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L'attore ha ricevuto in Campidoglio la Lupa Capitolina, massima onorificenza conferita dalla Capitale
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Robert De Niro re di Roma. In Campidoglio la star ha ricevuto la Lupa Capitolina, massima onorificenza conferita dalla Capitale, dalle mani del sindaco Roberto Gualtieri, in una cerimonia a porte chiuse. L'attore che vanta origini italiane ha parlato a lungo del nuovo sindaco di New York Zohran Mamdani e ha sparato a zero sul presidente degli Stati Uniti Donald Trump: "Ha distrutto il Paese, è orribile, dobbiamo liberarcene". E oggi incontra Papa Leone.
A Roma, al cinema Fiamma, Robert De Niro ha parlato della situazione americana e del neo sindaco di New York: "Le persone hanno cominciato a capire, io continuavo a ripetere speriamo, speriamo, speriamo. Utilizzavo questo termine, speriamo succeda, speriamo qualcosa cambi, speriamo che finalmente lo blocchino, ma lui (Trump, ndr) è sempre riuscito in qualche modo a eludere le condanne. Ora con l'elezione di Zohran Mamdani a sindaco di New York, è arrivato il momento di riprendercelo, questo nostro Paese... Mamdani è giovane e mi auguro riesca a fare le cose che ha in mente, ne ha l'energia e ha sfidato in un certo senso anche il presidente in persona perché gli ha detto: 'Ok, vieni, noi siamo pronti, siamo qua, vienici a prendere'. Dobbiamo poterci liberare di questo orribile, mostruoso presidente. Io come americano sono imbarazzato dall'essere rappresentato da una figura così".
In mattinata, durante la cerimonia in Campidoglio, De Niro ha sottolineato: "Molti film americani sono stati girati qui da grandi registi, Roma era un po' allora la Hollywood sul Tevere e si meritava davvero questo titolo. E poi non posso dimenticare tutto il tempo che ho trascorso in questa città e in altri luoghi d'Italia, tra cui Venezia, per non avere un rapporto privilegiato con il vostro Paese... Amo tantissimo Roma e ancora di più i suoi abitanti. È sempre stato un grandissimo piacere venire in questa città. Roma è un'opera d'arte vivente. Ogni strada, ogni pietra, ogni pasto racconta una storia".
"Essere riconosciuti qui - ha proseguito De Niro - in un luogo che ha dato così tanto al mondo alla cultura, al cinema, alla bellezza, è davvero commovente. La mia famiglia ha radici in Italia, quindi questo riconoscimento ha per me un significato personale. Ricevo questa onorificenza con immensa gratitudine, non solo per me stesso, ma per tutti coloro che continuano a essere toccati dallo spirito di Roma e da ciò che essa rappresenta".
L'attore è atteso alla proiezione di "C'era una volta in America" di Sergio Leone al Cinema Moderno, introdotta dallo stesso De Niro con Walter Veltroni. L'evento è parte del Fuori Sala, format ideato da Alice nella città. "Sono stato perseguitato dall'idea di partecipare a questo progetto. Avevo incontrato Sergio Leone diversi anni prima e lui aveva già questa idea in mente da tantissimo tempo e alla fine ho detto ok: voglio leggere il libro (di Harry Grey, Feltrinelli, ndr) da cui è tratta questa questa storia. Ho trovato tutto molto bello e poi è venuto anche fuori che quel libro in realtà l'avevo già letto quando ero poco più che adolescente e mi aveva colpito, anche perché è stato scritto da una persona che aveva una conoscenza diretta di quello di cui parlava ovvero la comunità ebraica e i suoi gangster. Certo, Sergio Leone l'aveva trasformata in qualcosa di suo, l'aveva personalizzata, era fatto così, è sempre stato una persona che mi piaceva molto".