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Lucio Battisti, 80 anni dalla nascita: il suo canto libero tra mito e riservatezza

Un tributo all'artista nato il 5 marzo 1943 che ha segnato in modo indelebile la storia della musica italiana 

Lucio Battisti, icona senza tempo della musica italiana

Lucio Battisti nasceva 80 anni fa, il giorno dopo Lucio Dalla, esempio di una generazione che attraverso la musica ha cambiato il mondo.

Genio fuori dai canoni, ha allargato i confini della canzone italiana, misurandosi con l'approccio creativo e la sperimentazione dei grandi della musica internazionale aprendo le porte della contaminazione con il rock, la black music, fino alla disco, la musica latina, l'elettronica. Battisti ha costruito la sua leggenda sulla sua musica di talento visionario e sulla sua assenza: detestava le derive del divismo, la pubblicità e i riti della comunicazione.

 

 

Il percorso musicale

 Con buona pace di alcune frange di fan, il Lucio Battisti che ha fatto la storia è quello del periodo con Mogol, il paroliere con cui ha firmato i brani che lo hanno portato nel mito e con cui ha formato un sodalizio artisticamente perfetto e che, con i suoi alti e bassi, è diventato parte del mito. Ma bisogna ricordare che Battisti non è soltanto quello con Mogol: a partire da "E già" e poi attraverso la collaborazione con Pasquale Panella iniziata con "Don Giovanni", l'artista ha progressivamente destrutturato la forma canzone, affidandosi a un sempre più evidente distacco dai gusti del grande pubblico. 


Il disagio con la notorietà

 Il percorso che va dall'album di debutto, Lucio Battisti, a "Hegel", ultimo titolo della sua discografia, è il tragitto di un artista e di un uomo che è sempre stato a disagio con la notorietà, convinto che chi fa musica debba essere giudicato esclusivamente per quello che scrive e canta. La sua naturale avversione per i meccanismi del mercato e dei media e le progressive riserve sulla possibilità di riprodurre dal vivo le sonorità ottenute in sala di registrazione hanno condizionato il suo rapporto con le esibizioni dal vivo, nonostante fosse un performer straordinario come dimostrano alcune apparizioni televisive, in particolare il duetto del 1972 con Mina a Studio 10, che rimane una delle più emozionanti pagine della storia della tv italiana. Vale anche la pena ricordare che nei primi anni della sua carriera, Battisti, che inizialmente era scettico sul suo talento di cantante, fu ferocemente criticato per il suo stile vocale. Ma aveva trasformato i suoi limiti in una risorsa e proprio per questo non solo era inconfondibile ma ha lasciato il timbro indelebile dell'individualità.


La fuga dalla fama

 Battisti ha smesso di fare tour nel 1970: ha chiuso i ponti con la televisione il 23 aprile 1972 con il duetto con Mina, pochi mesi dopo ha dato l'addio alla radio e nel 1979 ha concesso la sua ultima intervista. Di fatto è fuggito dalla fama e dal successo ottenuti grazie al lungo sodalizio con Mogol che, se guardato con attenzione, è sempre stato caratterizzato da una tensione a superare le convenzioni, spaziando tra i generi. Quando è morto a 55 anni per una malattia di cui non si conoscono i dettagli, era una sorta di Pynchon della canzone italiana, un recluso volontario che aveva passato buona parte della sua vita a litigare con la stampa e pubblicava dischi sempre più immersi in un'elettronica dilatata e sempre più lontani da quelli scritti con Mogol per cui è entrato nella memoria collettiva.

 

Le questioni legali

 E' stata intricatissima la vicenda legale che ha avuto come oggetto i diritti dei 12 album più amati e conosciuti della carriera di Battisti: quelli incisi con i testi di Mogol .Durante gli anni di controversie e blocchi si sono affrontati da una parte gli eredi, la vedova, Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca, dall'altra Mogol e la multinazionale del disco che detiene il catalogo della Ricordi. Tutto nasce dalla decisione di Grazia Letizia Veronese di non autorizzare la diffusione della musica del marito se non per vinili e cd. Divieto di sfruttamento per pubblicità, colonne sonore, omaggi, perfino festival. E non da ultimo la diffusione su Internet. Questa decisione ha fatto sì che le nuove generazioni perdessero totalmente il contatto con le sue canzoni. Solo nel 2019 gli eredi di Battisti hanno concesso la diffusione sulle piattaforme di streaming della sua musica

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