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Stop al lavoro "fuori orario": il Parlamento europeo chiede una legge sulla disconnessione digitale

Con l'iniziativa legislativa appena approvata con 472 voti a favore, il Pe si schiera dalla parte di tutti i telelavoratori costretti a non staccare mai la spina del pc

Problema serio e quanto mai attuale: quello di lavoratori costretti a rimanere collegati digitalmente fuori e dentro l'orario di lavoro. Le conseguenze: ansia, depressione, burnout. Una distorsione "mostruosa" dello smartworking? Sì, ma non solo. Anche un surrogato della cultura del "sempre online" che influisce negativamente sull'equilibrio tra vita professionale e vita privata dei lavoratori. Ecco perché il Parlamento europeo ha approvato un'iniziativa legislativa importante, chiedendo una legge europea che disciplini la materia della disconnessione digitale. Vediamo tutti i particolari.

 

Smartworking "after hour" - Dallo scorso marzo, e dunque dallo scoppio della pandemia, il lavoro da casa è aumentato del 30%. Inoltre, secondo una ricerca condotta da Eurofond, le persone che lavorano da casa hanno più del doppio di possibilità di lavorare ben oltre le 48 ore settimanali. Il Parlamento europeo ha dunque cercato di porre subito rimedio con una precisa richiesta.

 

Per una nuova legge sulla disconnessione - Nell'iniziativa legislativa approvata con 472 voti favorevoli, 126 contrari e 83 astensioni, il Parlamento europeo ha esortato la Commissione a elaborare al più presto una normativa che consenta ai lavoratori digitali di disconnettersi al di fuori dell’orario di lavoro. Non basta. Tale normativa dovrebbe stabilire requisiti minimi per il telelavoro e illustrare con chiarezza condizioni, orari e periodi di riposo. I deputati ritengono che il diritto alla disconnessione venga riconosciuto quale diritto fondamentale e che restituisca a ogni singolo lavoratore la possibilità di astenersi completamente da ogni tipo di mansione al di fuori del proprio orario di lavoro senza incorrere in ripercussioni negative da parte dei datori di lavoro.

 

L'unione fa la forza - L'appello partito dall’aula di Bruxelles si rivolge anche ai Paesi Ue, che sono dunque incoraggiati ad adottare le misure necessarie per consentire ai lavoratori di esercitare questo diritto, anche attraverso accordi collettivi tra le parti sociali. In tal modo dovrebbero essere scongiurate discriminazioni, critiche, licenziamenti o altre ripercussioni negative da parte dei datori di lavoro.

 

"Non possiamo abbandonare milioni di lavoratori europei che sono stremati dalla pressione di essere sempre connessi e da orari di lavoro troppo lunghi. Ora è il momento di stare al loro fianco e dare loro ciò che meritano: il diritto di staccare la spina. Questo è vitale per la nostra salute mentale e fisica. E’ tempo di aggiornare i diritti dei lavoratori in modo che corrispondano alle nuove realtà dell’era digitale", ha dichiarato uno dei relatori, Alex Agius Saliba (membro dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici).

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