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Ritorno a scuola, più di 8 milioni gli studenti in classe: ma in 10 anni sono quasi un milione in meno

Rispetto al 2012 assistiamo a un calo di 858.311 alunni: un decremento che corrisponde all'intera popolazione della regione Umbria. L'indagine del portale "Tuttoscuola"

Ritorno a scuola, più di 8 milioni gli studenti in classe: ma in 10 anni sono quasi un milione in meno - foto 1
Ansa

Questa settimana vedrà la riapertura in massa degli istituti scolastici italiani.

Per l'inizio dell'anno che dovrebbe finalmente certificare il tanto atteso “ritorno alla normalità”. Ma, ugualmente, l'avvio è segnato da altri tipi di preoccupazioni. Come quella legata al drastico e inesorabile calo, anno dopo anno, del numero degli studenti. A segnalarlo il sito Skuola.net.

 

In base a un'indagine condotta dal portale "Tuttoscuola", infatti, sono attesi nelle classi delle scuole d'Italia (escluse quelle della Val d’Aosta e del Trentino-Alto Adige, rimaste fuori dalla rilevazione) 8.016.288 alunni, di cui 7.300.014 iscritti in scuole statali e 716.274 nelle scuole paritarie. Quando solo dieci anni fa il numero degli studenti si aggirava intorno a 8.874.599, di cui 7.858.077 nelle statali e 1.016.522 nelle paritarie. Una flessione che si traduce in 858.311 in meno. La causa? Va rintracciata soprattutto nel calo demografico della popolazione che affligge il nostro Paese.

 

Un calo apparentemente inarrestabile

 

Ma non bisogna andare così indietro nel tempo per accorgersi delle dimensioni del fenomeno. Rispetto allo scorso anno, ad esempio, sono ben 147.200 gli studenti in meno che sederanno sui nostri banchi: un numero pari agli alunni delle province di Firenze e Grosseto. Quasi il due per cento in meno in appena dodici mesi, un vero record. E, guardando al biennio precedente, assistiamo a una diminuzione di 285.955 unità. Per rendere l'idea di questo dato: parliamo dell'intera popolazione – tra i 0 e i 100 anni di età - del Molise.

 

Espandendo ulteriormente l'orizzonte temporale dell'analisi, rispetto al triennio precedente, la diminuzione di 417.646 alunni corrisponde all’insieme degli alunni delle scuole statali di Treviso, Venezia, Verona e Vicenza: insomma, è come se si sia svuotata più della metà delle scuole venete. Mentre negli ultimi quattro anni il calo della popolazione scolastica è stato di 507.510 alunni, una cifra pari a quella della popolazione scolastica statale del Piemonte.

 

Scomparsa una regione

 

Rispetto al quinquennio precedente, invece, la cifra aumenta fino a 594.321 alunni: ovvero quasi l'intera popolazione scolastica statale di Napoli e Caserta, e corrispondente più o meno all'intera popolazione della provincia di Messina (599.990). Infine, rispetto al 2012, il decremento di 858.311 alunni può essere paragonato alla sparizione dell’intera popolazione scolastica attuale delle scuole statali della Campania o, in alternativa, si può pensare all'intera popolazione della regione Umbria (859.572): come se un'intera regione fosse stata cancellata. Dati che dunque, da qualunque parte si osservano, dovrebbero destare preoccupazione ma soprattutto una riflessione.

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