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Venezia 2025, in "Jay Kelly" George Clooney è un divo in crisi d'identità

Al Lido il nuovo film di Noah Baumbach: "Gli attori cercano sempre di capire chi sono all'interno dei personaggi che interpretano, e alla fine è un po' ciò che tutti facciamo nella vita"

29 Ago 2025 - 09:09
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"E' possibile essere una star di Hollywood e vivere una vita normale? "Jay Kelly" per la regia di Noah Baumbach, in concorso all'82esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, racconta come le celebrità vivono professione e privato e quanto debbano sacrificare per il loro ruolo. George Clooney è il protagonista, assente in conferenza stampa a causa di una sinusite e presente sul red carpet.

La storia

 Il film segue il famoso attore cinematografico Jay Kelly (George Clooney) e il suo devoto manager Ron (Adam Sadler) in un vorticoso viaggio di inattesa profondità attraverso l'Europa. Lungo la strada sono entrambi costretti a fare i conti con le scelte che hanno fatto, i rapporti con i loro cari e con ciò che lasceranno alle generazioni future.

Ovazione per Clooney

 Un'ovazione di dieci minuti ha accolto la prima mondiale del film. Clooney è rimasto seduto per l'intera proiezione nella Sala Grande del Lido, visibilmente emozionato. Al termine del film, la sala è esplosa in un lungo applauso, con il pubblico che ha iniziato a scandire il suo nome: "George, George!". In un primo momento è rimasto seduto, quasi sorpreso, poi si è alzato tra gli applausi crescenti, ringraziando e abbracciando uno a uno il regista e il cast, in un clima di autentica celebrazione segnata simbolicamente da una standing ovation finale. Il pubblico presente nella Sala Grande del Palazzo del Cinema ha accolto con entusiasmo questa commedia-drammatica che segna il ritorno di Baumbach a Venezia dopo "Marriage Story" (2019) e "White Noise" (2022). Tra le star presenti, oltre a Clooney (la cui presenza era rimasta incerta fino alla fine a causa dell'indisposizione) e Sandler, anche Laura Dern, Billy Crudup, Riley Keough, Eve Hewson e Alba Rohrwacher, parte di un cast corale applaudito a lungo.

Noah Baumbach e il tema dell'identità

  Durante la presentazione in conferenza stampa, Adam Sadler ha detto di essere stato emozionato nel fare la parte di un uomo così devoto a Jay Kelly-George Clooney: "Le persone che lavorano con me mi danno il loro cuore. Quando lavori duramente come attore, si trova sempre il tempo per uscire con la famiglia bisogna far sì che la famiglia ci accompagni e quando non sono con noi ci si spezza il cuore". Noah Baumbach ha scelto l'industria cinematografica come oggetto del suo film perché "parlare di una star del cinema che affronta una crisi è anche un viaggio interiore, e abbiamo presto scoperto che se si fa un film su un attore si fa un film sull'identità e sulla performance. Ogni attore cerca di capire chi è la persona che rappresentiamo e anche la nostra performance nella vita, come genitori o come amici. Ho voluto giocare con questa idea, come siamo e come riusciamo a fare pace con chi siamo e chi rappresentiamo". Per il regista è stato "divertente vedere l'ambiente del mondo del cinema, il nostro interesse è sempre stato quello della ricerca del sè". Il regista ha scritto questo ruolo proprio per George Clooney, "mi sembrava importante che il pubblico avesse una relazione con George-Jay, il personaggio cerca di sfuggire a se stesso e io chiedevo a George di rivelarsi sempre di più e l'ha fatto in modo straordinario. E sul set mi sono commosso. Tutti gli attori hanno alzato l'asticella per tutto il film. Tutti hanno dovuto essere la migliore versione di se stessi".

Laura Dern sulla vita degli attori

 Laura Dern interpreta la responsabile dei rapporti con la stampa di Jay Kelly, e ha spiegato che "seguirà Baumbach ovunque, questa storia è una grande riflessione sul sè. Essendo cresciuta in una famiglia di attori devo dire che l'onestà era un grande valore, soprattutto nel rappresentare se stessi. Essere stata circondata da attori nella mia vita porta a un grande livello di onestà e non ho mai pensato fosse una maschera ma un grande dono che mi ha dato la vita. Ho iniziato a fare l'attrice a 11 anni, ho dovuto imparare a difendermi e d affrontare le relazioni in modo protetto. E' stato un grande dono per me avere attorno a me una comunità d'attori e da George Clooney che sta troppo male per essere qui e che ha fatto una performance davvero importante".

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