La scoperta

Spazio, il telescopio James Webb osserva una culla di pianeti vicino a una giovane stella

Lo strumento ha osservato una nube ricca di carbonio vicino all'astro Iso-Chal 147 che potrebbe portare alla nascita di corpi rocciosi simili alla Terra

10 Giu 2024 - 14:27
 © NASA/JPL-Caltech

© NASA/JPL-Caltech

Nuova scoperta del telescopio spaziale James Webb. Attorno a una piccola stella, il telescopio ha individuato una nube di gas e polveri ricca di carbonio, che potrebbe dare origine a pianeti simili alla Terra. Le immagini, con un dettaglio senza precedenti sono state analizzate dall'Istituto tedesco Max Planck per l'Astronomia, e pubblicate sulla rivista Science

Cosa sappiamo sulla formazione dei pianeti rocciosi

 Era noto che i pianeti rocciosi come la Terra possono formarsi più facilmente intorno a stelle non massicce, ma i processi chimici che avvengono all'interno dei dischi di gas e polveri che danno origine ai pianeti (dischi protoplanetari) finora non potevano essere osservati con gli strumenti tradizionali. I dischi sono infatti più piccoli e meno luminosi rispetto a quelli che circondano le stelle massicce.

Le osservazioni con Webb

 Il telescopio Webb, nato dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia spaziale europea e Agenzia spaziale canadese, è l'unico strumento oggi in grado di osservare questi fenomeni in dettaglio e ha ora permesso di analizzare la più sfuggenti di queste nubi, quelle che si trovano attorno alle giovani stelle di piccola massa.

Le osservazioni si sono concentrate in particolare attorno alla stella chiamata Iso-Chal 147, in una regione ricca di stelle chiamata Chameleon. Nella zona del disco più vicina alla stella Webb ha notato un'abbondanza di molecole a base di carbonio, come etano e benzene, e poche molecole a base di ossigeno. Una composizione molto diversa da quella osservata finora nelle altre nubi, quasi sempre quelle attorno a stelle molto più grandi. Proprio la composizione differente potrebbe essere una delle chiavi che porta alla nascita dei pianeti rocciosi e finora ancora poco compresa, anche nelle simulazioni. 

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