L'INTERVISTA

Vale Lp, musica senza barriere: "Dal confronto e dalle diversità nasce la magia"

La cantautrice ha pubblicato il suo primo album "Guagliona", dove mescola stili e generi con efficacia. Tgcom24 l'ha incontrata.

di Massimo Longoni
27 Mag 2024 - 12:26
 © Antonio De Masi

© Antonio De Masi

Si è messa in luce negli ultimi muovendosi con sicurezza tanto su palchi importanti quanto negli studi televisivi. Adesso Vale Lp arriva al primo album. E' uscito "Guagliona", in cui la giovane cantautrice napoletana punta dritta al cuore delle cose affrontando con una penna efficacissima  le tematiche e gli interrogativi di una giovane ragazza di 24 anni: l’amicizia, l’amore, la famiglia, il desiderio di realizzazione e del fuoco ardente della musica trovano nelle parole di Vale Lp una nuova prospettiva di racconto.

© Tgcom24

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Classe 1999 viso d'angelo e personalità da vendere, Vale Lp (al secolo Valentina Sanseverino) è cresciuta a pane e musica. La sua scrittura è sinonimo di mescolanza e inclusività: crudezza e poesia, pubblico e privato, elementi hip hop e cantautorato, cultura popolare e riferimenti internazionali. Pino Daniele e Kanye West possono trovare un punto di contatto nelle sue composizioni che hanno nei testi una forza di impatto fuori dal comune. Si è fatta le ossa pubblicando in proprio su Soundcloud, ha provato la via del talent con "X Factor" ed è passata anche per Sanremo Giovani. Lasciando sempre il segno grazie a una personalità spiccata, la stessa che le ha fatto catturare l'attenzione del pubblico all'ultimo Primo Maggio nonostante il diluvio. 

"Guagliona" è il termine che ti rappresenta in questo momento? 
Mi rappresenta anche se guaglione è un termine che a Napoli viene usato prettamente per i maschietti. La cosa bella è che è una parola quasi libera, che ha bisogno di un aggettivo tipo il "bravo guaglione". Invece il mio è un titolo androgino, quasi inclusivo, e spera di arrivare a più persone indipendentemente dall'età anagrafica e da chi siamo. Perché il disco racconta delle emozioni quotidiane, tenta di scarnirle dal fatto che magari alcune cose le provano solo i giovani altre invece solo gli adulti, o magari delle cose sono più emozioni femminili piuttosto che maschili. Questa è una declinazione sociale che non mi appartiene: "Guagliona" è un disco fatto per gli altri, dove parlano gli altri attraverso storie che ho "rubato" in giro.

© Ufficio stampa

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Cosa c'è in questo album?

Sono finiti dentro due anni intensi, concentrati esclusivamente sulla musica. E dalla copertina al titolo abbiamo cercato di dare questa visione, una maschera positiva che tutti potessero indossare, esistere così come si sentono senza dover dire per forza, sono così e dunque domani anche, che sposa l'incoerenza umana, sposa gli antipodi, è un disco dove i brani accolgono proprio delle emozioni che le vedono su punti di vista totalmente differenti e dunque anche di dare questa visione super inclusiva perché è un disco poco egoriferito e molto inclusivo per quanto mi riguarda. 

Oggi è molto diffuso un tipo di scrittura concentrato su se stessi, mentre tu racconti gli altri. Hai sempre avuto questa predisposizione a guardare le vite degli altri? 

No, la musica per me nasce come momento di sfogo quasi propedeutico alla terapia che è quello del linguaggio intimo e personale privato che viene fuori spesso anche nel disco. Inizialmente avevo un po' questo sentimento di dovermi raccontare, poi dopo le varie esperienze, dopo ovviamente essere cresciuta ho compreso e mi è venuta la voglia di alzare la testa, da miei altri lavori anche perché è meno indie nella costruzione mia personale di ragazza a casa davanti a un microfono che si sfoga un disco creato è nato dall'incontro di più musicisti fatto per suonare e io stessa non ho scritto molto, ho sempre con un'attenzione ovviamente spasmodica perché io sono così ma è un disco cantato, registrato con una posizione tale da arrivare già agli altri.

Come sono nate le canzoni di "Guagliona"?

Sono brani nati proprio da jam session, dove io sputavo pensieri e concetti di storie che magari mi navigavano nella testa da un po'. Dopo le prime esperienze, anche televisive, ho sentito dentro di me l'urgenza di concentrarmi sul sound, sulla musica: volevo crescere come musicista. Non ci siamo mai detti di fare un disco, abbiamo semplicemente suonato per un anno e mezzo e quando abbiamo visto che avevamo 40 tracce abbiamo capito che era il caso di fermarsi. Anche sceglierle è stato difficile, però è questa la differenza che si è vista anche nel mio modo creativo di intendere queste canzoni che fanno parte del disco

La tua musica sembra vivere spesso di contrasti e l'inizio del disco lo conferma, con due brani, "Fiore per te" e "Amma Fa O Pop", dall'anima molto diversa...

Entrambe le canzoni mi rappresentano al 100%. E' un disco che nasce dalla diversità, dal fatto che anche facendo un lavoro su me stessa mi sono resa conto che dentro di me esistono più cose differenti. Anche nella scelta della tracklist è stato accentuato questo passaggio bizzarro tra vari mondi che come filo conduttore hanno me, la mia voce, ma che anche stasi differenze nelle varie tracce. "Fiore per te" è il brano più intimo del disco, si apre e si stende su un giro di piano e due bassi che comunicano tra di loro e c'è spazio solo per questo racconto fragile, intimo, emotivo. E' uno degli ultimi brani che ho scritto. All'inizio volevo tenerlo per l'ultimo perché lo immaginavo come un ringraziamento a chi aveva ascoltato, poi abbiamo scelto di metterlo all'inizio perché era un giusto segnale per far comprendere che al netto del fatto che dei brani sorridano, altri un po' di meno, altri si muovono, siamo in uno spazio intimo e personale e privato.

© Alice Castelli

© Alice Castelli

Invece "Amma Fa O Pop"...

Quello è uno schiaffo! E anche un po' l'inizio di una parte del disco che si riferisce più all'intrattenimento, è un brano corale. Poi cammino molto con l'immaginazione, quindi tutte le storie le ho anche viste, cioè per me ci sono dei personaggi veri che hanno vita propria e ci sono degli scenari e delle scenografie. "Amma Fa O Pop" è un film di Totò e Peppino, è Pinocchio con il gatto e la volpe, "Amma Fa O Pop" parla di due amiche che entrano nel mondo del business da piccole e si specchiano con un mondo che non conoscono e un po' a che fare anche con un racconto tipico di una figura particolare napoletana che si chiama il "magliaro". Mi piaceva questo gioco perché appunto racconta di me e di Angela che è questa mia amica che fa anche la musica (Lil Jolie, tra i concorrenti dell'ultima edizione di "Amici" - ndr). Che partiamo alla volta di Milano con questi valigioni da Napoli con le nostre famiglie che ci portano il caffè, le cose così, andiamo tutti e due in questo treno che per la prima volta ci hanno pagato in prima classe e fantastichiamo su questo mondo e sul fatto che comunque noi veniamo effettivamente da Sparanise e non conoscevamo questo mondo della discografia e quindi diciamo cavolo ci fotteranno, però in realtà noi siamo qui per divertirci quindi non ci fotteranno mai veramente e poi comunque è incluso anche un passaggio molto sincero e profondo. 

Quanto lavori tu su un testo?

Molto. Nonostante i miei testi nascano tutti da quasi freestyle, momenti in cui vado a braccio con frasi ridondanti che mi fanno sentire delle cose, in un secondo momento c'è una parte molto dettagliata, quasi di disciplina. Il mio sogno era quello di scrivere dei libri, scrivo delle poesie. Poi ho incontrato Angela, che invece è musicista, e così ho unito queste due mie passioni, perché poi mi sono sempre rifugiata nella musica, l'ho sempre utilizzata anche da piccola come modo per comunicare ciò che sentivo in famiglia. Magari avevo una discussione con mia mamma e le dicevo "ascoltati questa canzone" perché non ce la facevo a dire mamma scusami. Quindi un po' ho unito queste due cose da cui nasce questa attenzione. 

Come definiresti il tuo stile di scrittura?

Tento di creare un nuovo linguaggio unendo anche un modo di narrare fantastico, fantasioso, che si allontana dal "io sono, io ho, io sento". Mi piace molto parlare per immagini, credo sia un modo potente di entrare nell'immaginazione della gente. Però c'è anche una ricerca a essere diretti, a semplificare. Le storie prima le vedo e poi iniziano "a suonare e cantare" nella mia testa. I testi sono l'ambito dove mi vedo più protagonista. Ovviamente intervengo anche nella creazione del sound, cioè suonicchio, strimpello, ho curato tutta la direzione artistica con il mio produttore, ma poi lascio fare ai musicisti il loro lavoro mentre mi chiudo in maniera ossessiva sui testi perché è il mio guilty pleasure, è quello che so fare meglio.

© Antonio De Masi

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I testi mescolano italiano e napoletano: cosa ti ispira l'uso di uno o dell'altro?

Mi rendo conto che parlo napoletano quando scendo molto più in profondità. In realtà io parlo in napoletano durante tutta la mia giornata, quando mi arrabbio lo faccio in napoletano... In realtà ho sempre scritto e cantato in napoletano, ma poi per lasciare brani in napoletano ci ho messo un po' perché ho sempre avuto una sorta di pudore. Io sono nata a Napoli e poi mi sono trasferita a Caserta e dentro di me c'è quasi un senso di non meritarmi di essere napoletana. Napoli è una piazza molto difficile dove non puoi far finta, il napoletano se ne accorge quando parli col cuore oppure quando ti stai solo mettendo un vestito addosso perché segui la moda.

Oltretutto negli ultimi tempi la musica napoletana sta vivendo un momento molto importante...

Infatti è strano che poi questo disco sia uscito esattamente oggi, quando Napoli è molto attenzionata, motivo di più per cui il limbo tra il capire se uno l'ha fatto con il cuore oppure se uno l'ha fatto per moda è molto sottile. Ma io so dentro di me che la mia verità è questa, che io ho sempre visto Napoli con me, come una persona hai conosciuto da giovane e che vuoi riconquistare dopo averla persa. Oggi l'ho fatto in questo disco e ne sono orgogliosissima, sono veramente contenta anche dei brani scritti in napoletano, li sento super veri, li sento super coerenti a quello che sono e che finalmente ho avuto il coraggio semplicemente di farli.

Hai citato l'esperienza televisiva, sei passata dai "X Factor", che cosa ti ha lasciato quell'esperienza?

Ero una ragazza, quando mi rivedo, rivedo Valentina, super Valentina, e tutto mi è servito. Oggi non la rifarei semplicemente perché l'ho già fatta. E' stata comunque un'esperienza formativa e forse è quella che mi ha fatto uscire dicendo: "Ok voglio concentrarmi sulla musica". In più sono una persona che ama mettersi in gioco ma la tv non è la piazza che mi riesce meglio. In televisione ancora oggi quando mi vedo, vedo una Valentina che ha paura. Però è una cosa che voglio superare, perché quel mezzo molto spesso ti permette di arriva a persone anche differenti da te, che poi è un po' anche l'obiettivo che mi pongo con questo disco. Non voglio parlare solo ai miei simili, alla gente che magari può comprendere subito. Vorrei arrivare a delle persone anche diverse da me, che hanno scopi e modi di pensare totalmente differenti da quelli che posso rappresentare io perché è da confronto e dalla diversità che nasce la magia.

Questa la tracklist di "Guagliona"

Fiore per te

AMMA FA O’ POP

Dolce Cattiva Drogata

Amici Nemici

Stronza

Ma che teng a verè

A casa di Maria… Skit

Marooo Feelings

GUAGLIONA (solo nelle versioni cd e vinile) featuring ***

Malumore

FORTUNA

Cose che non dico a Nessuno

Tempo Libero

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