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Nell'Italia delle "classi pollaio" anche istituti con pochi studenti: uno su tre è una "piccola scuola"

Sono soprattutto nel Sud Italia ma sono ben rappresentate anche al Nord, in particolare in Lombardia e in Piemonte. Le frequentano circa 650mila alunni, in particolare nelle primarie, e la loro caratteristica sono le "pluriclassi"

Nell'Italia delle "classi pollaio" anche istituti con pochi studenti: uno su tre è una "piccola scuola"  - foto 1
Ansa

Nell’Italia delle classi sovraffollate esistono, all’opposto, anche scuole che a stento superano il centinaio di alunni.

E che in alcuni casi, per assemblare una classe, devono mettere insieme studenti di età diversa. Si chiamano tecnicamente “piccole scuole” e, numeri alle mano, non sono poi un oggetto così raro: rappresentano praticamente un terzo di tutte le istituzioni scolastiche e ospitano complessivamente 650mila alunni, dall’infanzia fino alle scuole medie. Come fa notare il portale Skuola.net, si tratta di asili monosezione oppure di scuole primarie con al massimo 125 iscritti totali o, ancora, di scuole medie fino a 75 alunni.

 

E non stiamo parlando di un fenomeno che riguarda o solamente le isole o i comuni di montagna, ma di un fatto comune in tutta nostra Penisola, con una certa prevalenza al Sud. Chiaramente sono più rare in comuni ad alto grado di urbanizzazione o in pianura e più frequenti in zone rurali o collinari e montuose.

 

I numeri più alti si registrano nella scuola primaria

Come evidenzia l’ultimo aggiornamento dell’Atlante delle piccole scuole d’Italia - la mappatura periodica svolta dall’Indire - ormai oltre unascuola elementare su 2 (7.435, il 50,6% del totale), quasi una scuola dell’infanzia su 5 (2.504, pari al 19%) e quasi una scuola secondaria di I grado sui 5 (1.688, il 23,3%) rientra in questa casistica. Che, sommate assieme, raggiungono il notevole numero di 11.627 plessi scolastici.

 

Volendo fare un discorso di più ampio respiro, osservando l’andamento nel tempo, si può affermare senza tema di smentita che ormai quello delle “piccole scuole” sia un fenomeno strutturale. L’incidenza delle scuole primarie, per dire, tra il 2015 e il 2018 si è attestata intorno al 45%, con una lieve flessione nel 2018-2019, quando scese al 41,9%, risalendo poi negli anni successivi, fino a raggiungere il già citato 50,6% attuale. Qualcosa di simile è avvenuto per le piccole scuole secondarie di primo grado, dove si è registrata una sostanziale stabilità negli anni, con un leggero calo nel 2018-2019 (anno in cui l’incidenza è passata dal 21,7% al 18,5%) e una risalita nel 2019-2020 e nel 2020-2021 quando, come visto, ha raggiunto il 23,3%.

 

Quanti studenti frequentano le "piccole scuole"

Percentuali importanti che, come anticipato, si traducono poi in un rilevante numero di studenti che frequentano le loro classi: ben 648.111. Si trovano, come facilmente intuibile, soprattutto alla primaria (529.757). Molti di meno, invece, si trovano negli asili (45.240) e nelle secondarie inferiori (73.144). Ma il dato più interessante è, specie nel caso delle scuole elementari, quello relativo al loro “peso” sull’intera popolazione scolastica. Gli iscritti alle “piccole scuole”, a dispetto del nome, sono oltre un quinto (22,4%) di tutti gli alunni italiani delle primarie. Numeri, questi, peraltro in sensibile crescita nel tempo: nell’anno 2015-2016 erano il 20,5% del totale.

 

Decisamente meno evidente, come prevedibile, l’incidenza di bambini e ragazzi nella scuola dell’infanzia e nella secondaria di I livello dove rappresentano, rispettivamente, il 5,4% e il 4,6% del totale. Con, anche qui, un aumento negli anni ma più contenuto: nel 2015-2016, ad esempio, alle scuole medie gli alunni delle “piccole scuole” erano il 4,4% del totale.

 

Il territorio fa la differenza

La situazione, però, varia parecchio a seconda della geografia. Essendoci dei territori che si prestano più di altri a veder sorgere questo tipo di strutture. Se si osservano, i dati riguardanti gli alunni delle piccole scuole dell’infanzia, le regioni con i valori maggiori sono Piemonte, Lombardia e Calabria; mentre la loro incidenza sul totale regionale degli alunni di primaria è più alta in Molise (12,5%), Calabria (11,5%) e Abruzzo (10,2%). Gli studenti delle piccole scuole primarie si distribuiscono maggiormente in Lombardia (12,7%), Veneto (11,0%) e Campania (9,6%); ma la loro incidenza sul totale regionale degli alunni di primaria è più alta in Calabria (41,5%), Basilicata (38,5%) e Molise (36,5%). Considerando, invece, gli alunni delle piccole scuole secondarie di I grado, si nota come si distribuiscono maggiormente in Calabria (12,4%), Campania (11,7%) e Sardegna (9,2%) e che la loro incidenza sul totale regionale è maggiore in Molise (26,9%), Basilicata (19,3%) e Calabria (17,3%).

 

Oltre mille classi ospitano alunni di età differenti

Un aspetto che, infine, caratterizza da sempre le “piccole scuole”, in particolare quelle con un numero di iscritti particolarmente basso, è la questione delle “pluriclassi”. Per le scuole dei comuni montani, delle piccole isole e delle aree abitate da minoranze linguistiche la normativa prevede infatti, in presenza di un numero insufficiente di studenti per formare una classe a sé stante, la possibilità di costituire aule con bambini e ragazzi di anni di corso diversi - da un minimo di 8 a un massimo di 18 alunni - accorpandoli assieme.

 

Ebbene, secondo i dati riferiti al 2020/21, gli istituti con una o più pluriclassi sono 1.325, pari al 14,5% del totale delle piccole scuole (primarie e secondarie di I grado), per un totale di 25.706 studenti coinvolti. Nel dettaglio, tale specificità riguarda prevalentemente le scuole primarie: sono infatti 1.165 quelle che hanno almeno una pluriclasse, contro le appena 160 delle secondarie di I grado. Ma, considerando che spesso i piccoli plessi delle scuole primarie ne contano più di una, alla fine ne risultano quasi 2mila (1.949). Un fenomeno, questo, che è diffuso su tutto il territorio nazionale, anche se con picchi in Piemonte, Calabria e Lombardia.

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