Il giornalista Awdah Hathaleen aveva contribuito alla realizzazione del documentario
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Awdah Hathaleen, attivista e giornalista palestinese che ha contribuito alla realizzazione del documentario premio Oscar "No Other Land", è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco durante un attacco di un colono israeliano in Cisgiordania. In un video virale sui social si vede un uomo sparare: si tratterebbe di Yinon Levi, già sanzionato da Ue e Stati Uniti e ora agli arresti domiciliari.
Il filmato dell'attacco, virale sui social e pubblicato sui media internazionali tra cui il "Guardian", punta il dito sul colono israeliano Yinon Levi, sanzionato da Ue e Londra e inserito nella lista delle misure Usa dal presidente Joe Biden, ma poi rimosso da Donald Trump.
Secondo gli attivisti palestinesi del villaggio di Umm al-Khair, luogo dell'attacco, tutto è nato dall'azione di un colono che a bordo di un bulldozer ha attraversato il loro terreno, distruggendo alberi e proprietà. Quando un residente si è avvicinato per chiedere all'autista del bulldozer di fermarsi, è stato travolto con la lama del bulldozer. I residenti hanno iniziato a lanciare pietre, e a quel punto Levi è uscito dall'insediamento e ha iniziato a sparare. Hathaleen, che si trovava a distanza dal luogo dello scontro, è stato colpito da un proiettile.
Il giovane palestinese ucciso era residente di Masafer Yatta, una serie di villaggi situati sulle colline a sud di Hebron, dichiarati zona militare da Israele: gli sforzi per impedire alle forze dello Stato ebraico di distruggere le loro case sono raccontati nel film "No Other Land". "Il mio caro amico Awdah è stato massacrato", ha scritto sui social Basel Adra, co-regista palestinese del documentario premio Oscar. "Era di fronte al centro comunitario del suo villaggio quando un colono ha sparato un proiettile che gli ha trafitto il petto, togliendogli la vita. È così che Israele ci cancella: una vita alla volta".
Gli attivisti hanno condiviso l'ultimo messaggio inviato da Hathaleen prima di essere ucciso, in cui esortava la gente ad agire per fermare l'invasione dei coloni a Umm al-Khair: "I coloni stanno lavorando dietro le nostre case e hanno cercato di tagliare la conduttura principale dell'acqua per la comunità. Se potete contattare legislatori, i tribunali, chiunque, per favore fate qualcosa", aveva denunciato Hathaleen, poco prima di morire.
L'omicidio è stato condannato da Parigi, che ha denunciato come "terrorismo" gli attacchi dei coloni. Nel frattempo, Yinon Levi è stato arrestato dalla polizia israeliana per essere interrogato, sebbene non siano state presentate accuse nei suoi confronti. E' raro infatti che i coloni che commettono violenze contro i palestinesi vengano chiamati a rispondere delle loro azioni, che intanto si sono moltiplicate dall'inizio della guerra a Gaza con decine di attacchi, incendi, minacce e uccisioni da ottobre 2023.
"No Other Land", il film di un collettivo israelo-palestinese sulla distruzione di un villaggio in Cisgiordania che ha vinto l'Oscar per il miglior documentario. Il film ha già conquistato il Premio per il Miglior Documentario e il Premio del Pubblico alla Berlinale 2024 e il Premio come Miglior Documentario agli European Film Awards 2024.
Scritto, diretto, prodotto e montato da Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal il documentario è un'opera intensa e profondamente umana che racconta la lotta di Basel Adra, giovane attivista palestinese di Masafer Yatta, insediamento rurale della Cisgiordania, contro l'espulsione forzata della sua comunità da parte dell'esercito israeliano. Sin dall'infanzia, Basel assiste alla progressiva distruzione del suo villaggio e inizia a documentarla con la sua videocamera: ogni volta che i carri armati e le ruspe avanzano, ogni volta che le case vengono rase al suolo, lui è lì, testimone di quello che è considerato il più grande sfollamento forzato mai avvenuto nella Cisgiordania occupata. Nel suo percorso incontra Yuval Abraham, giovane giornalista israeliano che sceglie di unirsi alla sua battaglia. Per oltre cinque anni, i due collaborano per documentare le violenze e le ingiustizie, settimana dopo settimana, mese dopo mese.
Il loro legame, però, è segnato da una profonda disuguaglianza: Basel vive sotto un'occupazione militare brutale, mentre Yuval, da israeliano, gode di libertà e diritti che all'amico sono negati. Ciò che nasce come una collaborazione diventa un'amicizia solida, alimentata dall'urgenza di raccontare e denunciare. Il documentario, frutto del lavoro di un collettivo palestinese-israeliano, è stato realizzato con mezzi minimi e senza una produzione alle spalle, nei momenti più difficili per Basel e la sua comunità. Un'opera nata come resistenza creativa all'apartheid e atto di lotta per la giustizia e l'uguaglianza, che ha portato inaspettatamente i suoi autori a diventare tra i cineasti più premiati e acclamati del 2024.