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Università, il ministro Messa: “Grazie al PNRR già a settembre più borse di studio e alloggi per i fuorisede”

Il ministro dell’Università e della Ricerca, intervistato da Skuola.net, oltre a fare un bilancio della sua esperienza di governo, prova a individuare i principali punti d’azione a cui il suo successore dovrebbe prestare attenzione, per non disperdere il lavoro fatto sinora

cristina messa
Ansa

Migliorare l’attrattività del nostro Paese agli occhi dei giovani laureati anche dal punto di vista economico, potenziare il diritto allo studio, cambiare il modello di crescita e orientamento degli studenti più piccoli.

Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, lascia idealmente le “consegne” a chi, dopo le prossime elezioni, la sostituirà a Viale Trastevere. L’occasione è un’intervista rilasciata a Skuola.net, durante la quale la responsabile dell’Università del Governo Draghi, oltre a rispondere alle domande che gli studenti le hanno fatto pervenire tramite il portale studentesco, traccia anche un bilancio della sua esperienza da ministro.

 

Per fermare i “cervelli in fuga” servono stipendi più alti e gratificazioni, il resto lo fa la qualità della vita in Italia

 

Una delle questioni sul tavolo di ogni Governo, da troppi anni ormai, è quella dei “cervelli in fuga”, per motivi di studio o di lavoro. Come invogliare i ragazzi a restare in Italia? Il Ministro ha la sua personale ricetta: “Dobbiamo rivedere i salari, troppo bassi rispetto al resto d’Europa e, soprattutto, per chi ha una laurea. La laurea - sottolinea Messa - va valorizzata, perché è un impegno che è stato fatto. L’Italia è un Paese in cui ancora si vive bene, c’è una buona qualità di vita, quindi riconoscere il valore di una laurea, anche dal punto di vista salariale, e aumentare quell’occupazione che dipende dalle competenze e dalle conoscenze, penso sia il modo migliore per trattenere i nostri giovani”.

 

Orientamento: vietato tenere i ragazzi in un “campana di vetro”

 

Prima di arrivare all’obiettivo laurea, però, il percorso è ricco di paletti e insidie. Come un sistema di orientamento che, spesso, non funziona e che lascia i ragazzi “soli” nel momento delle scelte decisive: “Ci vorrebbe - spiega il Ministro - più autonomia nella scuola. I ragazzi devono crescere durante quel periodo, li teniamo troppo sotto una ‘campana di vetro’. Io auspico che ci sia un percorso di autonomia e indipendenza che inizia già a partire dalle superiori”.

 

Sul diritto allo studio le basi sono state gettate

 

Ma, anche i più volenterosi e determinati, potrebbero trovarsi di fronte un altro tipo di ostacolo. Le condizioni economiche e sociali di partenza che potrebbero rendere complesso coronare il sogno della laurea. Tanti ragazzi chiedono uno sforzo maggiore sul “diritto allo studio”. Anche qui il Ministro Messa traccia la via: “Abbiamo già impiegato i fondi del PNRR per aumentare il numero di alloggi e il numero e l’entità delle borse di studio.Tutto questo sarà valido fino al 2024-2025, quindi è molto importante che i prossimi Governi stanzino finanziamenti nazionali per continuare su questa strada”.

 

Perché sul numero chiuso a Medicina non si riesce a fare nulla?

 

E poi c’è un altro tipo di frustrazione. Quella dei ragazzi che vorrebbero intraprendere un percorso ma che, per ragioni “strutturali”, devono rinunciare o rivedere i propri programmi. E’ il caso, ad esempio, degli aspiranti medici, alle prese con la “lotteria” dei test d’ingresso. La domande che in molti si fanno è: “Perché Medicina è a numero programmato se mancano in Italia mancano i medici?”. Il Ministro non si nasconde: “Quest’anno si sono iscritti ai test di Medicina più di 60mila persone. Non abbiamo le forze per riuscire a formare tutti questi medici. Allora, o li fermi all’inizio, al primo anno, oppure li fermi ancora prima che comincino”. Ma ricorda: “Il numero delle immatricolazioni lo abbiamo aumentato. Oggi siamo arrivati a circa 15-16mila posti di Medicina, rispetto ai 9mila di qualche anno fa c’è una bella differenza”.

 

I consigli per i giovani “in crisi d’identità”

 

Ma, trattandosi di un “confronto” con gli studenti, non può mancare la richiesta di un consiglio, da parte di un osservatore privilegiato sul mondo della formazione e del lavoro, per tutti quei ragazzi indecisi su cosa fare “da grande”. In realtà, il ministro Messa ne dà ben tre: “Il primo è quello di non andare in crisi: niente ansia, mente fredda, lasciate perdere un attimo il cuore e pensate, senza metterci troppa emozione. Il secondo è quello di girare, osservare, parlare con i più grandi, con chi ha già intrapreso gli studi; se si è interessati ad alcuni argomenti farsi aiutare dalla scuola a conoscerli meglio, andare fisicamente nei luoghi in cui si vorrebbe lavorare. Il terzo è di provare a conoscere sé stessi, fare un lavoro individuale per riuscire a capire non solo i desideri astratti ma anche la ‘voglia di’; perché il motore più importante per riuscire è la motivazione”. 

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