debutto sul grande schermo

Max Angioni protagonista di "Esprimi un desiderio": "Mi sento un po' millennial e un po' boomer, non credo nelle etichette"

Tgcom24 offre in anteprima una scena del film, in sala dal 25 settembre 

di Laura Lesquier
23 Set 2025 - 09:21
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Dopo essere stato presentato all’ultima edizione del Giffoni Film Festival, il 25 settembre esce al cinema "Esprimi un desiderio", commedia diretta da Volfango De Biasi che porta sul grande schermo l’inedita coppia formata da Max Angioni e Diego Abatantuono. Tgcom24 offre in anteprima una scena del film con protagonista il conduttore de "Le Iene", che dopo il successo di "Max Working - Lavori in corso" debutta al cinema con una commedia intergenerazionale.

La trama di "Esprimi un desiderio"

 In "Esprimi un desiderio" il 30enne Simone (Max Angioni) viene condannato ai lavori utili in una residenza per anziani. Viene immediatamente preso di mira da un gruppo di arzilli vecchietti, capeggiati da Ettore (Diego Abatantuono). Lo scontro iniziale diventa un’occasione per costruire insieme qualcosa di inaspettato, un senso di appartenenza che a tutti loro, in un modo o nell’altro, manca. Una posizione condivisa anche da Angioni, che a Tgcom24 ha rivelato: "Personalmente io le etichette generazionali non le capisco: a volte mi sento millennial e a volte boomer, altre ancora GenZ. L'importante è avere la pazienza di ascoltarsi".

E' il tuo debutto sul grande schermo, com'è stato l'impatto con il set?
Inizialmente è stato abbastanza traumatico. Io sono abituato sul palco a stare da solo, con i miei tempi e le sbavature. Se non mi ricordo un pezzo o altro lo cambio. Invece lì dalla tua battuta, dalla battuta dell'attore, dipende il lavoro di trenta persone. Se rallenti rischi di fermare questo ingranaggio perfetto che è il set. Ho dovuto prendere le misure, imparare a essere preciso.

Qual è la cosa più importante che hai imparato?
Mi sono reso conto che l'attore è la parte meno importante del film. Tu sei lì in mezzo a macchinisti, gente che regola la luce, le camere, i fuochisti, l'audio, aiuto regia... Loro stanno veramente lavorando, il tuo unico obiettivo è non sbagliare la battuta e alle volte la sbagli pure. E' un mondo particolare che ho dovuto conoscere.

Nel film reciti con attori di grande esperienza, a partire da Diego Abatantuono. Cosa hai rubato sul set da loro?
Ho notato una cosa, che questi grandi attori riescono a riempire ogni battuta. Nessuna battuta, nessuna parola, nessuna sillaba è buttata via. Marco Messeri ha pochissime battute, ma ognuna di queste riesce a essere viva. Questo sicuramente è un esempio da tenere a mente. Da Diego in particolare ho cercato di imparare la fantasia e l'improvvisazione sul testo. Lui ripete dieci, quindici volte la stessa scena con la stessa battuta ma ogni volta la fa un pochino diversa. Aggiunge una robina che la mantiene viva e la mantiene sempre sorprendente.

"Esprimi un desiderio", le immagini dal set

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Qual è stata la scena più divertente e quella più complessa da girare?
La scena più divertente è quella della lotta di sumo, dove mi rotolo per terra sul prato. Credo di essere allergico all'erba, ma l'ho scoperto lì e mi sono spuntate delle specie di bolle su tutto il corpo. Cosa che ha divertito molto tutti gli altri. La scena più complicata è stata invece quella della signora che viene colpita dalla parete di copriwater all’inizio. E' complessa dal punto di vista tecnico, inoltre il reparto scenografia non aveva capito il testo e hanno quindi dovuto modificarla lo stesso giorno. Però siamo riusciti a rimediare in qualche ora e alla fine è venuta abbastanza bene.

Il film ruota intorno all'incontro/scontro generazionale...
Io ho quasi trentacinque anni, mi dicono che sono un millennial e che sono diverso dalla Gen Z. Sono un po' contro queste etichette, non ce la faccio a vederle così. Nel film Simone, il mio personaggio, a un certo punto parte con uno sproloquio su questa cosa, però io vedo più una persona che si è persa. Incontra poi il personaggio di Diego (Abatantuono), una persona arrabbiata col passato e piena di cose da risolvere, è un incontro tra persone.

Secondo te cosa possono dare i trentenni di oggi alle generazioni più grandi e cosa possono ricevere in cambio?
Non saprei dire cosa una generazione può dare all'altra. So però che forse tra le persone sarebbe necessario dialogare, ascoltarsi per capire cosa uno può dare all'altro e come evolvere. Al di là delle generazioni e dell'età. Il problema è il fatto di mettere delle etichette. Per esempio io sono un millennial, cosa vi aspettate che faccia? A volte mi sento un boomer, a volte un Alfa. Non riesco a star dietro a queste etichette che appiattiscono la persona e sono un modo semplicistico per definire ogni individualità.

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