L'EMERGENZA

Suicidi in crescita in ogni angolo del globo: i giovani e gli uomini le categorie più a rischio

Il  portale Skuola.net ha voluto fare un'analisi della situazione in Italia, prendendo come riferimento i principali dati di uno studio condotto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Si è passati dai 3.748 casi registrati nell’anno pandemico, ai 3.934 del 2022

10 Set 2025 - 16:03

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Le statistiche non riescono sempre a raccontare la dimensione umana di un fenomeno, soprattutto quando è drammatico come quello di cui stiamo parlando: i numeri legati al suicidio, ad esempio, ci dicono che si tratta di una questione legata all'età e al genere, ma non spiegano le storie, le sofferenze e le ragioni profonde che spingono una persona a prendere una decisione così drammatica.

Eppure, si tratta ormai di un’emergenza che dovrebbe diventare priorità. Considerando che il suicidio è la terza causa di morte a livello globale tra i giovani, soprattutto maschi. E che l’età media si sta abbassando, con quella compresa nella fascia 15-29 anni che risulta tra le più esposte.

I numeri dell'emergenza

Così, in occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio (10 settembre), il portale Skuola.net ha voluto fare un'analisi della situazione in Italia, prendendo come riferimento i principali dati di uno studio condotto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Se analizziamo i numeri più da vicino, è evidente che il fenomeno dovrebbe essere affrontato con urgenza. Ogni anno, infatti, oltre 720 mila persone si tolgono la vita, con una diffusione particolarmente elevata nei Paesi a basso e medio reddito.

Un numero che, come sottolinea la stessa organizzazione, potrebbe essere addirittura sottostimato: infatti in alcuni paesi è considerato una pratica illegale e quindi di difficile mappatura, mentre solo 80 delle nazioni aderenti all’OMS dispone di un buon sistema di rilevamento di questi dati.

Il fenomeno non riguarda solo i paesi ricchi: circa il 73% dei casi avvengono nelle zone a medio e basso reddito del mondo. Un fenomeno che sta diventando così preoccupante che la stessa organizzazione lo ha classificato come un problema di pubblica salute che richiede ad ogni paese di essere affrontato con un piano nazionale composto e una serie di azioni già codificate da mettere in pratica. Inutile dire che da noi ancora non c’è.

Il fenomeno in Italia

Così anche l’Italia non fa eccezione e ogni giorno si registrano in media 10 suicidi, ovvero oltre 300 al mese, ma i tentativi sono molti di più: circa 25 mila persone cercano di togliersi la vita ogni anno, con però marcate differenze di genere.

Nel solo 2021, il nostro Paese ha registrato 3.870 suicidi. Di questi, il tasso è stato decisamente più alto tra gli uomini (3.036 contro 834), con i suicidi maschili che superano di oltre tre volte quelli femminili.

Più in generale, secondo gli ultimi dati disponibili dell'Istat, il fenomeno è in costante crescita. Il tasso di suicidi registrato negli ultimi due anni analizzati dall'istituto (0,40 suicidi ogni 10mila abitanti) rappresenta, infatti, il livello più alto osservato dal 2015. In particolare, nel 2022 sono stati registrati 3.934 suicidi, in netto aumento rispetto ai 3.870 del 2021 e ai 3.748 del 2020.

Attenzione all'abbassamento dell'età

Sempre nel 2022, poi, si è registrato un aumento dei suicidi in quasi tutte le fasce di età, ad eccezione di quella tra i 65 e i 79 anni. Tra i più giovani, l'incremento osservato tra il 2021 e il 2022 ha fatto seguito ad una precedente crescita già tra il 2020 e il 2021 (+16%).

Un trend, questo, confermato anche dai dati aggiornati presentati da “Telefono Amico”: su oltre 6.700 persone che hanno chiesto aiuto all’associazione di volontariato perché preoccupate dal possibile suicidio, proprio o di un loro caro, hanno telefonato in maggioranza persone tra i 26 e i 35 anni (26%), tra i 36 e i 45 (16,5%), tra i 19 e i 25 (16%).

Alla fine, la conta totale dice che, nell'ultimo anno analizzato, sono stati rilevati complessivamente 552 suicidi tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, 1.927 suicidi tra gli adulti di età compresa tra i 35 e i 64 anni e 1.455 suicidi tra gli over 65.

Le motivazioni all'origine del gesto estremo

Al solito, è relativamente facile snocciolare numeri e statistiche. Più complesso è, invece, indagare sulle cause del fenomeno. Il suicidio, infatti, è il risultato di molteplici fattori (genetici, biologici, individuali e ambientali) e, come sottolineato anche dall'OMS, la malattia psichiatrica non è l'unico fattore di rischio.

Nei paesi ad alto reddito, è ben chiaro il legame tra il suicidio e i disturbi mentali, in particolare la depressione e l'uso di alcol. Qui è importante notare che un tentativo di suicidio già messo in opera è un fattore di rischio significativo.

Ad esempio, nel 2021, su oltre 3.800 suicidi, 529 individui soffrivano di depressione, mentre 329 avevano altri disturbi mentali. Secondo un articolo pubblicato su 24 Heures, l'uso di antidepressivi - utilizzati proprio per combattere la depressione - potrebbe essere associato a un aumento del rischio di suicidio, soprattutto nei giovani adulti. 

Altri studi recenti suggeriscono e confermano che, sebbene questi farmaci siano efficaci nel trattamento della depressione, possano avere effetti collaterali che aumentano il rischio di comportamenti suicidari. In particolare, è stato osservato che i pazienti giovani, soprattutto quelli con meno di 25 anni, potrebbero essere più vulnerabili a questi effetti.

Non sempre ci sono campanelli d'allarme evidenti

Molti suicidi avvengono, però, in modo impulsivo, durante momenti di crisi, quando la capacità di affrontare le difficoltà quotidiane viene meno. Le cause scatenanti? Sono i più vari: problemi finanziari, conflitti relazionali, dolore cronico, malattie.

Ma anche l’esperienza a contatto con conflitti, disastri, violenze, abusi o perdite, combinata con un forte senso di isolamento, è fortemente associata al comportamento suicidario. I tassi di suicidio, poi, sono anche elevati tra i gruppi vulnerabili che subiscono discriminazioni, come rifugiati e migranti.

Infine, un altro tema importante, in qualche modo legato a questa tematica, riguarda l'eutanasia. Sebbene la legge italiana attualmente consideri illegale questa pratica, che implica la somministrazione diretta di un farmaco letale da parte di un medico a un paziente che la richiede, nel 2023 ben 23 italiani si sono recati in Svizzera per sottoporsi al trattamento, il secondo numero più alto degli ultimi due decenni.

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