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Donatella Finocchiaro è Goliarda Sapienza diretta da Mario Martone: "Amo le donne forti e determinate come lei"

Al Teatro Franco Parenti di Milano va in scena l'opera, pubblicataa postuma, della scrittrice catanese. Tgcom24 ha intervistato l'attrice protagonista

Il teatro riparte finalmente e il Franco Parenti di Milano riapre al pubblico, dopo un anno e mezzo di lockdown, portando in scena un'autrice dirompente e resiliente, proprio come il teatro: Goliarda Sapienza. Dall'1 al 6 giugno arriva infatti "Il filo di mezzogiorno", testo autobiografico della scrittrice catanese pubblicato postumo nel 1969. A dirigere la pièce nell'adattamento di Ippolita di Majo c'è Mario Martone, regista illuminato e sempre attratto dalle sfide e dalle scelte coraggiose, mentre ad interpretare la protagonista troviamo l'eclettica attrice Donatella Finocchiaro, affiancata da Roberto De Francesco.

Donna coraggiosa, fuori dagli schemi del suo tempo, sempre controcorrente, Goliarda Sapienza rivive nell'affascinante messa in scena del poliedrico regista teatrale e cinematografico e sceneggiatore, che incontra il mondo di un'autrice, che fu prima partigiana, poi femminista ma soprattutto una combattente, sempre in lotta, con ogni mezzo a sua disposizione, primo fra tutti la scrittura, senza mai arrendersi. 


Nemmeno alla malattia e agli elettroshock a cui fu sottoposta a causa di una forte depressione. "Il filo di mezzogiorno" ripercorre con lucidità e una straordinaria dovizia di particolari il suo percorso psicanalitico vissuto dopo il periodo trascorso in ospedale sfociato in un tentativo di suicidio. 
Nei panni di Goliarda, Donatella Finocchiaro intraprende un intimo viaggio nella memoria dell'autrice e nei suoi ricordi, a guidarla lo psicoanalista (Roberto De Francesco) che la accompagna, la segue, e riuscirà a condurla dalle tenebre, nelle quali l’avevano sprofondata il ricovero in manicomio e i ripetuti elettroshock, alla luce della coscienza e al recupero della propria identità. 

 

Un ritorno alla luce e un risveglio come quello del teatro dopo un anno e mezzo di stop forzato, come è stato per te tornare davanti al pubblico?
Un'emozione grande, finalmente abbiamo debuttato e il pubblico ha dato immediatamente delle conferme. 

 

Di cosa parla "Il filo di mezzogiorno"?
Di un percorso psicoanalitico durato 4 anni, dal 1962 al 1966, che Goliarda ha iniziato dopo una forte depressione e dopo essere stata curata in una clinica romana, con elettroshock. Fu Citto Maselli, il suo fidanzato, a portarla fuori di nascosto e ad affidarla alle cure dello psicoanalista, un percorso di guarigione che le ha permesso di tornare a ricordare, a sognare, un percorso molto difficile... 

 

Quale è stato il tuo incontro personale con Goliarda?
Ho letto per la prima volta "L'arte della gioia" nel 2011, è stato il mio ex compagno e padre di mio figlio Edoardo Morabito che me lo ha consigliato. Poi ho letto anche gli altri suoi libri e ho subito cominciato a ad amare la sua scrittura, la sua poesia, la sua femminilità, il suo grande temperamento... era una scrittrice scomoda soprattutto negli anni 70, ed è diventata famosa solo postuma, quando Angelo Pellegrino suo secondo marito pubblicò "L'arte della gioia" oltre dieci anni dopo la morte di Goliarda ed ebbe subito un grande successo. 
Lei era una donna troppo controcorrente, troppo emancipata... davvero troppo per il suo tempo.

 

E l'incontro professionale?
Dopo questa lettura l'ho proposto a Ippolita (di Majo) e lei ne è rimasta folgorata e ne ha fatto un adattamento meraviglioso. Poi c'è stato l'incontro con Martone, che ha deciso subito di fare la regia dicendo: "Sapete una cosa? Mi piace facciamolo".

 

 

Ne "Le sorelle Macaluso" sei Pinuccia, una tosta che sa il fatto suo e non si arrende, come Goliarda... scegli tu i tuoi personaggi femminili?

Pinuccia è sicuramente più popolana, più semplice, Goliarda è un'intellettuale, ma certo a me le donne forti piacciono e io mi sento una donna di temperamento sulla scena. Anche Sofia Loren lo diceva:  "le donne che ho interpretato sono donne di carattere, è bello portare in scena donne che hanno carattere, volontà, determinazione". Evidentemente qualcuno vede queste caratteristiche anche in me. 

 

Come è stato lavorare con Martone a teatro dopo aver lavorato con lui al cinema?
Lavorare con lui a teatro mi ha sorpreso, abbiamo fatto 21 giorni di prove secche, concentratissimi. 
Lui montava le varie parti dello spettacolo con una velocità incredibile, aveva le idee chiarissime anche per le doppie scene che sono state ideate per creare il doppio mondo interiore di Goliarda. Al cinema vuole il massimo, non si accontenta, è caparbio, determinato. Ma è sempre un regista che sa quello che vuole e non è una cosa facile da trovare. Questo ti dà molta sicurezza e ti fa sentire protetta dal suo sguardo

 

Progetti futuri?
Dopo i 6 giorni a Milano, il 28 giugno comincio a girare un film, un fantasy di Berardo Carboni con cui nel 2017 ho lavorato anche in "Youtopia", con Matilda De Angelis. Interpreto la madre della ragazzina protagonista una specie di Greta Thunberg, che vuole fare l'ecologista e poi a settembre ho un grosso progetto in partenza, ma per ora non posso rivelare ancora nulla...

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