Dieci brani in siciliano, latino e greco con tre prestigiosi featuring: Mahmood, Jovanotti e il tenore Leonardo Sgroi
Carmen Consoli ci regala un nuovo album, "Amuri Luci", primo capitolo di un progetto discografico che comprenderà altre due parti alle quali la cantautrice sta già lavorando. "Ua trilogia che esplora le mie ‘tre anime’", spiega raccontando il disco, fuori dal 3 ottobre, ai giornalisti. Quasi tutto in siciliano, arricchito di stratificazioni di arabo, latino e greco, "Amuri Luci" affonda nelle origini linguistiche. "Sono la ricchezza di un paese. Cantare in siciliano tira fuori il mio spirito critico, la parte più polemica e impegnata di me. Il siciliano fa uscire il blues e il soul che ho in me. Sono i canti popolari potenti che escono dalle viscere. E' quasi un urlare tutto il disappunto... e oggi ci sono molti motivi per farlo".
Motivi di cui l'artista non esita a parlare, sulla scia della tragica attualità: "Oggi prenderei la mia barchetta ad Aci Trezza e raggiungerei Gaza, ci metterei tempo perché non ho i mezzi del Governo, ma lo farei, convinta di avere il diritto di navigare in acque internazionali", dice e aggiunge: Come dice la mia grandissima amica Elisa, sbrigatevi perché è vero che la gente muore. Le parole si devono fare azione. Avevo urgenza di dirlo perché sono stata sveglia fino alle 4 a seguire le manifestazioni e mio figlio che ha 12 anni ieri ha partecipato a una di esse".
E alla domanda sul suo impegna politico Carmen sottolinea: "Per me politica vuol dire fare parte della polis e vivere in maniera virtuosa... col massimo impegno. Ma a mio parere bisogna dare priorità a valori come l'amore e la felicità... che richiedono più tempo però. Nella mia politica è il dio denaro il maggior nemico e con le canzoni di questo album cerco di trasmettere la mia lotta contro la pseudo cultura fascista del più forte che sovrasta il più debole".
Scherzando sulle difficoltà che un album, completamente in dialetto, potrebbe avere ad andare in radio, "ad essere ballato in discoteca", Carmen spiega la sua idea sul tempo. "Animi Luci" non è infatti un disco da ascoltare in fretta o distrattamente. Richiede tempo e attenzione. E' una sorta di rito laico che cerca di restituire senso alla comunità. "Magari dopo il terzo live in cui canto in latino anche il pubblico canterà con me...". E poi racconta la sua passione per le lingue definendosi una "necrofila di quelle morte: "La difficoltà per me sarebbe state scrivere cose in cui non credo. In radio tanto non ci vado comunque e non ci sono mai andata. Mi ha dato soddisfazione ricercare le radici e fare questo lavoro di indagine. Attribuisco alle origini linguistiche di noi tutti una grande responsabilità. Quello che siamo deriva dalle nostre radici e dalle nostre origini. Dobbiamo recuperarle. Mi è piaciuto molto inoltre vedere come la mia voce suona nelle diverse lingue. È tutto anti marketing e anti successo, lo so, ma mi dà felicità fare questo lavoro, questo mettere insieme lingue e culture, questo viaggio nei secoli per creare connessioni".
Viaggio che parte da Peppino Impastato, a cui è dedicata la title track: "Parla dell'Amore profondo, autentico, vero su cui i governi non investono, che è Luce, o desiderio di luce, come anche l'amore per la verità e la conoscenza. Volevo scrivere un pezzo su Peppino Impastato e ho scritto su Giovanni, suo fratello che alla battaglia di Peppino ha dedicato tutta la sua vita, raccogliendone l'eredità".
E attraversa i secoli per approdare ai versi di Ibn Hamdis, poeta siculo-arabo dell'XI secolo costretto a lasciare l'isola dopo la conquista normanna e a peregrinare per il Mediterraneo arabo. La sua storia si intreccia con il nostro presente drammatico di guerre, migrazioni forzate e sopraffazioni".
Per questo brano l'artista ha voluto con sè anche Mahmood: "Era perfetto per parlare del dolore di Hamdis ed è stato bravissimo e preciso nel cantare in siciliano. Con lui denunciamo un fatto grave: stiamo obbedendo al dio denaro in nome del quale si commettono stragi. Un dio che ha un esercito di diavoli armato".
E in questo viaggio nel tempo Carmen torna poi al mondo contemporaneo con due brani tratti dalle poesie del poeta siciliano Ignazio Buttitta "Mamma Tedesca"e "Parru cu tia", nel quale la cantautrice ha voluto il suo secondo featuring, quello di Lorenzo Jovanotti. "E' un potente inno alla ribellione, contro l'indifferenza per tirare fuori la parte di noi messa a tacere. Un appello contro chi accetta il disprezzo e il sopruso del padrone senza alzare la testa".
Con uno switch spazio temporale la cantautrice torna poi al passato per esplorare e celebrare il mondo femminile, quello fatto da donne rivoluzionarie, emancipate, donne che si impongono mettendo al centro il loro io contro la società e che si ribellano al soprusi, come Nina da Messina, protagonista del brano "Qual sete voi", un duetto che Carmen intona insieme al tenore Leonardo Sgroi: "Nina è stata la prima donna a poetare in volgare e intrattenne uno scambio epistolare con il poeta toscano Dante da Maiano, innamorato dei suoi versi... Spero che Nina non si arrabbierà troppo sapendo che ho reso pubbliche le sue conversazioni intime con Dante...Con lei ho creato una connessioni, ne ho sentito il cuore..". E Graziosa Casella, poetessa della Catania della prima metà del Novecente, che scrisse soprattutto d'amore e della passione che la legava a un giovane amante e a cui Carmen ha dedicato "Nimici di l'arma mia".
Ma il grande "azzardo" linguistico la Consoli lo fa con "Bonsai#3 - Galàteia", scritta in latino e greco riprendendo Ovidio e Teocrito. "Galàteia è l'unione delle tre anime che compongono il mio progetto discografico. Tre dischi diversi con lingue e intenzioni diverse: 'Amuri Luci' è dedicato alla cultura tradizionale siciliana, l'altro - in diverse lingue, anche francese e inglese - avrà un'anima rock e il terzo sarà in italiano", spiega: "L'unione delle tre anime sarà Galàteia, che lega tutti e tre dischi. E se nel primo la parola chiave è Amore, perché Polifemo è un Ciclope innamorato, che canta il suo amore per Galàteia, nel secondo è Tragedia, perché torna il mostro che era, l'uomo di potere che vuole la donna e se la prende con la forza uccidendo il pastorello Aci, di cui lei è innamorata. Nel terzo disco ci sarà la Metamorfosi e Galàteia e Aci si trasformeranno in acqua".
"Registrato quasi tutto in presa diretta, con bassi, batterie è un disco con un approccio live. Ho chiamato i miei chitarristi e abbiamo arrangiato insieme le canzoni, ci siamo proprio divertiti", spiega Carmen Consoli, che firma anche la produzione del disco in cui è riuscita a creare un paesaggio sonoro dove strumenti tradizionali e timbri contemporanei convivono. "Indagando poi sulle cadenze delle diverse lingue ho cercato la musicalità di igni lingua. Un lavoro che è durato un anno e mezzo".