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Social media, il Parlamento europeo chiede di regolamentare le piattaforme online per salvaguardare la democrazia e la libertà di espressione

La maggior parte degli eurodeputati ha criticato l'enorme potere delle piattaforme e il loro impatto sulla vita democratica

Istockphoto

Dibattito piuttosto intenso quello svoltosi all’Europarlamento il 10 febbraio. Ordine del giorno: social media e democrazia. I deputati hanno chiesto di regolamentare le piattaforme dei social media per salvaguardare la democrazia e la libertà di espressione, evitare la censura arbitraria e istituire regole precise che limitino il potere in mano ai giganti dei social

Bisogno di regole - Proprio nei giorni in cui l'Ue sta lavorando al Digital Services Act (DSA) e al Digital Markets Act (DMA), i deputati tornano a dibattere sul tema della regolamentazione dei social media e lo fanno a distanza di qualche mese da quel 20 ottobre in cui avevano già avanzato una richiesta importante. Alludiamo a quella in base a cui l'applicazione della legge e qualsivoglia decisione debba spettare alle autorità pubbliche e non a un'entità commerciale privata (leggi: titolari di servizi digitali).

 

Un primo passo verso il dibattito avvenuto il 10 febbraio e attraversato da numerosi interventi di deputati Ue. La loro richiesta: istituire un controllo democratico dei giganti del web al fine di salvaguardare le regole della democrazia e scongiurare i poteri di una censura discrezionale e arbitraria. La critica, chiara e circoscritta, è stata dunque rivolta all’enorme potere dei social media e alla loro capacità di incidere sulla politica e sulla libertà di parola.

 

Censure discutibili – I deputati sono partiti da qui, ovvero dalla citazione di alcune decisioni assunte in passato da numerose piattaforme per censurare contenuti  e rimuovere account. Prendendo dunque le mosse da alcuni esempi di questo tipo, i parlamentari intervenuti hanno così stigmatizzato la mancanza di regole chiare che governino attualmente decisioni di questo tipo e la totale assenza di trasparenza prodotta da lacune così gravi.

 

Rimozione dei contenuti – La maggior parte degli intervenuti ha dunque chiesto di sottrarre alla facoltà del privato (ovvero il responsabile della piattaforma di turno) la scelta di eliminare contenuti considerati non idonei, affidando invece tale prerogativa solo e soltanto agli organi giuridici ufficiali.

 

Il Parlamento Ue ha infine esortato la Commissione ad affrontare la questione nella legge sui servizi digitali e nella legge sui mercati digitali. Di seguito gli altri temi sollevati:

 

- necessità di difendere democrazia e valori Ue da ogni tentativo di sovvertimento e di incitamento alla violenza;

- invito a incentivare una tecnologia che non limiti, ma che migliori i contenuti politici, contrastando ogni tipo di discriminazione;

- analisi e successiva interrogazione critica sui problemi causati dai monopoli tecnologici e dal loro impatto sul pluralismo dei media.

 

A tal riguardo Ana Paula Zacarias, segretaria di Stato per gli Affari europei, ha parlato a nome della Presidenza del Consiglio portoghese: "Ci aspettiamo che le piattaforme online facciano la loro parte in questa lotta comune, ma spetta alle istituzioni democratiche, alle nostre leggi, ai nostri tribunali stabilire le regole del gioco, definire cosa è illegale e cosa non lo è, cosa deve essere rimosso e cosa non dovrebbe esserlo".

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