IL REPORT UNIONCAMERE

Da Moda a Logistica, da Ingegneria industriale a Scienze Matematiche: ecco i diplomi e le lauree più richieste dal mercato

Il mondo delle imprese è sempre più “affamato” di competenze pratiche. Per questo motivo, i diplomi tecnici o professionali, e le lauree STEM, sono veri e propri lasciapassare per il lavoro

26 Nov 2025 - 15:51
 © Istockphoto

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Non sono più (solo) i laureati ad avere le migliori chance lavorative. Ci sono alcuni diplomati che sono diventati letteralmente “introvabili”, al punto da essere quasi più ricercati dei coronati d’alloro.

A delineare chiaramente la situazione è il nuovo rapporto “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” realizzato dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, che evidenzia i trend occupazionali da qui al 2029.

Come fa notare il portale Skuola.net, nei prossimi anni, un diplomato tecnico dell’area Moda o dell’indirizzo Trasporti e logistica potrà scegliere, in media, tra due offerte di lavoro; mentre un laureato in Ingegneria si fermerà a circa 1,2.

E, più in generale, guardando al quinquennio 2025-2029, sembrano essere proprio i diplomi e le qualifiche tecniche e professionali a garantire l’accesso più immediato al mondo del lavoro.

Il diploma può ancora bastare

Ebbene, una posizione in apertura su due - circa il 50%, mettendo insieme licei e formazione secondaria superiore tecnico-professionale, che comprende sia i percorsi quinquennali sia i percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Professionale (IeFP) - sarà destinata a ragazze e ragazzi con un titolo di scuola secondaria superiore.

Parliamo di un volume di richieste che oscilla tra 1,4 e 1,7 milioni di posizioni aperte. Di contro, il fabbisogno occupazionale previsto per i laureati si fermerà al 38% (in termini assoluti siamo intorno a 1,2-1,3 milioni di offerte di lavoro). La quota restante, circa il 12%, sarà appannaggio di chi non ha completato il secondo ciclo d’istruzione.

Gli istituti tecnici e professionali daranno grandi soddisfazioni

Ovviamente, però, non tutti i diplomi avranno lo stesso peso sul mercato, come sottolinea la stessa Unioncamere tramite la piattaforma “Che ci faccio col diploma?”. Dentro quel 50% di offerte dedicate ai diplomati, infatti, solo il 4% riguarda chi arriva da un liceo. La quota restante, compresa tra il 45% e il 46%, è rivolta a ragazze e ragazzi con un titolo tecnico-professionale o provenienti dai percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).

Un’ulteriore buona notizia per chi frequenta un istituto tecnico o professionale, poi, è che potrà addirittura contare su un’eccedenza di posti di lavoro (meglio conosciuta come mismatch lavorativo), che dovrebbero oscillare tra le 160 mila e le 186 mila posizioni aperte, a fronte di circa 154 mila giovani in uscita dal sistema formativo.

Tra loro, i diplomati tecnici che andranno più a ruba saranno quelli degli indirizzi Trasporti e Logistica e del Sistema moda, per cui si stimano oltre il doppio dei posti di lavoro disponibili rispetto a quanti usciranno dal sistema scolastico.

Gli indirizzi "consigliati"

Guardando ai numeri complessivi, gli indirizzi che assorbiranno più diplomati sono quelli che già oggi trainano buona parte dell’economia. In testa c’è Amministrazione, Finanza e Marketing, con oltre 45 mila posti ogni anno. A seguire Turismo, Enogastronomia e Ospitalità, che dovrebbe richiedere intorno ai 20 mila diplomati l’anno. E il percorso Socio-sanitario, con circa 15 mila opportunità annue.

Molto ricercate anche le competenze puramente tecniche: Meccanica, Meccatronica ed Energia dovrebbero generare circa 20 mila nuove posizioni lavorative all’anno, mentre Informatica e Telecomunicazioni sfiorerà le 15 mila.

E poi ci sono le care vecchie qualifiche professionali, vale a dire i percorsi di Formazione Tecnico Professionale (IeFP), per cui si stima che il mismatch lavorativo possa essere addirittura più ampio. Settori come quello Edile ed elettrico, Ristorazione, Amministrativo e servizi di vendita e Meccanico, secondo Unioncamere, garantiranno - tra il 2025 e il 2029 - circa 20mila posti di lavoro annui. Con un surplus di domande che, in alcuni casi, arriverà a costituire più del triplo dei candidati.

I liceali "costretti" a proseguire gli studi

Al contrario, per un diplomato di liceo Classico, Scientifico o delle Scienze Umane l’ingresso nel mondo del lavoro subito dopo la maturità rischia di essere tutt’altro che semplice. A meno che non si prenda un ulteriore titolo di studio di livello terziario (laurea, diploma ITS Academy, ecc.). Il bollettino del Sistema Excelsior, su questo, è chiaro: solo una quota molto ridotta del fabbisogno complessivo - tra le 25 mila e le 30 mila unità all’anno - riguarderà profili con un diploma liceale.

Di questi, più della metà - tra 13 mila e 15 mila - sarà assorbita dai diplomati del Classico, dello Scientifico e delle Scienze Umane. A seguire, ci saranno circa 8-9 mila opportunità per i licei artistici e attorno alle 5-6 mila per chi arriva da un liceo linguistico.

Tradotto: a parità di titolo - vale a dire il diploma di scuola secondaria superiore - oggi c’è una distanza abissale tra un percorso teorico e uno più pratico. Con quest’ultimo in grado di offrire più possibilità di lavorare dopo gli studi.

Da valutare i percorsi alternativi alla laurea

L’avvenire è abbastanza roseo anche per chi, dopo il diploma, sceglie un percorso terziario davvero orientato alla professionalizzazione. Nel quinquennio 2025-2029, il sistema economico italiano avrà bisogno di circa 1,2 milioni di persone con una laurea o con un titolo dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), oltre a una quota compresa tra i 108 e 123 mila diplomati provenienti dagli ITS Academy: siamo intorno al 38% dell’intero fabbisogno occupazionale del quinquennio.

Per capire la reale portata di questo bacino, il rapporto ha aggregato gli indirizzi di studio, affiancando ogni area tecnologica degli ITS alla laurea più vicina: ad esempio, i diplomi in Efficienza energetica e Nuove tecnologie per il made in Italy - sistema casa sono stati associati a ingegneria civile e architettura.

Considerando questa offerta complessiva, si arriva a una stima del fabbisogno di personale che, mediamente, oscillerà tra le 247 e le 268 mila unità l’anno. Guardando nello specifico alla sola formazione terziaria STEM - scienza, tecnologia, ingegneria e matematica - il fabbisogno si attesterà tra i 79 e gli 87 mila lavoratori l’anno.

Le lauree che trovano più facilmente lavoro

Dentro questo universo, a trainare la truppa degli aspiranti lavoratori saranno soprattutto i percorsi ingegneristici. L’ingegneria industriale ed elettronica, da sola, genererà in media 40.500 posizioni all’anno. Subito dietro si piazza Ingegneria civile e architettura, con una richiesta stabile intorno ai 15 mila profili l’anno.

A completare il quadro, l’area più “scientifica” in senso stretto - matematica, fisica, informatica - per la quale sono previste circa 14 mila assunzioni ogni anno.