la richiesta della procura di monza

Morgan rischia 9 mesi: insultò i poliziotti durante lo sfratto del 2019

La difesa del cantautore: "Non riconobbe gli agenti in borghese, profonda sofferenza psicologica". Sentenza attesa il 17 novembre

27 Ott 2025 - 17:59
 © Ansa

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La Procura di Monza ha chiesto una condanna a nove mesi di reclusione per Marco Castoldi, in arte Morgan, accusato di oltraggio a pubblico ufficiale. L'episodio risale al giugno 2019, quando il cantautore, durante l'esecuzione dello sfratto dalla sua abitazione di Monza, avrebbe rivolto insulti e parole offensive agli agenti intervenuti. La vicenda, già al centro di grande attenzione mediatica, si inserisce in una fase complessa della vita dell'artista, che in più occasioni aveva definito quello sfratto come "il giorno più nero" della sua carriera.

L'imputazione: perché la Procura chiede 9 mesi

 Secondo la ricostruzione dell'accusa, Morgan avrebbe offeso pubblicamente alcuni poliziotti presenti all'atto esecutivo di sfratto, apostrofandoli con espressioni considerate oltraggiose. La Procura ha chiesto per lui una pena di nove mesi di reclusione, ritenendo che le frasi pronunciate fossero lesive della funzione e della dignità del pubblico ufficiale. Il procedimento, aperto a seguito della denuncia degli agenti, è giunto ora alle battute finali, con la discussione in aula e la richiesta di condanna da parte del pubblico ministero.

Gli insulti contestati durante lo sfratto del 2019

 Nel corso del processo, sono stati riportati i termini che avrebbero dato origine al procedimento. Morgan, secondo l'accusa, avrebbe definito gli agenti "mostri", "ignoranti" e "ridicoli", paragonandoli a "boia" e "becchini". Le espressioni sarebbero state pronunciate nel momento di maggiore tensione, quando l'artista si trovava di fronte alla perdita della casa che ospitava anche il suo studio di registrazione. Le immagini di quella giornata, riprese e diffuse all'epoca anche dai media, mostravano un clima concitato e carico di tensione.

La linea difensiva: agenti in borghese e sofferenza per la casa-studio

 Assistito dall'avvocato Roberto Iannaccone, il cantautore ha spiegato di non aver riconosciuto i poliziotti, in quanto in abiti civili, e di aver rivolto le proprie rimostranze non agli agenti ma all'acquirente dell'immobile e all'ufficiale giudiziario. La difesa ha sottolineato lo stato di "profonda sofferenza psicologica" in cui versava l'artista, dovuto alla perdita della propria abitazione, un luogo per lui simbolico e strettamente legato alla sua attività musicale. Le parole pronunciate, ha sostenuto la difesa, sarebbero state "sarcastiche e teatrali", più espressione di frustrazione che di volontà offensiva.

Le tappe del procedimento e la data della sentenza

 Il processo si è svolto davanti al Tribunale di Monza, dove nelle ultime udienze sono stati ascoltati testimoni e acquisite le deposizioni. Dopo la requisitoria della Procura e l'arringa difensiva, il giudice ha fissato la data della sentenza al 17 novembre. Fino ad allora, Morgan resta imputato e non vi è ancora una decisione definitiva. L'esito del processo chiarirà se le parole pronunciate nel 2019 potranno essere considerate un reato o un eccesso verbale in un momento di grande tensione personale.

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