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Nucleare, si riaccende il dibattito | Guarda la terza puntata de "L'Europa che vorrei"

Ospiti del terzo appuntamento, andato in onda venerdì 14 gennaio, Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia e Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde

A distanza di anni, il nucleare torna a dividere l'opinione pubblica europea e italiana.

La Commissione Ue ha inserito l'atomo nella bozza della tassonomia per classificare le fonti energetiche green cui dedicare gli investimenti per la transizione ecologica. Una scelta con cui non tutti sono d'accordo. Ne abbiamo parlato nella terza puntata de "L'Europa che vorrei", il nuovo programma di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo. Ospiti del terzo appuntamento, andato in onda venerdì 14 gennaio, Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia, e Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde.

Nel nostro Paese, i cittadini si sono espressi contro il nucleare in due referendum: uno nel 1987 e l'altro nel 2011. Una risorsa che, però, a detta di molti, rappresenta una valida alternativa per colmare quel gap energetico responsabile degli aumenti in bolletta.


"È un dibattito che all'interno del Parlamento ci vede divisi. Evidentemente, le ragioni non stanno tutte né da una parte né dall'altra. Per quanto mi riguarda, è giusto inserirmi tra coloro che ritengono che la decisione della Commissione sia corretta, ma non sono certo disinvolto nel dire che realizzare una centrale nucleare costituisca una soluzione immediata ai problemi che abbiamo oggi, sia dal punto di vista degli approvvigionamenti energetici sia ambientale - sottolinea Salini -. Perché farlo significa dedicare un'enorme quantità di risorse e attendere moltissimo tempo prima che la centrale sia realizzata. Quindi, il dibattito va fatto con intelligenza e prudenza".

 

"Tuttavia, è fuori discussione che il raggiungimento degli obiettivi ambientali, e quindi la riduzione delle emissioni in atmosfera che la stessa Commissione ritiene di voler proporre ai cittadini con target molto sfidanti, è possibile ricorrendo a fonti energetiche pulite e tra queste certamente c'è il nucleare - aggiunge l'europarlamentare -. Il problema oggi è trovare il mix corretto. Un equilibrato modo di affrontare questo dibattito che consenta di avere un approccio scientificamente fondato e politicamente prudente affinché l'ultimo anello della catena, che però è il più importante, cioè il cittadino, riceva energia a un prezzo corretto e abbia in dote un ambiente pulito".

 

"Nel 2022, le centrali nucleari hanno ancora grandi indici di pericolo e costi esorbitanti. Inoltre, non è stato risolto il problema delle scorie. Quello che viene proposto oggi è il vecchio modello di nucleare, il quale crea scorie che si devono conservare per centinaia o migliaia di anni e il cui costo è a carico della collettività. Ad oggi il nucleare - che, innanzitutto, non è rinnovabile perché ha bisogno di materie che non sono rinnovabili - non ha risolto nessuno di quei problemi" è invece il commento di Pecoraro Scanio.

 

Stati Ue divisi - Una discussione molto accesa anche tra in singoli Stati tanto che l'adozione dell'atto delegato sul ruolo di nucleare e gas naturale nella transizione Ue è stata posticipata al 21 gennaio, "per dare più tempo a Stati membri ed esperti di analizzare il testo". Inizialmente, la scadenza dell'esame degli esperti europei per elaborare il testo sulla tassonomia era prevista per il 12 gennaio. 

 

In particolare, la Francia, secondo Paese al mondo per centrali nucleari, apre la strada a considerare l'atomo una fonte sostenibile. La Germania, invece, mette il veto. Contrarie anche Austria, Lussemburgo, Danimarca e Portogallo. Posizioni dettate dai motivi più vari, legate alle dinamiche interne dei singoli Stati. La questione divide non solo l'Europa ma anche l'Italia, con ampie porzioni della maggioranza che si dicono contrarie, come Pd e M5s.

 

La Conferenza sul futuro dell'Europa a Varsavia - Intanto, prosegue la Conferenza sul futuro dell'Europa, sia sulla piattaforma dedicata sia in presenza. Dal 7 al 9 gennaio, infatti, i cittadini si sono riuniti a Varsavia per il panel dedicato ai cambiamenti climatici, l'ambiente e la salute.

 

L'omaggio a Sassoli - Durante la puntata, non è mancato un omaggio al presidente del Parlamento europeo David Sassoli, scomparso l'11 gennaio. Lo abbiamo ricordato attraverso le parole di Paolo Gentiloni, Commissario agli Affari economici Ue, e del vicepresidente del Parlamento Ue Fabio Massimo Castaldo. "Sono straordinari l'intensità e il calore con cui in questi giorni viene ricordato David Sassoli qui a Bruxelles da tutte le istituzioni europee. E questo è il segno, in primo luogo, del suo modo di fare politica - appassionato, gentile, coerente, mai conflittuale - e, in secondo luogo, del suo messaggio, secondo cui l'Europa sarà compiuta solo nella misura in cui sarà un'Europa dei cittadini, in cui gli eletti, il Parlamento avranno un ruolo più importante di quello attuale. Questo messaggio che David ci lascia è un messaggio per tutta l'Ue", ha detto Gentiloni.

 

"Oltre a stimare tantissimo David come collega, ero legato a lui anche da una grande amicizia sviluppata in otto anni di lavoro insieme. Sassoli non ha mai fatto mancare la sua lucidità, il suo equilibrio e il suo tatto nel gestire questi difficilissimi anni di pandemia. Anni in cui era necessario garantire la continuità del funzionamento della nostra istituzione. Lui ha saputo farlo in modo sempre deciso e autorevole, ma mai autoritario, agendo da vero gentiluomo quale è sempre stato" è invece il ricordo di Castaldo.
 

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