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Altro che morto! Il progressive rock è vivo è lotta insieme a noi

Dai gruppi storici alle tribute band. Un genere dato per finito alla fine degli anni 70 è invece molto vitale


Altro che morto! Il progressive rock è vivo è lotta insieme a noi - foto 1
Carl Dunn

Sono attualmente in tour band storiche italiane, come la Premiata Forneria Marconi, il Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme, e mondiali, come King Crimson, Yes (nelle loro varie formazioni), Jethro Tull, Van Der Graaf Generator, Marillion.

E sono in continua produzione, discografica e live, anche realtà più recenti, da Steven Wilson ai Dream Theater. Tralasciando l’elenco della miriade di nuovissimi e seguitissimi gruppi che animano la scena.

Il genere musicale Progressive Rock, in auge dalla fine degli anni 60 fino al 1977, tramontato cioè quando il punk ha fatto irruzione sulla scena musicale, oggi è in ottima forma. Un successo che si misura anche con le numerosissime cover e tribute band, che ripercorrono brani e album essenzialmente di coloro che non è più possibile applaudire dal vivo, ma non solo. Lo scorso novembre sei date italiane sono andate sold out per The Musical Box, tribute band dei Genesis, i cui componenti canadesi sono stati acclamati come rockstar per la loro rigorosa ricostruzione degli show del gruppo inglese, che fu di Peter Gabriel e Phil Collins.

 

E solo in Italia sono più di 250 i gruppi che rendono omaggio ai Pink Floyd. Certo, il batterista Nick Mason porta ancora in tour i brani della band e lo stesso fanno Roger Waters e David Gilmour. Ma il successo delle tribute che, con tanta passione e un dilettantismo soltanto economico, viste le notevoli doti tecniche e musicali di gran parte di esse, evidenzia un’ampia domanda da parte del pubblico del Progressive Rock. Una platea che raccoglie sempre più giovani, i quali così possono accostarsi a fenomeni musicali del passato, eseguiti fedelmente o reinterpretati, ma sempre rispettati. Un fenomeno che non è solo nel genere prog, ma si allarga, in Italia, a Vasco, Ligabue, Zucchero e U2, Springsteen, Queen, solo per citarne alcuni.

 

Altro che morto! Il progressive rock è vivo è lotta insieme a noi - foto 2
ufficio-stampa

 

Il 2020 progressive si preannuncia altrettanto fertile. In arrivo nei nostri palchi i live dei già citati Yes, Jethro Tull, Van Der Graaf Generator, Dream Theater e Steven Wilson, tra gli altri. Ma anche le tribute band prog prevedono un’intensa attività. Sono in tour, tra i tanti, gli spettacoli dei Legend, Pink Sonic, Big One (Pink Floyd), dei KcrimsoniK (King Crimson), J. True Tull Band (Jethro Tull), D-Yes-Is (Yes). Mentre gli italiani The Watch portano i loro show in tutta Europa, con un mix tra cover dei Genesis - era Gabriel - e loro composizioni. Questi gruppi spesso hanno la benedizione dei componenti originari delle band. L’ex chitarrista dei Genesis Steve Hackett, per esempio, ha suonato con i già citati The Musical Box (ai quali Peter Gabriel ha donato alcune sue leggendarie maschere di scena) e figura negli ultimi album di The Watch e Algebra. Lo stesso Hackett e il primo tour manager Richard McPhail hanno applaudito in platea i genovesi Real Dream.

 

Altro che morto! Il progressive rock è vivo è lotta insieme a noi - foto 3
Ufficio stampa

 

E proprio i Real Dream sono protagonisti di uno dei primissimi concerti del 2020, sabato 11 Gennaio, allo Spazio Teatro 89 (Zona San Siro) a Milano. Il loro "GENESIS DREAM" di Milano sarà un Concerto in 2 tempi: il primo dedicato ai brani tratti da "THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY" album del 1974, l'ultimo con Peter Gabriel alla voce. Il Secondo sarà un ulteriore salto all'indietro nell'era Gabriel, con la proposta di brani tratti da "NURSERY CRYME", "FOXTROT" e "SELLING ENGLAND BY THE POUND". Una realtà assai dinamica, quindi, che promette di fare felici i fan anche per la prossima decade.

 

 

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