Bruce Springsteen e Jeremy Allen White insieme in passerella
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L'attore di "The Bear" protagonista di "Springsteen - Liberami dal nulla" presentato al New York Film Festival
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Jeremy Allen White, noto per il suo ruolo nella serie tv "The Bear", ha affrontato il suo primo grande ruolo da protagonista interpretando Bruce Springsteen nel film "Springsteen - Liberami dal nulla" ("Springsteen: Deliver Me From Nowhere"). Il film è stato presentato al New York Film Festival, dopo l'anteprima mondiale un mese fa al Telluride Film Festival. In Italia uscirà in sala il prossimo 23 ottobre.
Diretto da Scott Cooper, il biopic si basa sul libro di Warren Zanes "Liberami dal nulla. Bruce Springsteen e Nebraska". E' ambientato all'inizio degli anni '80, durante la registrazione dell'album "Nebraska". White ha ammesso di essere cresciuto ascoltando la musica di Springsteen, ma interpretare le sue canzoni è stata una sfida completamente diversa. "Non ho mai cantato nulla. Figuriamoci Bruce, è stato come un salto nel buio", ha dichiarato In un'intervista con l'Associated Press. "Scott si è fidato e anche Bruce. E' stata una fiducia reciproca".
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"Springsteen - Liberami dal nulla" è il primo film che esplora la vita di Bruce Springsteen. L'artista è stato coinvolto fin da subito nel progetto: è stato presente in fase di sceneggiatura, ha partecipato al casting e ha persino fatto visita al set. Come Timothée Chalamet, che nel film "A Complete Unknown" ha dato forma sul grande schermo al giovane Bob Dylan, anche Jeremy si è calato nei panni di Springsteen cantando lui stesso i brani.
Il lavoro ha soddisfatto il regista Scott Cooper, che ha ritrovato nel giovane attore due qualità fondamentali di The Boss: l'umiltà e la spavalderia. "O ce l'hai o non ce l'hai. Non sono mai stato preoccupato, lui è fenomenale", ha ammesso. La terza qualità di White è stata sicuramente l'impegno. La sua preparazione musicale è stata affidata al vocal coach Eric Vetro, lo stesso di Chalamet, al maestro di chitarra J.D. Simo e al music supervisor Dave Cobb.
Un momento decisivo è stato quando si è trovato in uno studio di registrazione a Nashville, dove ha dovuto incidere tutte le canzoni in 48 ore. L'attore ha infatti descritto quell’esperienza come cruciale per tirare fuori la fiducia in sé stesso: "Ero in uno studio di registrazione, grande e vuoto. Dovevo cantare ed entrare nelle canzoni di Bruce, ricordo di essermi sentito molto vicino a lui". A colpirlo al cuore in particolare è stato il brano "My Father's House", che esplora il desiderio di riconciliazione con un padre estraneo e il tentativo di riavvicinamento dopo anni di conflitti.