Teatro immersivo e partecipativo

Arriva il ciclone Fura dels Baus con "Sons - Ser o no ser", esperienza multisensoriale nell'"Amleto" di Shakespeare

Dal 28 novembre al 14 dicembre alla Fabbrica del Vapore, in esclusiva nazionale, la nuova creazione della leggendaria compagnia catalana di teatro sperimentale

25 Set 2025 - 14:52
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E' in arrivo il ciclone Fura dels Baus, la leggendaria compagnia catalana di teatro sperimentale, torna a Milano con uno dei suoi rivoluzionari spettacoli ispirato, questa volta, all'"Amleto di Shakespeare: "Sons: Ser o no ser", in scena, in esclusiva nazionale, alla Fabbrica del Vapore di Milano, dal 28 novembre al 14 dicembre. In realtà, come consuetudine nelle creazioni de La Fura dels Baus, non ci sarà alcuna scena, non nel senso tradizionale dle termine almeno, e nemmeno posti a sedere, perché nel teatro dello storico collettivo, come spiega Carlos Padrissa, che ne è co-fondatore e regista storico, "lo spettatore è parte integrante dello spettacolo (...) Con "Ser o no ser" vogliamo creare un cortocircuito sensoriale, una riflessione collettiva e fisica sul nostro tempo, attraverso uno dei testi più iconici della storia del teatro".

Torna La Fura dels Baus, guarda gli scatti del nuovo spettacolo

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Contaminazione e partecipazione

 Ed è proprio questo cortocircuito multisensoriale il valore aggiunto de La Fura dels Baus, i cui spettacoli, e questa ultima creazione non fa eccezione, nascono da una specifica poetica drammaturgica, di rottura e contaminazione di linguaggi, nella quale corpi, testi, musica, tecnologia e partecipazione attiva del pubblico ne sono gli elementi fondamentali. Teatro partecipativo e immersivo a 360° quindi che, come sottolinea Gianmario Longoni, direttore artistico di Show Bees, che presenta la compagnia a Milano, offre al pubblico milanese "non solo spettacolo, ma un rito collettivo, un incontro tra arte e tecnologia capace di scuotere coscienze e di trasformare profondamente il modo di vivere il teatro. Perché oggi più che mai è importante riscoprire il rapporto che il teatro sa rendere fisico fra le persone che è la chiave emotiva per ricordare di scoprire o riscoprire la natura profonda delle relazioni umane che sta alla base della società e della cultura".

Cade la quarta parete

 Lo spazio della Fabbrica del Vapore, che Pedrissa definisce uno dei più suggestivi in cui si sia mai esibito, si trasformerà quindi in un corpo vivo in cui “la quarta parete” cade e lo spettatore viene spinto fuori dalla propria zona di comfort: "Il nostro è un teatro che provoca e fa secernere adrenalina", afferma Carlus Padrissa, che sottolinea come il dubbio amletico, consista proprio nel tornare ad "essere", individui pro-attivi e non più passivi, ma in grado di "agire e reagire"
In piedi all'interno di un ambiente a pianta aperta, il pubblico non è più semplice osservatore passivo, ma diventa parte integrante della scena, interagendo con gli attori e vivendo da protagonista ogni momento dello spettacolo. 
 

Focus sul mondo di oggi

  La messinscena si distanzia dalle versioni classiche del testo per affrontare temi attuali come l’impatto del capitalismo, l’emergenza ambientale, presentata come responsabilità collettiva e come sfida, e la fragilità umana in un mondo iperconnesso, dove le relazioni sono paradossalmente amplificate grazie alla tecnologia, ma gli individui sono sempre più soli e meno autentici. E temi universali, come la morte, che genera l’amore per la vita e un istinto vitale a cui è impossibile sottrarsi.
L’opera non mira tuttavia a fornire risposte, ma a stimolare una riflessione sul mondo contemporaneo e sulla crisi di valori che lo attraversa.  

Biglietti e spettacoli

  Dal 28 novembre al 14 dicembre doppie repliche serali nel weekend e orari variabili durante la settimana. I biglietti sono già in vendita, con tariffe ridotte per giovani, anziani e gruppi. La capienza è di circa 800 persone e la fruizione richiede la disponibilità a muoversi e partecipare attivamente.

La Fura dels Baus

  Fondata a Barcellona nel 1979 da Marcel·lí Antúnez Roca, Quico Palomar, Carlus Padrissa e Pere Tantinya, La Fura dels Baus è sinonimo di eccesso, innovazione, adattamento, ritmo, evoluzione e trasgressione. Questa essenza così propria e unica l’ha definita come pioniera nella riconcettualizzazione di due elementi fondamentali dell’arte drammatica: lo spazio teatrale e il pubblico. 
Ha infatti ridefinito lo spazio spostandolo in contesti non convenzionali, e ha trasformato il ruolo dello spettatore da passivo ad attivo, rompendo la “quarta parete”.

Non c'è creazione senza rischio

  Questo uno dei principi cardine della compagnia sin dai suoi primi spettacoli di strada, dove è nata la vera essenza de La Fura e il suo “linguaggio furero” con la prima trilogia — Accions (1983), Suz/o/Suz (1985) e Tier Mon (1988) — fino alle successive incursioni nell’opera, nel cinema e nei macrospettacoli.
Tra gli altri spettacoli, premiati in diverse occasioni, si fanno notare Noun (1990), Manes (1996), Simbiosis (1997), Faust 3.0 (1998), OBS (2000), XXX (2002), Metamorfosis, (2005-6), Imperium (2007-8), Boris Godunov (2008).
In Italia rimangono memorabili le repliche di Noun agli spazi Ansaldo di Milano nel 1991, quelle di XXX nel 2003, Metamorfosis nel 2006 e Boris Godunov nel 2009 al Teatro Smeraldo di Milano, Imperium al Palasharp di Milano nel 2008 e l’allestimento di Tannhäuser di Wagner con Anja Harteros, Robert Dean Smith e la direzione di Zubin Mehta al Teatro alla Scala nel 2010.
Inoltre La Fura dels Baus ha realizzato la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Barcellona del 1992.
La capacità di unire e adattare carnalità e misticismo, natura e artificio, rudezza e raffinatezza, primitivismo e tecnologia in ogni performance ha costruito il successo e il prestigio internazionale della compagnia.
Inoltre, uno dei principi guida de La Fura è lavorare con persone del posto — anche non professionalmente formate — per creare sinergie nei territori in cui si esibisce, generando esperienze e connessioni con i partecipanti che vanno oltre lo spettacolo stesso.

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