Nuovo riconoscimento per l'icona del cinema e del teatro, per celebrare il suo straordinario contributo al mondo dello spettacolo
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Un altro premio per Helen Mirren, tre volte vincitrice di Golden Globe e premiata anche con Oscar, Emmy e Tony. La star sarà insignita del Golden Globe alla carriera nel 2026, un riconoscimento che celebra la straordinaria carriera dell'attrice britannica. Durante il nuovo speciale in prima serata, Golden Eve, previsto per giovedì 8 gennaio, Mirren riceverà il prestigioso Cecil B. DeMille Award. Questo evento anticiperà la cerimonia ufficiale dei Golden Globe, programmata per la domenica successiva, conferendo un ulteriore tocco di prestigio al già tanto atteso appuntamento.
Per Helen Hoehne, la presidente dei Golden Globe, l'attrice "è una forza della natura, e la sua carriera è semplicemente straordinaria". "Le sue interpretazioni trascendenti e la sua dedizione all'arte continuano a ispirare generazioni di artisti e di pubblico". Helen Mirren è l'ultima di una lunga serie di leggende del cinema a ricevere il DeMille Award, che dal 1952 celebra i traguardi di vita e carriera delle figure più iconiche di Hollywood. La carriera dell'attrice si estende per oltre sei decenni tra cinema, televisione e teatro. La consegna del premio darà ufficialmente il via ai festeggiamenti per l'83esima edizione dei Golden Globe Awards.
Helen Mirren, una delle poche interpreti ad aver conquistato la cosiddetta Triple Crown of Acting,- ossia l'Oscar, l'Emmy e il Tony - ha vinto Golden Globe per il suo ruolo nel film di Stephen Frears "The Queen", in cui interpreta la regina Elisabetta II, e per le sue interpretazioni televisive in "Elizabeth I" e "Losing Chase". Nel 2003 è stata insignita del titolo di Dame of the British Empire per i suoi contributi alle arti.
Nata a Chiswick, un sobborgo di Londra il 26 luglio 1945, registrata all'anagrafe col nome di Helen Lydia Mironoff, seconda di tre fratelli, Helen Mirren è prima di tutto una "regina" del teatro inglese, diplomata giovanissima in recitazione all'Università del Middlesex e poi ammessa, ad appena 20 anni, al National Youth Theatre debuttando all'Old Vic nel ruolo di Cleopatra nella celebre tragedia di Shakespeare che fu poi il suo riuscito banco di prova. Finché, nel 1972 la chiamò Peter Brook per una lunga tournée mondiale tra l'Africa e gli Stati Uniti. Tornata in patria diventa una stella di prima grandezza in palcoscenico alternando il repertorio classico (memorabili le tre parti dell'"Enrico IV" nei panni di Margherita d'Angiò) a testi moderni e contemporanei. Nel frattempo però si era fatta notare anche al cinema che frequentava fin dagli anni 60 in produzioni underground e un film di Michael Powell, grazie a due giganti del Free Cinema: Ken Russell con "Messia selvaggio" e Lindsay Anderson con "Oh, Lucky Man!".
Risalgono agli anni 70 anche i primi contatti con l'Italia (lingua che oggi parla correntemente) grazie a Pietro Zuffi ("Colpo rovente") e Tinto Brass ("Caligola"). L'aver diviso la scena con Peter Sellers in "Il diabolico complotto del dottor Fu Manch" e Sean Connery in "Excalibur" le cambia la carriera. Hollywood la adotta negli anni '80: recita in "Cal" di Pat O'Connor (candidata all'Oscar), si tuffa nella fantascienza ("2010 l'anno del contatto" in cui recita in russo), il melodramma ("Il sole a mezzanotte" di Taylor Hackford con cui dal 1986 divide la vita e che sposerà dieci anni dopo), nel cinema d'autore ("Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante" di Peter Greenaway del 1989). Recita per Peter Weir, Paul Schrader, James Dearden Charles Sturridge.
Nonostante un trionfale ritorno al teatro con partner d'eccezione come F. Murray Abraham, Alan Rickman, Ian McKellen, (che le varrà poi tre candidature al Tony Award fino alla vittoria nel 2015 con "The Audience"), il cinema la vede attraversare i generi più diversi con interpretazioni memorabili, incluse le incursioni in tv con le miniserie "The Crown" e "Prime Suspect" premiata con l'Emmy Award, per tutti gli anni 90. "La pazzia di Re Giorgio", "La promessa" di Sean Penn, "Gosford Park" di Bob Altman, l'esilarante "Calendar Girls" di Nigel Cole in cui appare nuda nel 2003, sono solo alcuni titoli di una carriera tanto felicemente bizzarra quanto sempre inconfondibile quando appare sullo schermo. Nel 2006, con in testa la corona della Regina Elisabetta in "The Queen", completa un formidabile quartetto di regine sullo schermo dopo la Grande Elisabetta, Margherita d'Angiò e Caterina di Russia.
E' doveroso parlare di "bizzarria" nelle sue scelte perche Dame Helen Mirren (l'onoreficienza le fu consegnata dalla Regina Elisabetta nel 2003) non ha mai avuto paura di sfidare il suo mito calandosi in ruoli inattesi come la spietata killer di "Red", la dottoressa Appleton di "Il mistero delle pagine perdute", l'agente del Mossad de "Il debito", la moglie di Hitchcock nel film omonimo, la turista inglese in India di "Amore, cucina e curry", l'anziana moglie di Donald Sutherland in "Ella & John" di Paolo Virzì, l'agente del KGB in "Anna" di Luc Besson, truccandosi nella premier israeliana "Golda" o da Magdalene nella penultima avventura della saga "Fast & Furious".