DA UNO STUDIO GUIDATO DALL' ITALIA

La nascita di un pianeta vista per la prima volta in tempo reale

Il fenomeno sta avvenendo all'interno del disco della sua stella madre. A osservare questa caratteristica "firma" il telescopio Vlt dello European Southern Observatory, in Cile.  Il risultato si deve a uno studio guidato dall' Istituto nazionale di astrofisica e Università di Firenze

22 Lug 2025 - 12:17
 © ESO/F. Maio et al./T. Stolker et al./ ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/N. van der Marel et al.

© ESO/F. Maio et al./T. Stolker et al./ ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/N. van der Marel et al.

Per la prima volta gli astronomi sono riusciti a catturare la nascita di un pianeta in tempo reale: questo "scultore cosmico" sta scavando un intricato disegno nel disco formato da gas e polvere che circonda la sua giovane stella madre, e il telescopio Vlt dello European Southern Observatory, in Cile, ha permesso di osservare questa caratteristica "firma".

Un traguardo italiano

 Il risultato si deve allo studio internazionale pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics guidato dall'Italia con Istituto Nazionale di Astrofisica e Università di Firenze, che vede la partecipazione anche delle Università di Bologna e di Milano e dell'Istituto nazionale di astrofisica di Padova e di Bologna.

"Non potremo mai assistere alla formazione della Terra, ma qui, intorno a una giovane stella a 440 anni luce di distanza da noi, potremmo trovarci davanti alla nascita di un pianeta in tempo reale", afferma Francesco Maio di Università di Firenze e Istituto nazionale di astrofisica di Arcetri, che ha guidato lo studio. 

Le stime indicano per il pianeta neonato dimensioni doppie rispetto a quelle di Giove e una distanza dalla sua stella pari a quella di Nettuno dal Sole. I ricercatori sono riusciti a individuarlo proprio alla base di uno dei bracci a spirale del disco, esattamente dove la teoria aveva previsto la presenza del pianeta per spiegare la formazione di tale struttura. "Ciò che rende questa osservazione un potenziale punto di svolta è che, a differenza di molte osservazioni precedenti, siamo in grado di rivelare direttamente il segnale del protopianeta, che è ancora profondamente immerso nel disco. Questo ci dà un livello di fiducia molto più elevato nell'esistenza del pianeta, poiché stiamo osservando direttamente la sua luce", continua Maio. 

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