IL SECONDO APPELLO

Semestre aperto come l’esame di Maturità: arrivano i “venditori” di tracce del giorno prima e la Fisica toglie il sonno

La disciplina che studia le leggi naturali resta lo scoglio principale per la maggior parte dei candidati. A pesare sul ritorno in aula sono anche i sospetti sulle irregolarità e lo scarto tra simulazioni e prove d’esame: per oltre un terzo i test sono più difficili del previsto

10 Dic 2025 - 13:43
 © ansa

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Da la Matematica…a la Fisica non sarà il mio mestiere, è un attimo. La notte prima dell’ultimo appello del Semestre aperto di Medicina e Chirurgia si sta trasformando in una riedizione (non richiesta) dell’esame di Maturità appena trascorso.

Sui gruppi social degli aspiranti camici bianchi hanno fatto il loro ingresso persino gli “spacciatori” delle “domande sicure” del test, che a partire da 20 euro assicuravano di avere in mano il file che avrebbe fatto svoltare. E più di qualcuno l’ha comprato, visto che su Google Trends sono apparsi picchi di ricerca su alcuni argomenti correlati alla prova.

A riportare questi rumors e tracciare gli umori con cui le ragazze e i ragazzi si sono avvicinati alla tornata di esami del 10 dicembre - l’ultima chance per entrare in via definitiva nei corsi di laurea con il “filtraggio” - è il portale Skuola.net, attraverso un sondaggio condotto su 1.000 giovani impegnati nella prova di oggi.

Fisica bestia nera, Chimica e Biologia più abbordabili

Una platea che fa parte di un bacino di candidati molto più ampio (circa 46 mila studenti) che comprende la minoranza di chi non aveva tentato le prove del 20 novembre, tutti i ripetenti bocciati in una o più materie al primo appello e anche chi, pur avendo superato una o più prove, ha rifiutato il voto per tentare di migliorare il proprio posizionamento in vista della graduatoria nazionale.

Tra loro la tensione è palpabile, figlia anche dell’esperienza maturata nel primo turno. E se si chiede agli studenti di indicare la prova più temuta in assoluto, nessuno ha dubbi: per il 32% Fisica rimane la prova più ostica (come anche evidenziato dagli esiti delle prove del 20 novembre) davanti a Chimica (20%) e Biologia (16%). Senza trascurare quel 32% che ammette, in realtà, di avere trovato tutte le prove molto difficili. Segno di una percezione generale di alta complessità.

Entrando nel dettaglio, quasi uno studente su due ha giudicato la prova di Fisica difficile o molto difficile (46%), solo il 16% la giudica facile e il 20% gestibile.

Sul resto del “pacchetto” i giudizi appaiono invece più ponderati. Per oltre uno studente su due la prova di Chimica è stata più che fattibile: per il 20% è stata facile, per il 31% quantomeno gestibile. Sul fronte opposto, quasi 1 su 4 l’ha definita difficile e l’11% molto difficile.

La prova ritenuta complessivamente più agevole sembra però essere stata Biologia. Il 19% la considera facile, il 28% gestibile; contro il 19% che la giudica difficile e il 15% molto difficile, mentre il 19% non l’ha affrontata.

C'è scarto tra il livello di preparazione e le prove d'esame

Uno dei punti più critici che emerge riguarda, poi, il confronto tra le prove vere e proprie e gli strumenti di preparazione. Qui, il dato centrale vede oltre un terzo del campione rilevare uno scarto netto tra “allenamento” ed esame, alimentando la sensazione di essere arrivati meno preparati del previsto.

Il 35% degli studenti dichiara, infatti, che i test sono risultati più difficili delle simulazioni e dei materiali utilizzati per prepararsi. Solo il 13% li ha trovati più facili, mentre il 31% li giudica sullo stesso livello. Un ulteriore 21%, infine, ammette di non aver utilizzato simulazioni o testi aggiuntivi.

Ancora più marcata è la distanza percepita tra i contenuti delle lezioni e le domande proposte. Il 31% degli studenti afferma di aver trovato molte domande inattese o “fuori programma”, mentre un ulteriore 39% ne ha individuate comunque alcune disallineate. Solo il 30% sostiene che, in teoria, “si potesse sapere tutto”. In altre parole, ben sette studenti su dieci hanno avvertito una frattura, più o meno ampia, tra ciò che è stato fatto a lezione e ciò che è stato effettivamente chiesto.

Brogli e tentativi di "copiaggio" sotto i riflettori 

Infine, il capitolo più delicato, oggetto delle cronache degli ultimi giorni: la regolarità delle prove. Quasi due studenti su tre hanno percepito un’anomalia nello svolgimento degli esami del 20 novembre. Solo il 35% degli studenti afferma che tutto si sia svolto in modo regolare, senza notare disservizi né possibili brogli.

Il 23% segnala, invece, la presenza di entrambe le criticità, ossia problemi organizzativi e tentativi di copiaggio. Un altro 23% indica solo brogli o tentativi di copiaggio, mentre il 19% riferisce solo di disservizi organizzativi: un elemento che pesa enormemente sul clima con cui si affronterà il secondo appello.