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Addio al poeta Benjamin Zephaniah, fu anche attore in "Peaky Blinders"

Zephaniah è morto a 65 anni dopo che otto settimane fa gli era stato diagnosticato un tumore al cervello


Addio al poeta Benjamin Zephaniah, fu anche attore in "Peaky Blinders" - foto 1
IPA

Lo scrittore e poeta Benjamin Zephaniah è morto all'età di 65 anni, dopo che otto settimane fa gli era stato diagnosticato un tumore al cervello.

L'annuncio è stato dato con un post sul suo account Instagram, nel quale si dice che la moglie di Zephaniah "è stata sempre con lui ed era al suo fianco quando è morto". "Lo abbiamo condiviso con il mondo e sappiamo che molti saranno scioccati e rattristati da questa notizia", ha aggiunto. Zephaniah era famoso anche come attore per il suo ruolo nella serie di successo "Peaky Blinders".

 

 

Nella serie prodotta dalle Bbc Zephaniah è apparso in 14 episodi tra il 2013 e il 2022, interpretando Jeremiah "Jimmy" Jesus. Benjamin Zephaniah era nato e cresciuto a Handsworth, Birmingham, figlio di un postino barbadiano e di un'infermiera giamaicana. Dislessico, aveva lasciato la scuola a 13 anni, senza sapere né leggere né scrivere. Trasferitosi a Londra a 22 anni, poco dopo aveva pubblicato il suo primo libro, "Pen Rhythm".

 

I suoi primi lavori utilizzavano la poesia dub, uno stile giamaicano che si è evoluto nell'omonimo genere musicale, e si esibì anche con il gruppo The Benjamin Zephaniah Band. Proprio la poesia dub aveva contribuito a renderlo un volto familiare della televisione britannica, grazie alle continua ospitate in programmi che gli avevano consentito di portare al grande pubblico questo genere letterario. Nel corso degli anni Zephaniah ha scritto anche cinque romanzi e poesie per bambini, e il suo primo libro per i lettori più giovani, "Talking Turkeys", pubblicato nel 1994, ha avuto un enorme successo.

 

Si è spesso espresso su temi come gli abusi razziali e l'istruzione, al punto da rifiutare nel 2003 l'onorificenza di ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico a causa dell'associazione di tale onorificenza con l'Imperialismo britannico e la sua storia di schiavitù. "Per tutta la vita ho lottato contro l'impero, contro la schiavitù e il colonialismo - avrebbe poi dichiarato in una intervista del 2020 -. Ho scritto per entrare in contatto con le persone, non per impressionare i governi e la monarchia. Potrei quindi accettare un'onorificenza che mette la parola Impero sul mio nome? Sarebbe ipocrita".

 

 

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