata Militello (Catania)
Amici, volti noti e il suo pubblico salutano Pippo Baudo: continua l'omaggio collettivo alla camera ardente del presentatore tv, morto sabato sera all'età di 89 anni, allestita in un Teatro delle vittorie di Roma che ora chiedono di intitolare a lui. Oggi la camera ardente resterà aperta fino alle 12. Poi lo spostamento della salma a Militello in Val di Catania, dove mercoledì si terranno i funerali, nella Chiesa di Santa Maria della Stella.
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Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, parteciperà domani alle 16 ai funerali di Pippo Baudo nella chiesa di Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania, paese di origine del conduttore televisivo morto a Roma. La Regione sarà presente con il suo gonfalone e il picchetto d'onore del corpo forestale regionale.
"La cosa più importante, oltre ad averlo incontrato tante volte da bambino, è che era di fianco a me nel portare la bara di papà al funerale". Michele Bongiorno, figlio di Mike, ricorda così Pippo Baudo dopo aver visitato la camera ardente al Teatro delle Vittorie, a Roma. Tra Mike e Baudo c'era "un'amicizia sincera", ha detto, "ci hanno scherzato su molto i giornali ma giustamente è il mondo dello spettacolo e faceva parte del gioco di parlare di questa competizione. Ma non era una competizione, era un ispirarsi a vicenda, seguire il lavoro l'uno dell'altro, rispettarsi, ammirarsi artisticamente".
Il feretro di Pippo Baudo è appena partito dal Teatro delle Vittorie di Roma per il suo ultimo viaggio, verso la sua Sicilia. Uscito dal teatro, è stato accolto dal saluto di polizia e carabinieri e un applauso misto a urla dei fan come "Unico" e "Ciao Pippo". Poi è stato messo su un carro funebre grigio chiaro. Nell'auto, insieme alla bara, anche tre cuscini di rose rosse (e una sola di colore blu) mandati dai figli e i nipoti. Dunque, il carro è partito insieme ad altre due auto - una con la collaboratrice Dina e l'altra coi familiari. Prima di andare in Sicilia il veicolo passerà davanti all'ufficio di Baudo di via della Giuliana.
Alle 12 si è chiusa anche la seconda giornata dove la gente ha potuto portare l'ultimo saluto a Pippo Baudo.
Per Giorgio Panariello, Pippo Baudo è "il santo patrono del varietà. Varietà che purtroppo sta un po' scomparendo e che invece andrebbe rivalutato perché secondo me è una forma di spettacolo di cui abbiamo il copyright". Lo ha detto arrivando insieme a Marco Masini alla camera ardente allestita al Teatro delle Vittorie, a Roma."Spero che questa scomparsa possa aver acceso un faro sul varietà, che se ne sta andando piano piano", ha aggiunto. Quanto agli eredi, quelli "sono tanti, lui stesso lo ha detto tante volte, però io per patriottismo direi Carlo Conti".
Masini ha ricordato che senza Baudo "non sarebbe mai uscita 'Vaffanculo'. È stato il primo a sdoganarla e quindi a darmi la possibilità di farla arrivare a tutti e per questo lo ringrazierò sempre. Un grande coraggio che forse oggi manca nelle canzoni". "Sicuramente aveva capito che il tempo stava cambiando, sia da un punto di vista di evoluzione musicale stessa, sia da un punto di vista di mercato, di sistema e divulgazione - ha proseguito Masini -. Il passaggio dall'analogico al digitale l'aveva previsto. Questo vuol dire avere una visione a 360 gradi di quello che era il passato, di quello che è il presente e quello che sarà il futuro"
Ambra Angiolini, molto commossa, ha ringraziato Baudo per averla "rimessa in carreggiata quando ne avevo bisogno. Era un uomo gentile che chiedeva sempre prima 'come stai'. E questa credo che sia una bellissima cosa, non scontata". Nel frattempo sono entrati alla camera ardente anche il giornalista Salvo Sottile e l'attore Maurizio Mattioli. Arrivato anche Michele Placido: "A gennaio di quest'anno ha saputo che avrei messo in scena, la serie su Livatino, il giudice, e mi ha telefonato, perché aveva saputo che Papa Francesco aveva voluto questo progetto e mi aveva incontrato. Era curioso, ed era felice che io fossi regista". Di lui, l'attore ricorda pure "la tenerezza. L'altro ieri guardavo quando lui, dopo il successo di Romanzo Criminale, il film, mi chiese di coprodurre - lui direttore artistico, io regista e interprete - Mastro Don Gesualdo di Verga, ci teneva molto a questo progetto".
"Sono state dette tante cose giuste e belle su Pippo. Io quello che posso dire è che per tutti noi, non solo chi fa questo lavoro ma anche la gente comune, ha fatto parte per una vita delle nostre famiglie. Uno come Pippo Baudo è irripetibile. Ha fatto la televisione. A chi non manca? A chiunque. Manca alla signora che lo ha visto in televisione fino a qualche tempo fa e manca ad ognuno di noi che fa questo lavoro". Così il conduttore televisivo Amadeus dopo la visita alla camera ardente di Pippo Baudo al Teatro delle Vittorie a Roma. "Oggi abbiamo troppa fame di velocità, dobbiamo darci una calmata. La televisione di Pippo era una televisione bellissima. Lui era avanti già quando faceva i varietà all'epoca. I suoi Sanremo sono stati veramente avanti e rivoluzionari".
Amadeus ha ricordato quella volta che prima dei suoi Festival di Sanremo "in un ristorante non lontano da qui mi chiese di sedermi al suo tavolo. Io ancora non dovevo fare Sanremo. Era aprile, me lo dissero ad agosto o giù di lì. Non dimenticherò mai, lui mi disse, 'Tu devi fare Sanremo e casomai ti venisse chiesto devi fare così'. E mi elencò tutta una serie di cose che io ho stampato nella mia mente da quel giorno, come veramente dei comandamenti da osservare. Quella cosa non accadde per caso". Tra i consigli, "di fare le cose con grande passione, grande amore e rispetto per la gente a casa. Il rispetto è una cosa fondamentale, al di là poi dei consigli pratici per mettere in piedi". La televisione di Pippo era "una televisione bellissima, era avanti. Tutti possono essere in televisione, ma pochissimi la fanno".
"Come per la Carrà, come per Frizzi, Baudo è una persona che ha reso grande questa azienda e l'azienda lo deve ricordare al meglio. Non basterà uno spettacolo, ma intitolare questo teatro che l'ha visto protagonista per anni e ci ha visti tutti insieme a lui protagonisti... Meriterebbe il suo nome". Lo ha detto Piero Chiambretti, arrivando alla camera ardente in ricordo di Pippo Baudo al Teatro delle Vittorie, riaperta stamattina alle 9 e prevista fino alle 12. Baudo era "considerato un conservatore, mentre invece è stato rivoluzionario - ha aggiunto -. Perché andando a rileggere, vedere in queste ore sui teleschermi che cosa ha fatto? Ha inventato, non reinventato. Ha inventato la televisione italiana e per me è stato è stato un colpo molto duro quello di dover venire qui stamattina".
"Io ho fatto un Festival con Mike nel '97 ed era il primo Festival del dopo-Baudo e poi ho fatto l'ultimo Festival con Baudo nel 2008 - ha detto -. Un'esperienza doppia, perché sembrava che non si potesse fare il Festival senza Baudo e comunque si è sentita la mancanza, anche se quel Festival fu molto importante. E poi quell'ultimo Festival più difficile, dove ho visto un Baudo diverso, perché non è stato uno vincente. Ma anche in quel caso fu un grande gentiluomo che ha saputo assolutamente mostrare la propria faccia di fronte a un risultato non sufficientemente trionfale, prendendosi le proprie responsabilità".
Chiambretti ha ricordato il fatto che Baudo fosse "divertente anche quando non parlava, perché nel privato spesso usava la faccia, le smorfie, gli occhi che dicevano tantissimo". L'aneddoto scelto dal conduttore è uno "spiritoso, in una situazione come questa anche lui vorrebbe sdrammatizzare". I due andavano dallo stesso dentista, "e io ne ho il terrore, anche quando dovevo fare solo la pulizia dei denti mi facevo fare dosi da cavallo di anestesia, mentre lui apriva la bocca e dormiva". Era "coraggioso, sprezzante del dolore. E credo che anche nella malattia che aveva da molto tempo, l'abbia vissuta come sempre, con coraggio e con la voglia di riprendersi". "Io penso che Pippo Baudo incarnasse tutti noi, pregi e difetti dell'italiano - ha aggiunto - il fatto che nei suoi spettacoli entrasse spesso e volentieri la politica, l'attualità... Sanremo era una cassa di risonanza, quindi si è trovato a scontrarsi e a risolvere problemi anche con i sindacati, con i lavoratori, con cavallo pazzo, eccetera, era la dimostrazione che avesse un occhio a 360 sui fatti".
''Sarò molto egoista ma mi preoccupa l'idea di non esserci più, di sparire, di non lasciare un segno di non diventare un fiore, una palma''. Queste le parole di Pippo Baudo in un video postato sui social da Heater Parisi, un ''regalo'' che le aveva fatto 17 anni fa. ''Se tornassi cosa ti piacerebbe essere?", chiede a Pippo: '''Una farfalla, quelle belle colorate'.
La camera ardente in ricordo di Pippo Baudo, allestita al Teatro Delle Vittorie di Roma, ha riaperto. Ad accoglierla una fila che arrivava fino a Viale Mazzini. Primi ad arrivare la figlia del presentatore, Tiziana, e Piero Chiambretti. Ora è entrato Amadeus, che ha scelto di non rilasciare dichiarazioni all'arrivo.
Sono state circa 8mila le persone che dalle 10 di ieri mattina si sono recate alla camera ardente di Pippo Baudo al Teatro delle Vittorie, a Roma. È quanto si apprende da fonti informate. Oltre ai vip, molti i cittadini che hanno scelto di rendere omaggio al conduttore e che anche adesso si trovano davanti al Teatro. Oggi sarà possibile visitare la camera ardente dalle 9 alle 12.
L'ultimo ricordo di Pippo Baudo che ha Walter Veltroni è unico nel suo genere e lo ha condiviso appena udcito dalla camera ardente: "Venne a casa mia a vedere il Festival di Sanremo. Potete immaginare vedere il Festival di Sanremo con lui. Che miniera di storie, di aneddoti, di meraviglie era capace di raccontare. Poi sapeva far tutto, sapeva cantare, quindi improvvisava e aveva una memoria impressionante, che è la memoria tipica di chi ama il proprio lavoro". Come per Lino Banfi, "è gente che ha faticato, che non è nata avendo tutto garantito, ma a Militello, in Sicilia, dove si faticava per riuscire. Lui ha faticato tanto, ha fatto tante serate, tante trasmissioni televisive, non si risparmiava. Era la sua vita, in fondo. Se n'è andato dopo aver fatto, credo, la vita più bella che lui da bambino potesse sognare o immaginare".
Considerando il flusso di persone atteso per i funerali di Pippo Baudo, dopodomani a Militello Val di Catania, Trenitalia (gruppo FS), in accordo con la Regione siciliana che è committente del servizio, potenzierà l'offerta commerciale con bus nelle stazioni di Catania centrale, Militello e Gela. "La Regione, d'intesa con Trenitalia, ha voluto garantire un servizio di trasporto adeguato per consentire, a quanti vorranno, di partecipare in modo ordinato e sicuro - dice l'assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò - È un sentito e doveroso atto di rispetto verso un grande figlio della nostra terra: il compianto,presentatore ha rappresentato un patrimonio unico per la Sicilia e per l'Italia intera".
"Dedicare il Teatro delle Vittorie a Pippo Baudo? È una decisione che prenderà il consiglio d'amministrazione della Rai. Io credo che sia una valutazione che faremo. Sicuramente a Pippo Baudo verrà dedicato qualcosa di importante. Perché lui è stato un pezzo di storia importante per la nostra azienda". Così l'Amministratore delegato della Rai Giampaolo Rossi rispondendo ai cronisti fuori dalla camera ardente di Pippo Baudo allestita al Teatro delle Vittorie a Roma. "Anche nei momenti di crisi, e in tutte le grandi storie d'amore ci sono, il suo ritorno è stato caratterizzato da una grande voglia di esserci per la Rai" ha aggiunto l'amministratore delegato.
"Pippo Buado ha lasciato un vuoto incredibile nella storia del nostro Paese, ma anche nella storia della televisione e in modo particolare nella storia della Rai. Questo perché lui ha rappresentato veramente il volto più bello dell'intrattenimento, più elegante, più curioso. Era un grandissimo conoscitore del mezzo televisivo, lo ha innovato con grande capacità, era un perfezionista della TV ed era soprattutto un uomo legatissimo a questa azienda. E mi piace ricordare il fatto che quando la famiglia ha chiesto la possibilità di fare qui al Teatro delle Vittorie una camera ardente per Pippo nel giro di una notte l'azienda si è mobilitata".
"Posso dire di aver lavorato con i migliori. E poi Sanremo '95 quando siamo riusciti a salire su quel palco noi due insieme...". Alessandra Drusian del duo musicale Jalisse racconta con la voce rotta dal pianto i suoi ricordi di Pippo Baudo, prima di entrare assieme al marito-collega Fabio Ricci nella camera ardente al Teatro delle Vittorie di Roma. "Pippo ha creduto tanto in noi con quella canzone che era 'Vivo'", prosegue Ricci sull'edizione di Sanremo Giovani del '95 vinto dal duo, "lo abbiamo già ringraziato, perché ci ha fatto chiudere la canzone con il vocalizzo in alto di Alessandra". "Perché lui era molto creativo anche dal punto di vista musicale e secondo lui quello era il modo migliore per far volare la voce", aggiunge commossa Drusian.
Pippo Baudo "credeva tanto in me, neanche io ci credevo tanto come ci credeva lui all'inizio". Lo ha raccontato Giorgia ai cronisti fuori dal Teatro delle Vittorie, dopo aver reso omaggio alla salma dello storico presentatore in un momento di grande emozione culminato con l'abbraccio a Dina, la storica collaboratrice di Baudo, nel corso del quale è scoppiata a piangere. "Se non ci fosse stato Pippo nel '93 e, poi, nel '94, nel '95, e pure negli altri anni per un semplice consiglio, sicuramente avrei fatto un percorso diverso - ha proseguito - Stiamo salutando una parte della nostra storia, della nostra cultura, è proprio una perdita collettiva che in qualche modo ci unisce e questa è una cosa che poche persone riescono a lasciare come eredità". Negli ultimi anni di vita "gli era uscita fuori questa dolcezza che era lì che aspettava di uscire", ha aggiunto. "Io l'ho conosciuto in un momento di grande attività, di grande lavoro, con tempi serrati che non ci davano il tempo di avere conversazioni che ci siamo invece riservati negli ultimi anni. E lì c'era la sua saggezza, il suo saper vivere, la sua ironia e anche questa dolcezza che ho fatto mia per sempre".
"Ho soltanto parole di affetto per Pippo, perché mi ha aiutato nei momenti di difficoltà. Mi ricordo che all'inizio degli anni '80 ero un po' sparito dal giro". Così Gianni Morandi uscendo dal Teatro delle Vittorie dopo aver reso omaggio a Pippo Baudo alla camera ardente allestita negli studi Rai. "Ero in un momento di lunga crisi e lui mi chiamò e mi disse: vieni alla mia puntata di 'Fantastico'. Qualche hanno dopo l'ho chiamato e gli ho detto: 'Ti devo ancora ringraziare per quel gesto'. E lui mi rispose: 'Te lo meritavi!'. Con quel tono suo, come quando diceva: "'L'ho scoperto io!'", racconta il cantante. "Oggi piango anche un amico. Un amico perché ci sentivamo e ci volevamo bene", conclude Morandi.
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"Una fonte di informazione, sapeva tutto, sapeva commentare tutto e fare anche delle considerazioni importanti". È così che Edoardo Vianello ha ricordato Pippo Baudo, dopo aver reso omaggio alla salma dello storico presentatore al Teatro delle Vittorie. Il loro ultimo incontro? "A Bologna al Festival del Jazz. Mi ricordo che lui era molto affaticato, però una volta salito sul palco" è cambiato. Poco dopo è uscito dal Teatro anche Andrea Roncato. "Avevamo un rapporto familiare - ha detto - lui quando veniva a Bologna dormiva da noi. A parte il fatto che lui resta una pietra miliare della televisione, dello spettacolo, per quello che mi riguarda se n'è andato un parente. Un insegnamento che mi ha lasciato e che per me è molto importante è quello di rispettare il pubblico. Sono loro che ti danno da mangiare, devi fare i selfie quando li chiedono e devi essere felice che te li chiedano".
"Mi ha sempre dato tantissimi consigli. È l'uomo che mi ha cambiato la vita. Ha dato a me e la mia famiglia un'opportunità, un sogno". Laura Pausini ha ricordato così Pippo Baudo, entrando al Teatro delle Vittorie insieme a Paola Cortellesi e Riccardo Milani con un mazzo di rose bianche in mano. "Ho di lui tantissimi bei ricordi", ha detto con la voce rotta. Poco prima avevano fatto il loro ingresso mano nella manoGiorgia e Gianni Morandi, visibilmente commossi.
"Con Pippo Baudo se ne va un pezzo del '900, che ha accompagnato l'Italia verso la modernità. Ultimo dei grandi presentatori della Rai degli albori. È stato un gigante che, attraverso le note leggere dei suoi programmi e il suo stile garbato ed elegante, ha contribuito alla crescita del costume del Paese e della popolarità della Rai di cui era un simbolo ineguagliato. È stato tra i principali protagonisti della trasformazione della società italiana del dopoguerra attraverso la televisione, uno straordinario conduttore e un direttore artistico sempre al passo con i tempi, capace di passare dal ruolo di padrone di casa nelle trasmissioni televisive a talent scout straordinario, a organizzatore di eventi popolari e complessi come il Festival di Sanremo. Lo ricordiamo anche sul grande schermo. Il cinema si è avvalso della sua straordinaria versatilità e popolarità e spesso lo ha chiamato in piccole parti a interpretare se stesso". Lo affermano il presidente Anica Alessandro Usai e il segretario generale Gaetano Blandini.
"Ciao Pippo, amico caro! In questo momento Il mio saluto a te è legato soprattutto alla musica, a tutto quello che abbiamo fatto insieme…. Penso, ad esempio, a 'Joe temerario': sei stato il primo a crederci, tu l'hai salvata perché la ritenesti una canzone vera, importante, al punto da farne la sigla di Domenica In nell'84 e a 'Vorrei incontrarti fra 100 anni', con la quale Tosca ed io vincemmo il Festival di Sanremo nel 96! Grazie per quello che sei sempre stato, per la nostra musica italiana che hai tanto amato!". Così Ron ricorda Pippo Baudo nel giorno della commemorazione del noto presentatore.
Carlo Conti rende omaggio al feretro di Pippo Baudo alla camera ardente allestita al Teatro delle Vittorie a Roma. Il presentatore lo ricorda così: "Si è spenta la tv, personalmente si è spento un faro, un punto di riferimento importantissimo però in qualche modo è uno di quei personaggi che passano alla storia quindi non ci lasceranno mai per tutto quello che ci ha regalato. Baudo è stato un grande esempio nel trasformare il presentatore in conduttore cioè in quello che nello stesso tempo detta anche i tempi del programma televisivo, in questo è stato uno dei primi, forse il primo". A chi gli chiede se si senta un suo erede risponde: "No, non esistono eredi, è impossibile essere eredi di Baudo". Conti spiega che "quando mi dicevano che baudeggiavo mi facevano il più grande complimento, era come dire a un calciatore che ha battuto una punizione come Maradona, quindi per me è sempre stato un motivo di orgoglio". L'Ariston ha annunciato che intitolerà il camerino principale a Pippo Baudo: "Sarà un onore allora entrare in quel camerino", commenta. Rispetto alla possibilità che nasca un premio in suo onore dice: "Troppo presto per parlarne, l'abbiamo ricordato ogni anno, figuriamoci stavolta che sarà il primo festival senza Pippo". Il suo più grande insegnamento è stato "fare una tv garbata, corretta, nel rispetto dei telespettatori".
Fiorello è arrivato alla camera ardente con la moglie Susanna Biondo. Nessun post sui social, ma lo showman è rientrato dalla Sardegna, dove si trovava in vacanza, e si è stretto in un lungo abbraccio con la figlia di Pippo, Tiziana Baudo. "Io ho 65 anni, e quando ho cominciato a capire qualcosa Pippo cominciava - spiega Fiorello - Quindi per me Pippo è sempre esistito. E da siciliano ancora più degli altri, perchè lo guardavo anche ad Antenna Sicilia, quando faceva il Festival della canzone siciliana. Noi siciliani siamo sempre stati orgogliosi di avere Pippo Baudo come nostro corregionale. Pippo Baudo è siciliano come 'a noi'". Rosario Fiorello, intercettato dai cronisti all'uscita della camera ardente di Pippo Baudo, allestita al Teatro delle Vittorie di Roma, prosegue: "Pippo era qualcosa di più. Più dei 13 Sanremo, o delle centinaia di pagine di televisione scritte. Pippo era qualcosa di più. Era 'la televisione'. Pippo è la televisione. Lui ha tracciato un solco in cui tutti siamo andati dietro a fare quella televisione, ad inseguire quella televisione fatta di grandi professionalità di lavoro, ma al contempo genuina, che lascia anche spazio non solo alla perfezione del numero in se stesso, ma in cui c'è anche l'uomo, l'umanità degli spettacoli di Pippo. Ci ha insegnato senza volere insegnare. Non c'è un aggettivo per descrivere appieno cosa rappresenta lui per la tv italiana e soprattutto per la Rai che gli deve moltissimo. Ho sentito che vorrebbero fare una sua statua a Sanremo, la dovrebbero fare a viale Mazzini, dove sta il cavallo".
"Ha accompagnato un Paese, quando qualcosa lo diceva Pippo Baudo voleva dire che era vero. Era una persona straordinaria che ti rispondeva sempre al telefono, se c'avevi bisogno lui correva". Lo ha detto Max Giusti alla camera ardente di Pippo Baudo allestita al Teatro delle Vittorie. "Io ho iniziato a fare la televisione e i miei primi passi quando c'era lui, quando mi serviva un consiglio c'era lui. -racconta - andavi nel suo camerino, lui ti riceveva ancora un po' in déshabille, ed era bellissimo".
Eros Ramazzotti si è commosso alla camera ardente di Pippo Baudo al Teatro delle Vittorie di Roma e lo ha ricordato così: "Addio al migliore, è dura".
"Scherzavamo sempre sul fatto che eravamo le 4 B del '36: Banfi, Baudo, Bergoglio e Berlusconi e ahimè sono rimasto solo io..." . Lo dice un emozionato Lino Banfi, arrivando alla camera ardente di Pippo Baudo al teatro delle Vittorie a Roma. Banfi ha lanciato anche una proposta: intitolate il Teatro delle Vittorie a Pippo Baudo.
Si è formata una coda di circa un centinaia di persone al Teatro delle Vittorie, a Roma, all'apertura della camera ardente di Pippo Baudo.
Al Teatro delle Vittorie di Roma, per rendere omaggio a Pippo Baudo è arrivato anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Fra le corone intanto intorno alla bara, con un picchetto di carabinieri in alta uniforme, spiccano quelle del Presidente della Repubblica, del presidente della Camera, del sindaco di Roma e della Rai.
L'ex moglie di Pippo Baudo Katia Ricciarelli e Mara Venier sono arrivate sottobraccio alla camera ardente allestita al teatro delle Vittorie. Nello studio dove il conduttore ha realizzato i suoi più importanti programmi, il feretro sul fondo di un sipario rosso è circondato da rose rosse; su uno schermo televisivo scorrono immagini della carriera del presentatore, proiettate anche all'entrata. Venier e Ricciarelli si sono sedute nello spazio riservato alla famiglia, dove hanno abbracciato la figlia e l'assistente di Baudo. Tra i primi ad arrivare anche Gigi Marzullo e Gloria Guida.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è arrivato al Teatro delle Vittorie per rendere omaggio a Pippo Baudo. Il feretro del popolare conduttore, scomparso sabato scorso a 89 anni, è arrivato poco prima delle 9 nel luogo simbolo della Rai. Alle 10 la camera ardente sarà aperta al pubblico per l'ultimo saluto. Sono attese anche Mara Venier e l'ex moglie di Baudo, Katia Ricciarelli.
Il feretro di Pippo Baudo, scomparso sabato sera all'età di 89 anni, è arrivato al Teatro delle Vittorie, a Roma, dove è stata allestita la camera ardente che aprirà alle 10 per l'ultimo saluto da parte del pubblico. La Rai ha scelto uno dei luoghi che lo hanno visto tante volte protagonista. La camera ardente sarà aperta dalle 10 fino alle 20 e dalle 9 fino alle 12 di martedì 19 agosto. La salma poi verrà trasferita in Sicilia, dove mercoledì 20 agosto alle ore 16 si terranno i funerali, a Militello Val di Catania, nella Chiesa di Santa Maria della Stella.