L'approfondimento è andato in onda giovedì 15 maggio. Ospiti dell'appuntamento: Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia e vicepresidente del Gruppo del Partito popolare europeo, e Fabio Massimo Castaldo, di Azione, già vicepresidente del Parlamento europeo
Il 9 maggio, si è celebrato il 75esimo anniversario della dichiarazione Schuman, che ha che ha gettato le basi dell'Unione europea di oggi. Unione europea che sta affrontando e deve affrontare diverse sfide. Ne abbiamo parlato durante la terza puntata di "Together #Europa2025", il progetto multimediale di Tgcom24 sull'Europa. Ospiti dell'appuntamento, andato in onda giovedì 15 maggio e condotto da Paolo Liguori, Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia e vicepresidente del Gruppo del Partito popolare europeo, e Fabio Massimo Castaldo, di Azione, già vicepresidente del Parlamento europeo.
Il ruolo dell'Ue nel nuovo ordine mondiale - L'Europa rischia di essere marginale nel nuovo ordine mondiale? Che ruolo può avere? Castaldo spiega che "l'unico modo in cui possiamo commemorare egregiamente il 75esimo anniversario della dichiarazione Schuman è rilanciare il progetto di integrazione europea. Perché il rischio che è di fronte a noi è estremamente concreto: con l'avvento della presidenza Trump, l'approccio americano è diventato un po' più erratico, ma sicuramente anche molto più assertivo. E senza un'Europa protagonista che si doti anche dei mezzi per essere credibile al tavolo negoziale, quello che potrebbe accadere è che Stati Uniti, Russia e Cina a un certo punto decidano di sedersi a un tavolo, di ristabilire delle sfere di influenza, di equilibrio, tra di loro con noi come grande assente".
"Solo un'Europa geopolitica pienamente integrata, che rilanci anche la dimensione della difesa europea verso un'autonomia strategica non antitetica verso gli Stati Uniti, ma complementare, capace di farci agire da soli quando non può essere diversamente, e solo un'Europa protagonista anche del commercio mondiale e che possa portare a compimento tanti accordi può avere la credibilità di sedersi a quel tavolo e di riscoprirsi potenza. Una potenza però benevola, basata sui suoi diritti e valori proprio per difendere quelle libertà da parte di quei regimi autoritari che invece vorrebbero negarle", aggiunge l'ex vicepresidente del Parlamento europeo.
"All'origine del progetto europeo, insieme alla Comunità del carbone e dell'acciaio, c'era la Comunità della difesa. I due semi sulla base dei quali i padri fondatori costruirono l'idea di una collaborazione che diventasse istituzione tra i Paesi che uscivano dalla tragedia della guerra erano i due elementi centrali di cui deve occuparsi la politica: l'economia e la politica estera e la difesa. L'Ucraina di allora si chiamava Corea, perché all'esatto indomani della conclusione della guerra mondiale si riapriva un conflitto che metteva in discussione il rapporto con l'Unione Sovietica, cioè con il blocco che stava sostenendo l'invasione della Corea del Nord sulla Corea del Sud, e l'Occidente si domandava come stare insieme" è la ricostruzione di Salini.
"A un certo punto, si è deciso di andare avanti sul primo punto, quello del carbone e dell'acciaio, che lentamente è diventato la questione economica europea, e si è deciso di non andare avanti colpevolmente sul secondo corno, quello politico, la politica estera e la difesa. Un corno che non è un orpello, è parte integrante dell'origine del progetto e non è un'origine qualunque. Non si parte dalla politica genericamente intesa per arrivare eventualmente anche alla difesa. Si parte dalla difesa per arrivare alla politica. Questo era il messaggio di De Gasperi, innanzitutto. Peraltro, un messaggio sul quale Spinelli lo sostenne. Purtroppo, la Francia decise di dire di no. Ma non era solo la Francia, era un'idea bassa di cultura politica che purtroppo ancora oggi ci fa pagare un prezzo troppo alto", conclude l'eurodeputato di Forza Italia.