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Ritorno a scuola, i sindacati: mancano 200mila prof | Bianchi rassicura: "In classe tutti i docenti"

Nuovo anno scolastico, vecchi problemi. Secondo i sindacati "la supplentite" è allarmante. Ma il ministro tranquillizza puntando sulle assunzioni

La "supplentite" colpisce ancora.

Nonostante, da diversi anni, i vari governi che si sono succeduti abbiano cercato di debellarla. Così, puntualmente, a fine estate gli addetti ai lavori mostrano preoccupazione per un tema quasi immancabile alla vigilia di ogni prima campanella: l’annosa questione delle “cattedre vacanti”. Anche stavolta, i sindacati preannunciano forti disagi, perlomeno nelle prime settimane di lezione.

 

Perché siamo agli sgoccioli: il 5 settembre si comincia in Alto Adige ed entro la metà di settembre rientrerà la maggior parte degli alunni d’Italia. Solo che, in base alle stime effettuate dalle organizzazioni di rappresentanza dei docenti, al momento mancano ancora all’appello circa 200mila insegnanti. 

 

I sindacati: mancano tra i 150mila e i 200mila docenti 

"Se il calcolo (200mila unità, ndr) è effettivamente questo potremo capirlo tra qualche mese. Ad oggi possiamo dire di aver coperto solo il 40% dei posti disponibili per le nomine in ruolo, con gravi carenze nella scuola media di primo e secondo grado, in particolare sul sostegno, sulle discipline Stem e anche su qualche disciplina umanistica della scuola media di primo grado. Ci sono i posti il cui contratto è scaduto il 30 giugno e le supplenze brevi. Quindi la somma finale, come l’anno scorso, quasi sicuramente ci porterà a 200mila. Ma già si può dire che siamo di fronte a un avvio dell’anno scolastico che vede scoperte, per quanto riguarda le cattedre di ruolo, più del 60% dei posti”, così Ivana Barbacci segretario Cisl Scuola, raggiunta da Skuola.net.

 

Il ministro Bianchi risponde: “Tutti i docenti saranno in cattedra”

Perplessità a cui però risponde, tranquillizzando il settore, direttamente il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi: “Tutti i docenti saranno in cattedra, così come è accaduto l’anno scorso - assicura - Quest’anno abbiamo realizzato tanti concorsi, abbiamo assunto oltre 50mila docenti. C’è anche una parte di personale supplente, ma gli studenti troveranno tutti i docenti in classe al rientro dalle vacanze”. Tra l’altro c’è da dire che lo scorso anno il titolare di Viale Trastevere prese un impegno simile e, a differenza dei suoi predecessori, in molti territori (anche se non in tutti) l’anno scolastico è iniziato senza particolari criticità, a differenza di quanto avveniva in passato.

 

Concorsi scuola, tanti i posti ancora scoperti

Rassicurazioni, quelle del ministro, che però sembrano stridere con la realtà dei fatti, soprattutto per quel che riguarda il passaggio sui concorsi. Secondo un’analisi effettuata da Tuttoscuola, osservando i dati ufficiali pubblicati dai vari Uffici Scolastici Regionali, a oggi meno della metà dei posti messi a concorso è stato effettivamente assegnato. Infatti, a fronte di 55.839 posizioni aperte, è facile immaginare che a settembre prenderanno servizio solamente 24.770 nuovi docenti di ruolo (poco più del 44% di quelli previsti). Confermando le proiezioni dei sindacati. Cosicché si dovrà ricorrere a un utilizzo massiccio delle supplenze. Ma questa non è una novità.

 

Tra le quattro procedure avviate - quella per la scuola per l’infanzia e la primaria, quelle ordinaria e straordinaria per la scuola secondaria e quella specifica per le discipline STEM - solo quella per le classi inferiori sembra avvicinarsi alla conclusione: per asili ed elementari, il 96,6% delle graduatorie sono state definite. Ma anche qui c’è un però: soltanto 7.252 posti dei 12.863 previsti dal bando sono stati coperti, lasciandone 5.611 (il 40%) non assegnati (compresi 5.389 vacanti, tutti di sostegno).

 

Sempre meglio di quanto succede per gli altri concorsi, dove si naviga a vista. Quella messa peggio a livello numerico è la selezione “ordinaria” per l’arruolamento dei docenti di scuola secondaria, superiore e inferiore. In quanto, sebbene sia stata bandita oltre due anni fa, ha definito appena 4 graduatorie su 10, lasciando al momento scoperte oltre 13mila caselle (comprese le 6.053 rimaste vacanti, per le quali cioè sono state concluse le operazioni e pubblicati i risultati, ma con un numero di vincitori inferiore ai posti disponibili) sulle quasi 27mila previste, praticamente la metà.

 

Ancora peggio è andata a chi si è imbarcato nel concorso straordinario-bis, sempre per la scuola secondaria, che in teoria metteva a disposizione ulteriori 14mila posti abbondanti. Ma che, nonostante la semplificazione della procedura (con una sola prova orale), ha lasciato scoperto addirittura circa il 78% delle cattedre previste: al momento risultano assegnate appena 3.193 cattedre, mentre restano libere 11.227 posizioni (comprese le 118 vacanti). Sorte non molto differente per i candidati a una cattedra nelle materie tecnico-scientifiche (STEM), la cui selezione è stata stralciata dal concorso generale: solo il 61% delle graduatorie è stato definito e solamente 582 cattedre delle 1.685 messe a bando sono state coperte effettivamente (35%).

 

L’assenza dell’”Organico Covid”, un problema in più per le scuole

Ad aggravare una situazione non facile da gestire, sempre secondo i sindacati, ci sarebbe poi il “taglio” del cosiddetto organico Covid, ovvero quel personale di supporto nella gestione delle regole anti-contagio, fondamentale nell’ultimo biennio: “Per due anni la scuola ha avuto un organico aggiuntivo a prima di 80mila persone tra docenti e Ata, poi di 40mila, invece - lamenta Marcello Pacifico di Anief - quest’anno sembrerebbe che non ce ne sia bisogno, ma non è così”.

 

Un coro di protesta a cui si aggiunge anche la voce dei dirigenti scolastici: “È sicuramente un anno che affrontiamo con maggiore positività rispetto agli ultimi ma rimangono tanti problemi: mancano anche i dirigenti scolastici, i cui gli organici sono sottodimensionati per motivazioni economiche”, afferma Cristina Costarelli presidente Anp Lazio, secondo cui, si attende ancora la nomina di oltre 500 presidi in tutta Italia, 50 solo nella sua regione.

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