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Rino Gaetano avrebbe compiuto 70 anni: le sue parole senza tempo continuano a risuonare

Partito dalla Calabria con il suo spirito anarchico e la poesia nonsense, si è affermato nel panorama della musica italiana. Rimanendo attuale anche a quasi 40 anni dalla morte

Rino Gaetano avrebbe compiuto 70 anni il 29 ottobre. E a quasi 40 anni dal quel tragico incidente che lo uccise, in realtà non si è mai spento, per l'attualità delle sue canzoni, sempre molto amate dalle nuove generazioni. Cosa avrebbe cantato di questi ultimi anni dell'Italia che non ha potuto vedere? D'altronde, del suo rapporto d'amore-odio con vizi e virtù del Bel Paese, di cui è stato profetico analista con tono scanzonato, Gaetano ne aveva fatto la propria cifra stilistica. "In fondo è bello però, è il mio Paese e io ci sto", cantava nel 1980. E sicuramente oggi avrebbe trovato mille nuovi bersagli per il suo "Nuntereggae più".

 

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Ancora oggi le canzoni di Salvatore Antonio Gaetano (suo nome all'anagrafe) risuonano nelle orecchie degli italiani, anche tra i più giovani che non lo hanno mai conosciuto in attività. Proprio durante i primi giorni di lockdown, a marzo, tantissimi si affacciarono ai balconi e alle finestre, da ogni parte d'Italia, per suonare e cantare "Ma il cielo è sempre più blu". Fu un momento di comunione. Due mesi dopo, il brano, uno dei gioielli del repertorio del cantautore, fu inciso da decine di cantanti italiani riuniti con il nome di #Italianallstars4life a sostegno della Croce Rossa Italiana, come inno contro la pandemia e la paura.


Rino Gaetano ha lasciato sei album pubblicati dal 1974 al 1980 e tanti brani che si presentano apparentemente leggeri e surreali, e smascherano, attraverso il paradosso, i modelli strutturali sociali e le loro criticità, il loro limbo di apparenze, simboli e contraddizioni esplicite ed implicite. 

 

Proprio quel tono ironico e apparentemente poco impegnato gli creò qualche problema negli anni 70: venne accusato di qualunquismo, di non avere una collocazione chiara, in un momento in cui schierarsi politicamente era d'obbligo. Ma le sue ballate pungenti sul costume e sulla politica si sono rivelate più lungimiranti e sempreverdi di altri colleghi. "Già quando cantavo al Folkstudio ero al centro di certe discussioni. Molti non volevano che io facessi i miei pezzi perché, dicevano, sembrava che volessi prendere in giro tutti", aveva raccontato una volta Rino Gaetano.

 

"Ingresso Libero" segna il suo debutto. Uscito nell'estate del 1974, viene accolto in maniera molto leggera e quasi inosservata da pubblico e critica. Prima del secondo album, nell'estate del 1975 esce quello che poi sarebbe divenuto uno dei suoi brani manifesto: "Ma il cielo è sempre più blu", che anticipa il disco "Mio fratello è figlio unico".

 

Da questo momento in poi, per un periodo che va dal 1976 al 1978, Rino Gaetano si impone sempre più come il cantautore fuori dagli schemi, pubblicando una serie di brani che contemporaneamente fanno divertire e riflettere: con "Aida" (1977) e ''Nuntereggaepiù" (1978) in un rapido crescendo, riscuote consensi sempre più consistenti. Nel 1978 in frac e cilindro sale sul palco di Sanremo con la canzone "Gianna": si piazza al terzo posto e rimane per quattro mesi in classifica, vendendo oltre 600 mila copie. 

 

Nel 1979 è la volta del disco ''Resta vile maschio dove vai'' che lancia nel periodo estivo l'indimenticabile ballata ''Ahi Maria''. L'anno dopo arriva il suo sesto e ultimo disco ''E io ci sto''. In un'intervista rilasciata nell'anno della sua morte, Gaetano spiegava che alla base della svolta musicale del suo ultimo album non c'era "nulla di pensato": "E' un rifiuto che ho naturalmente. Il rifiuto per tutto ciò che si sta facendo nel campo della musica leggera. Quando ho scritto 'Mio fratello è figlio unico', andava di moda gente come Nicola di Bari. Quando ho inciso il disco più leggero che ho mai fatto, 'Nuntereggaepiù', c'erano Guccini, De Gregori, erano tutti impegnati. Adesso c'è un ritorno al cosiddetto disimpegno e io ho voluto tornare a parlare".

 

Dopo la sua morte, per un incidente automobilistico avvenuto il 2 giugno 1981, sono stati moltissimi i tributi dedicati in varie forme all'artista, tra cover, raccolte, omaggi, fiction, documentari e film intitolati come le sue canzoni.

 

"C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni", disse durante un concerto sulla spiaggia di Capocotta nel 1979. La sua profezia si è rivelata esatta, e il suo mito non si è mai spento.

 

Rino Gaetano, un mito che non si è mai spento

 

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