Commedia e memoria

Aldo, Giovanni e Giacomo si raccontano nel docu-panettone "Attitudini: Nessuna"

La pellicola di Sophie Chiarilello è un viaggio nei ricordi del gruppo, tra origini, amicizie e momenti chiave della carriera

27 Nov 2025 - 09:51
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Aldo, Giovanni e Giacomo tornano al cinema. Arriva nelle sale il 4 dicembre, con una distribuzione di 400 copie da parte di Medusa, il documentario di Sophie Chiariello dedicato ad Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti. La pellicola, dal titolo "Attitudini: Nessuna", viene definita da Poretti un vero e proprio "docupanettone", un’espressione che sintetizza il carattere narrativo del progetto, costruito come un percorso tra memorie, episodi e collaborazioni che hanno segnato la storia del trio comico.

L’origine del titolo e l’idea del film

 La regista, già assistente alla regia in alcuni dei loro film e vincitrice di un David di Donatello, parte da un dettaglio scolastico: il giudizio riportato su una pagella di Aldo Baglio, dal quale è tratto il titolo dell’opera. Chiariello racconta che "il film nasce dal desiderio, di rivelare chi fossero Aldo Giovanni e Giacomo da bambini e parlare anche dei loro sogni. La cosa eccezionale della loro storia, è che è totalmente inaspettata". Sottolinea inoltre il legame che la unisce al trio: "un rapporto di lavoro, amicizia, affetto e stima che ci lega, io mi sono formata sui loro film".

Il viaggio nei luoghi dell’infanzia

 Il documentario, prodotto da Agidi Due insieme a Medusa Film, Indigo Film e Driadi, con la collaborazione di Prime, segue i tre artisti in un ritorno nei luoghi della loro infanzia, nella Milano popolare tra oratori, prime esperienze teatrali e scuole di recitazione dove si è formata la loro comicità fisica e surreale. Il racconto tocca anche gli inizi tra Derby e Zelig e la successiva affermazione televisiva e cinematografica.

Le testimonianze di amici e colleghi

 Nel flusso narrativo intervengono figure che hanno incrociato la loro carriera, da Ida Kuniaki e Marina Spreafico a Paolo Rossi, Marina Massironi, Paola Galassi, la Gialappa's Band, Gino & Michele e Arturo Brachetti. Giovanni Storti osserva che "è stato un viaggio anche per noi nel passato, ci ha fatto rincontrare persone che non vedevamo da tanto tempo. E' scaturita un po' di nostalgia e ci ha fatto capire che la memoria è veramente personale. Ognuno si ricorda gli eventi in modo diverso".

I momenti di crisi e la ripartenza

 Il documentario non evita i passaggi più complicati della storia del trio, come l’insuccesso di "Via da Reuma Park "nel 2016. Baglio ricorda che "È stato un momento di crisi che ci ha aiutato a allargare gli orizzonti, a riscoprire la nostra individualità. C'è sempre la voglia di stare insieme ma anche quella di portare avanti percorsi personali".
Poretti aggiunge che, dopo quella fase, ciascuno ha intrapreso percorsi individuali senza tensioni interne: "abbiamo un po' rallentato l'attività del trio, ognuno di noi ha iniziato anche a fare individualmente qualcosa di molto significativo, e non c'è stata nessuna gelosia tra noi". E ricorda la ripresa con "Odio l'estate" e "Il grande giorno". "Quindi vorrei rassicurare rispetto agli allarmismi, non è mai esistita la possibilità concreta di scioglimento ma la necessità di prendere dei tempi diversi per essere propositivi in modo efficace".

Il rapporto con il progetto e l’ironia del gruppo

 Poretti racconta che "Io non lo volevo fare questo documentario", ricordando il suo preconcetto verso il genere, ma ammette che Chiariello ha insistito e che il lavoro ha portato a risultati significativi. Baglio interviene con una battuta: "per quello l'abbiamo fatto il film, pensando che Giacomo è lì lì... In realtà per me è stato importante, perché sono molto frammentato, è come se avessi vissuto tante vite. Questo è come un album delle fotografie. Lo guardo e mi stupisco di come siamo arrivati".

Futuro del trio e il caso Tafazzi

 Storti mantiene il massimo riserbo sui progetti futuri: "Aspettatevi tutto e non aspettatevi nulla". L’attore ricorda anche come il personaggio di Tafazzi sia stato interpretato politicamente da una parte della stampa: "Lì è successo che un direttore di giornale, ci abbia visto qualcos'altro di politico… per noi era solo uno che si dava martellate sui 'maroni'".

Il contributo di Brunori Sas

  La conferenza stampa si è conclusa con un videomessaggio di Brunori Sas, autore della canzone originale del documentario, che ha spiegato: "Stavolta sono partito da una poesia di Aldo... e ho pensato che come coppia - scherza il cantautore - potremmo essere i nuovi Mogol - Battisti, Battisti - Panella o Dalla - Roversi".

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