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A "Milano Rocks" Billie Eilish conquista il pubblico anche... su una gamba sola

La cantautrice losangelina è stata una dei protagonisti della seconda giornata del "Milano Rocks", in un concerto condizionato da un infortunio durante la prima canzone

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Nella seconda giornata di "MIlano Rocks" buona parte degli occhi erano puntati su di lei.

Billie Eilish è il talento emergente che negli ultimi due anni ha sovvertito le regole del pop. E lei non ha deluso. Nonostante un incidente durante la prima canzone quando è caduta infortunandosi alla caviglia. Da quel momento per lei è stato un piccolo calvario, con i 20mila presenti all'Area Expo di Rho che l'hanno però sostenuta fino alla fine.

Certo non è stato lo show che lei aveva in mente. E lo ha ripetuto più volte, mortificata e minata dal dolore a quella caviglia che si era già infortunata qualche settimana fa. Anche perché, a dispetto di quello che uno potrebbe pensare di fronte ai dischi, spesso molto intimi, l'approccio live della 17enne losangelina è estremamente fisico. La musica acquista un surplus di energia anche grazie alla corporeità che lei ci mette ballando dall'inizio alla fine. Cosa che non ha potuto fare al "Milano Rocks".

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Quando sale sul palco, accompagnata dal fratello Finneas, che si destreggia tra basso, chitarre e tastiere, e il batterista Andrew Marshall sono passate da poco le 19:30. Questo concerto nel suo piccolo è la dimostrazione plastica della sua crescita di popolarità avvenuta nel giro di un anno. A Milano, dal febbraio 2018, è passata dalle poche (ma caldissime) anime del Dude Club, ai 2mila del Fabrique, fino ai 20mila di oggi. Molti arrivati anche per i Twenty One Pilots che chiuderanno la serata, ma moltissimi venuti solo per lei. Il sogno di celebrare a dovere però si infrange dopo poche battute di "Bad Guy", il suo ultimo singolo nonché brano di apertura dell'album "When We All Fall Asleep Where Do We Go ?". Un piede in fallo e un ruzzolone sul palco. Sul momento non sembra nulla di grave ma quando rialzandosi Billie prova ad appoggiare il piede le parte un eloquente "What the fuck!". Lei va avanti, salta su una gamba sola, prova a far finta di nulla ma il dolore è evidentemente lancinante. 

Finito il pezzo corre nel retropalco dove le viene applicato un tutore rigido alla caviglia. Ma non basta. Subito dopo aver eseguito "My Strange Addiction" si siede su uno sgabello e prova a raccontare quello che sta provando. Il mix di emozioni, dalla delusione alla rabbia, passando per il dolore fisico, è così forte che la voce le si spezza e lei fugge nel backstage. Tutto finito? Per fortuna no. Portata a spalle da un tecnico Billie torna dopo qualche minuto e riprende. Sempre da seduta o al massimo facendo qualche passo. La sofferenza per non potere interpretare i brani come vorrebbe è evidente. Ma si prosegue. "Wish You Were Gay" e poi "Idontwannabeyouanymore", "Bellyache" e "Ocean Eyes", i brani che l'hanno rivelata al mondo. La musica arriva comunque potente grazie ai bassi che pompano e al lavoro di Marshall alle percussioni. Lei ci mette l'intensità e il carisma di cui è dotata a dispetto della giovane età.

La scaletta alla fine viene accorciata di parecchio, lasciando soprattutto i brani più lenti. Billie ringrazia tutti per la loro dolcezza. "Grazie di essere rimasti, onestamente fossi stata in voi me ne sarei andata" arriva a dire prima di chiudere con "When The Party's Over" e "Bury A Friend". E invece la gente è per fortuna rimasta perché, a dispetto della sua comprensibile insoddisfazione, la Eilish ha comunque trasmesso buona parte del talento di cui è dotata. E occasioni per rifarsi ce ne saranno sicuramente molte.

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