Venezia 2025, gli arrivi in Laguna da Julia Roberts a Noomi Rapace
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L'apertura del Concorso affidata al nuovo film del regista napoletano con Toni Servillo. Al regista tedesco il Leone d'oro alla carriera
La giornata inaugurale dell'82esima Mostra del Cinema di Venezia ruota intorno alla cerimonia ufficiale d'apertura che avrà per conduttrice la due volte vincitrice del David Emanuela Fanelli. Al debutto uno dei titoli più attesi di quest'edizione, il primo dei cinque film in gara, "La Grazia" di Paolo Sorrentino, che apre il concorso. Grande protagonista anche il regista tedesco Werner Herzog, autore di capolavori come "L'enigma di Kaspar Hauser" e "Fitzcarraldo", che riceverà il primo dei due Leoni d'oro alla carriera 2025 (l'altro andrà a Kim Novak). A fare la laudatio per il suo riconoscimento sarà un altro maestro del cinema, Francis Ford Coppola.
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Nel suo nuovo film Paolo Sorrentino ritrova l'attore che ha più incarnato finora le sue visioni e ossessioni, Toni Servillo, qui nei panni, stando alle poche informazioni ufficiose disponibili (non è stata diffusa finora una sinossi ufficiale) di un presidente della Repubblica a fine mandato che affronta dei dilemmi morali quando deve decidere su due domande di grazia. C'è grande interesse anche per "Mother" della macedone Teona Strugar Mitevska, ritratto anticonvenzionale di un episodio della vita di Madre Teresa di Calcutta, qui interpretata da Noomi Rapace.
"La Biennale è tutt'altro che indifferente, chiusa, rispetto al resto del mondo, a quello che sta succedendo, a quello che ci circonda e credo che sia il modo migliore per testimoniare la nostra partecipazione a eventi così drammatici dei quali auspichiamo al più presto la conclusione" ha spiegato il direttore della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera parlando a margine della pre-inaugurazione della kermesse, a proposito delle polemiche legate alla questione di Gaza dopo la lettera aperta di un gruppo di artisti pro Palestina. Eventi che "invece sembrano essere dimenticati dalla maggior parte di noi, dai nostri governanti, dagli stati che assistono impotenti a un massacro che non possiamo giustificare in alcun modo. Però siamo qui anche per aprire una mostra e questo è il compito che mi spetta, anche se non è facile".
A poche ore dall'apertura di Venezia 2025 il glamour ha ceduto il passo alla realtà della guerra e ai massacri in corso a Gaza. La mobilitazione iniziata ormai da giorni, da parte di associazioni e gruppi di artisti, culminata nella lettera aperta di Venice4Palestine che ha raccolto oltre 1500 firme di artisti, giornalisti, attivisti, italiani e internazionali, ha avuto un primo effetto "ufficiale". L'intervento, nella cerimonia di preapertura, di Don Nandino Capovilla, il parroco di Marghera, coordinatore di Pax Christi dal 2009 al 2013, fermato all'aeroporto di Tel Aviv ed espulso da Israele il 12 agosto scorso. Una scelta doverosa, sottolinea il direttore della Mostra Alberto Barbera, "mentre ci ritroviamo impotenti ad assistere a un massacro che non possiamo giustificare neanche un po'". Il sacerdote ha sottolineato che quanto sta accadendo a Gaza "può essere fermato e non lo stiamo facendo, o non abbastanza: possiamo smettere di inviare armi a Israele, possiamo indurlo al rispetto del diritto, a lasciare che le agenzie Onu, coordinate da Ocha, tornino a soccorrere una popolazione stremata; possiamo renderci conto che finché non finisce l'occupazione è assurdo e ipocrita ripetere il ritornello dei 'due popoli, due stati". A introdurre Don Capovilla è stato il presidente della Biennale, Pietragelo Buttafuoco "Ho attraversato le strade di Catania e ho trovato una scritta che mi ha fatto riflettere, mi ha procurato un dolore - ha spiegato -. La scritta che ho visto diceva che non si sta zitti, non si fa silenzio solo quando i bambini dormono e si comincia a gridare a parlare, a fare rumore quando i bambini muoiono".
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