Il produttore londinese porterà dal vivo a Bologna, Roma e Milano il nuovo album "Roulette"
Alfa Mist è uno delle figure all'avanguardia sulla scena jazz e hip hop britannica, elaborando costantemente nuove idee creative. Il produttore, pianista e rapper londinese è capace di fondere più elementi in un linguaggio sonoro unico e tornerà in Italia a marzo 2026 con tre concerti dopo l’uscita a ottobre del suo nuovo album "Roulette". Sarà dal vivo il 3 marzo al Locomotiv Club di Bologna, il 4 marzo al Monk di Roma e il 5 marzo alla Santeria Toscana 31 di Milano.
Il produttore londinese è una figura costantemente prolifica. Con cinque album pubblicati a suo nome (oltre ai due come parte di un duo collaborativo) dal debutto del 2015 ("Nocturne"), il suo tratto distintivo è rapidamente diventato un fusion jazz soul che sfrutta melodie R&B e linee di Rhodes raffinate tanto quanto un'intricata e frenetica improvvisazione con l'intera band. E ha costruito una reputazione solida e trasversale, lavorando con nomi come Jordan Rakei e Tom Misch e collaborando con rapper come Loyle Carner. La sua musica rifugge definizioni rigide, abbracciando strumenti classici e beat contemporanei con una sensibilità che parla tanto agli appassionati di jazz quanto agli amanti delle sonorità più innovative.
Il suo ultimo e sesto album, "Roulette", è un concept album che esplora un futuro prossimo in cui è stata scoperta la reincarnazione, permettendo alle persone di collegare la vita presente e quella passata attraverso i sogni. Tuttavia, i concetti esposti nei testi sono l'aspetto secondario dell'album. Sono invece l'orecchio in continua evoluzione di Alfa Mist per le melodie soul e il concetto di groove della sua affiatata band ad attirare l'ascoltatore e a trattenerlo. In 15 tracce, Alfa Mist esplora inquietudini, domande etiche e paesaggi sonori che sfuggono alle categorie. Il disco, interamente concepito, scritto e prodotto da lui, vede la partecipazione di artisti come il rapper newyorchese Homeboy Sandman, la voce soul britannica Tawiah e la polistrumentista Kaya Thomas-Dyke, dando allo spazio jazz un respiro ancora più ampio e avventuroso