L'artista torna con il nuovo progetto "Due.I" che si divide in due parti: "Titanic-Orkestra" e "Un Mammifero che Canta".
di Santo Pirrotta© Ufficio stampa
Libertà e diversità sono da sempre le parole d'ordine di Ivan Cattaneo. Una sorta di bandiera che il cantautore sventola da 50 anni, quelli della sua carriera che celebra con un progetto ambizioso. Torna infatti con "Due.I", una scatola cinese, una "matrioska", che esce solo in formato fisico. A Tgcom24 l'artista si racconta senza filtri, tra aneddoti del passato e nuove sfide.
"Due.I" si divide in due parti, che corrispondono alle due anime: "Titanic-Orkestra" e "Un Mammifero che Canta". Il primo è un concept album che reinterpreta la vicenda del transatlantico attraverso 24 personaggi immaginari, ognuno dei quali prende voce in una delle 24 canzoni inedite scritte e interpretate dall'artista. La prima parte include 2 cd con i brani inediti (compreso il singolo Saffo-Love) e un dvd che raccoglie i Tableau-Mouvants, lavori di videoarte realizzati dallo stesso Ivan. Capovolgendo il volume si entra invece nella seconda parte "Un Mammifero che Canta", autobiografia che ripercorre i suoi 50 anni di carriera dove si racconta attraverso aforismi, poesie, fiabe surreali, opere pittoriche e fotografie. Completano il percorso altri 2 cd, il primo con 19 brani storici del suo repertorio, tra cui “Polisex" e "Male Bello", il secondo con i successi revival che lo hanno reso popolare, come "Zebra a Pois” e "Una Bambolina che fa no no no".
Partiamo dal tuo ultimo singolo, "Saffo Love”, perché questa esigenza del parlare di amore al femminile?
Perché non ci avevo mai pensato, mi sono sempre concentrato sul mondo gay, su me stesso, ma mi sono accorto che se vai ad analizzare il mondo gay femminile è completamente diverso dal mondo gay maschile, perché comunque il gay quando è maschio rimane sempre un po' cacciatore, mentre la donna vive il proprio rapporto in modo diverso, più puro, ecco perché poi le storie durano nel tempo.
Questo nuovo progetto racconta molto di te…
Ci sono anche molti aneddoti, era tutto materiale che avevo nel cassetto e avevo voglia di far uscire però non trovavo il discografico giusto. È un progetto tangibile, non è solo qualcosa che scarichi da Internet, qui c'è tutto un mondo. La difficoltà è stata assemblarlo, selezionarlo e quando sono stato pronto è uscito.
Come è avvenuta la selezione?
Avevo duemila racconti e aneddoti, alcuni faranno parte di un libro che vorrei far uscire, però ho paura perché mi beccherei mille querele (ride, ndr).
Un aneddoto?
Riguarda Cristiano Malgioglio: eravamo su un treno Milano-Roma, Cristiano non era famoso come oggi. Mi disse che aveva fatto un video con la regia di Luciano Salce, dove faceva l'amore dall'inizio alla fine con una donna. A quel punto è intervenuta Ornella Vanoni: "Sì, certo, un film di fantascienza...".
La libertà e quella che oggi si chiama fluidità hanno sempre fatto parte del tuo linguaggio…
Ma l’ho pagata cara. Ero molto incosciente in quel periodo, sono stato il primo a fare coming out, se tornassi indietro non lo farei. C’è stata tanta gente invidiosa di me e del mio successo, che usato la mia omosessualità contro di me. A me però non interessavano i giudizi degli altri... io ero così. Sono stato molto giudicato anche per il look, per il trucco... se le cose andavano bene allora era tutto bello, appena andavano male era tutta colpa della mia eccentricità....
In questi 50 anni di carriera hai conosciuto tutti, come ad esempio David Bowie, che però non ti ha lasciato un bel ricordo...
No, lo dico chiaramente, era uno str...o, almeno lo è stato con me. Ci sono due aneddoti su di lui. A 19 anni vado a Londra e mi fidanzo con uno dei suoi manager, lui era all’inizio della carriera. Lo incontriamo per caso al mercatino di Portobello, era magrissimo con i capelli rossi, e gli regalo una sciarpa comprata a una bancarella. Quando ci salutiamo fa finta di dimenticarla e non la porta con sè... Un'altra volta invita a cena il mio amico, che si presenta con me. Lui quando apre la porta e mi vede ci dice che ha cambiato idea e che non vuole più cenare con noi.
Sei stato un innovatore anche nel look, vedi quello che hai fatto con Anna Oxa: a te si deve il look punk androgino con cui si presentò al Festival di Sanremo 1978 con il brano "Un'emozione da poco".
Ai tempi del punk in Italia non si sapeva nulla, non esisteva Internet. Ho pensato che fosse adatto per Anna che debuttava. Ora Anna dice che parlo sempre di lei per farmi pubblicità, non è stata molto carina con me. L’ho anche incontrata dopo 33 anni e siamo andati in un ristorante vegano a cena e anche li non mi ha trattato bene.
Chi ti piace tra i giovani oggi?
Sono pazzo di Olly. Mi piace fisicamente e artisticamente.
E Achille Lauro e Damiano David? C’è un tuo erede?
Per quanto riguarda le tendenze non trovo che ci sia un erede, le canzoni invece sono tutte molto carine, fatte bene. Non c'è però una cosa che si diversifica, anche perché i ragazzini di oggi pensano di fare avanguardia, ma giocano con la musica dei loro nonni, perché il rap è nato nel '75 e in Italia è arrivato nel '78 con Celentano... Mi piace Mahmood, ma forse Mengoni è quello che mi somiglia di più. Sua mamma era una mia grande fan, gli avrà fatto una testa così da bambino secondo me... Rosa Chemical e i Maneskin fanno le cose che facevamo io, Renato Zero e Alberto Camerini.
Sanremo ti piacerebbe?
Mi piacerebbe tantissimo fare un salto all'Ariston, anche soprattutto per farmi conoscere dai giovani. Ci ho provato ma non è andata bene.
Ti vediamo poco anche in tv, come mai?
Il problema è che se sei molto famoso allora ti vogliono in tutte le tv, se non sei nel mercato vai solo a fare determinate cose.
Che esperienza è stata quella del Grande Fratello?
L'ho sempre detto, i reality li ho fatti perché avevo bisogno di soldi e perché comunque oggi per cantare devi passare solo a Sanremo, non esistono più i Festivalbar... Il Gf è stata una un'esperienza carina, mi ero innamorato di Francesco Monte, ma ero non corrisposto, aveva Giulia Salemi. Ecco lui poteva diventare il mio grande amore, ho pianto.