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C'mon Tigre, un nuovo viaggio transcontinentale "per raccontare l'umano nelle sue declinazioni"

Fuori il terzo disco della band italiana, "Scenario"

Ufficio stampa

Un invito a un viaggio attraverso il mondo.

Tra classico e contemporaneo, passato e futuro, radici sonore diverse provenienti da una parte e dall'altra dell'Oceano per un caleidoscopio di contaminazioni. Su tutto questo si fonda, fin dalla nascita, il progetto musicale dei C'Mon Tigre, che pubblicano il loro terzo album, "Scenario". Un unicum nel panorama italiano dal 2013, che tra anonimato e un ensemble variabile di musicisti che ruota intorno al duo fondatore, propone uno stile difficile da inquadrare che racchiude e mette insieme jazz, ritmi nordafricani e brasiliani, funk, psichedelia, groove sensuali e atmosfere evocative.

 

L'album è in uscita in digitale il 25 marzo, mentre dal 30 marzo sarà disponibile in vinile in due diverse versioni: vinile nero "standard edition" e vinile colorato "special edition" con un libro di 64 pagine impreziosito dagli scatti più significativi di Paolo Pellegrin (stampati su carta di alta qualità, per gentile concessione di Magnum Photos). Il disco è stato anticipato dal singolo "Twist Into Any Shape" e dal brano "Kids Are Electric". Contiene, inoltre, le collaborazioni con Xenia Rubinos, Mick Jenkins e Colin Stetson. Il 30 marzo, all'Auditorium Parco della Musica di Roma la band tornerà sul palco per presentare dal vivo "Scenario", che hanno raccontato a Tgcom24.

 

Com'è nato questo terzo disco?

Abbiamo iniziato a scrivere “Scenario” poco dopo l’uscita di “Racines”, ci siamo aperti a nuove ispirazioni, non solo in ambito musicale, e la forma è andata delineandosi negli ultimi due anni. Sono stati anni importanti per noi, difficili per evidenti motivi, ma che anche molto produttivi e costruttivi.

 

Quale continuità c'è con i vostri precedenti album e quali sono invece le novità?

Il metodo di scrittura e l’ensemble mantengono una coerenza con i nostri lavori precedenti pur essendoci aperti a nuove fonti d'ispirazione come la musica sudamericana e a nuovi inserimenti strumentali: ad esempio non avevamo mai suonato con una sezione d’archi prima d’ora. Inoltre, i tempi di lavorazione sono stati una novità per noi, molto più brevi rispetto alle nostre abitudini e questo ha sicuramente contribuito a dare una forma più compatta al lavoro nel suo insieme.

 

Ufficio stampa

 

Quanto ha pesato sulla vostra nuova musica la pandemia, lo stop del mondo intorno, la distanza tra le persone?

La situazione di questi ultimi anni ha indubbiamente avuto il suo peso, fattivamente perché non ci siamo più potuti muovere liberamente e perché, come tutti, ci siamo trovati ad affrontare una condizione nuova, difficile, alienante. Tutto questo in qualche maniera ha generato delle energie e crediamo di essere riusciti a canalizzare queste energie nel nostro lavoro, che racconta appunto dell’umano, in tutte le sue declinazioni, e dell’esserci.

 

Film d’animazione e opere d’arte. Le arti visive sono una parte importante del vostro progetto musicale che accompagna le vostre uscite discografiche e i vostri live. Per "Scenario" cosa avete pensato?

Abbiamo mantenuto i nostri standard, siamo legati mani e piedi al mondo dell’arte visiva e infatti i primi lavori video usciti per “Scenario” sono stati animati da Donato Sansone, un genio dei nostri giorni della grafica d’animazione, e Danijel Zezelj con cui collaboriamo dall’inizio del nostro percorso. Danijel è un illustratore dal talento infinito e una persona molto speciale per noi. Anche questa volta abbiamo voluto legare alla nostra musica un immaginario visivo importante, l’edizione speciale del vinile uscirà accompagnata da un libro di opere fotografiche di Paolo Pellegrin, fotografo della Magnum. Lo ringraziamo enormemente, la sua opera è stata motivo d'ispirazione totale di questo disco, siamo onorati di poter appoggiare la nostra musica sulle sue immagini. Sono di una potenza devastante, il suo sguardo è qualcosa di prezioso.

 

Come sono nate le collaborazioni presenti nel disco?

Abbiamo pensato di chiedere a degli artisti in qualche modo vicini a noi di partecipare, di dare un loro contributo, e la loro risposta è stata super, hanno suonato e scritto le loro parti che sembrano perfette per quello che avevamo in mente noi. Xenia Rubinos, per fare un esempio, ha dato molta potenza al brano in cui ha cantato, il testo è suo ed è bello sentire la sua partecipazione, la sua lettura della nostra musica. Colin Stetson ci ha mandato molto materiale su cui lavorare, ci ha lasciato molta libertà di azione, e così anche gli altri.

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