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L'ultimo saluto a Gigi Proietti: un corteo nella sua Roma, tra applausi e ricordi commossi

Lʼaddio con allʼattore scomparso a 80 anni si è svolto nella sua città con un corteo partito dal Campidoglio e arrivato al Globe Theatre che aveva fondato e guidato per 17 anni per poi finire alla chiesa degli artisti

Un lunghissimo e commosso applauso di 5 minuti ha salutato l'ultima entrata in scena di Gigi Proietti al "suo" Globe Theatre, il teatro elisabettiano che ha creato e guidato per 17 anni nel cuore di Villa Borghese e che ora porterà il suo nome. Ad accoglierlo, nella seconda tappa del corteo funebre attraverso Roma, tante maestranze, cittadini, amici e colleghi, e i suoi "allievi" Flavio Insinna ed Enrico Brignano.

 

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Presenti anche Massimo Wertmuller, Paola Tiziana Cruciani, Marisa Laurito, Walter Veltroni. Tutti fortemente commossi. "Siamo stati privati della tua intelligenza, della tua cultura, del tuo talento, della tua bellezza, della tua immaturità, con quei capelli ribelli finalmente diventati bellissimi, bianchi - ha detto la Laurito -. Gigi eri energia pura, generoso, mai maschilista, sempre pronto a dare un consiglio. Quando Gigi entrava sul palco entrava il teatro". "Questo è un momento che non avrei mai voluto vedere - ha continuato -, il tuo feretro sul palco del teatro che hai fortemente voluto, che hai sognato. Dicevi 'verranno tanti giovani', e sono venuti. Se vogliamo farti felice dobbiamo fare in modo che questo teatro mantenga la tua direzione. Ciao Gigi, ci vediamo presto". 

 

Molto commossi gli interventi anche di Edoardo Leo, Paola Cortellesi ed Enrico Brignano. "Grazie, grazie perché sei stato un costante punto di riferimento, perché hai elevato questo mestiere. Perché mentre tutti parlavano di cultura, tu la facevi - ha detto Leo tra le lacrime -. Per averci fatto ridere fino alle lacrime. Perché tu eri il '10' in squadra. E quando dicevi 'A me gli occhi' noi ti consegnavamo il cuore e tutta la nostra ammirazione". 

 

I funerali di Gigi Proietti, Roma dà l'ultimo sauto al grande attore

 

"Roma non lo dimentica. Gigi ci mancherai tanto", dice il sindaco Virginia Raggi, in collegamento perché in quarantena, promettendo che quando la pandemia finirà la città gli renderà "l'omaggio che merita". Tutti molto commossi, uno dopo l'altro sono saliti sul palco accanto alla bara ricoperta di rose rosse: Marisa Laurito, Pino Quartullo, Valentina Marziali (la prima Giulietta al Globe), Paola Cortellesi ("ascoltandoti, da piccola pensavo che Amleto fosse una storia tanto allegra",  racconta); Enrico Brignano che, ammette, "dopo il non ci sei" non riesce a mettere la parola "più".

 

Valter Veltroni lo ha definito "un intellettuale popolare. Gigi voleva far ridere tutti sempre: era capace di raccontare per la milionesima volta la barzelletta perche' si beava del suono e degli occhi di chi aveva di fronte, fosse uno o centomila. Ma Gigi era un uomo colto, ha cercato di coniugare per tutta la sua vita qualità e pubblico, non accettava che le cose fossero riservate solo ad alcuni".

 

Dopodiché il feretro ha ripreso il suo viaggio attraverso la città alla volta della chiesa degli artisti a piazza del popolo, per i funerali veri e propri.

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