Il portale Skuola.net ha tracciato il profilo dell’universitario tipo che studia lontano da casa. Che attualmente è costretto a spendere mediamente quasi 450 euro al mese per l’alloggio. Sempre che riesca a trovarlo
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L’identikit dell’universitario fuorisede medio? Innanzitutto in affanno per la ricerca di una casa, visto che il 40% di questa tipologia di studente, se è al primo anno di corso, deve ancora trovare una soluzione abitativa definitiva.
E quando l’alloggio si trova, lo schema più diffuso prevede un appartamento privato condiviso con almeno due inquilini, ma in una stanza singola. Non mancano, però, casi di stanze condivise in appartamenti in overbooking e di offerte d’affitto fuori mercato o riservate a categorie ben specificate dal proprietario: chi è maschio, iscritto a facoltà “creative” e magari di origini un po’ troppo “esotiche” rispetto al luogo di destinazione, si prepari a essere considerati un “cattivo” inquilino.
È quanto emerge da un’indagine condotta da Skuola.net, che fotografa le condizioni abitative degli studenti su un campione di circa 500 giovani che quest’anno frequenteranno l’università lontani dal loro comune di residenza. E ne restituisce un quadro fatto di vincoli economici e canoni abitativi crescenti, con una spesa che, volendo fare un discorso generale, sfiora i 500 euro.
Quanto spende in media un fuorisede per l'alloggio
Il costo medio per un affitto - registrato dal portale studentesco - continua a salire, attestandosi nel 2025 a 446,50 euro, in lieve aumento rispetto ai 435,50 euro del 2024. Si tratta di una crescita in linea con l’andamento dell’inflazione e che, purtroppo, risente di forti oscillazioni: perché se è vero che in alcune città universitarie il best seller, ovvero ‘la singola’, si può avere a cifre ben inferiori, è altrettanto vero che in contesti come Milano, Bologna e Roma si supera di slancio questa soglia.
Proprio il costo è lo scoglio principale da affrontare per chi è ancora alla ricerca di un tetto sopra la testa: il 52% lamenta, infatti, affitti troppo alti uniti alla difficoltà di individuare qualcosa di davvero sostenibile; il 32% parla invece di un’offerta deludente, con case in cattive condizioni o situazioni abitative poco accoglienti; infine, il 16% ammette semplicemente di essersi mosso in ritardo e quindi di essere ancora in cerca.
La coabitazione è quasi una scelta obbligata
La soluzione più gettonata? Come detto, rimane la stanza o il posto letto all’interno di una casa condivisa con altri coinquilini: così per il 45% degli studenti fuorisede. Questo spiega perché la loro vita sia spesso dura e perché continuerà a esserlo anche dopo il PNRR: 360.000 gli studenti italiani in questa condizione che dovevano contare su appena 40 mila posti letto negli studentati e che, auspicabilmente, a fine 2026 supereranno quota 100 mila.
Attualmente, solo il 17% ha scelto (o trovato) uno studentato universitario, mentre solo il 18% può permettersi un appartamento tutto per sé. In misura minore, c’è chi opta per collegi privati (9%) o si sistema da parenti e amici (11%).
La condivisione, però, in molti casi è più una necessità che una scelta. Così, nel 41% dei casi, l’appartamento è diviso al massimo con due persone, nel 43% con tre o più. Solo il 16%, comunque, riesce a vivere con un solo coinquilino.
Nella stanza da letto meglio niente coinquilini
Sul fronte stanza da letto, invece, la “singola” è il rifugio più ambito e selezionato: 6 studenti su 10 hanno optato per una stanza da non condividere (almeno quella) con nessuno, per un piccolo lusso che resta anche uno dei principali fattori di spesa. Ma c’è anche chi non è così fortunato: il 12% di coloro che vivono in appartamento si sono “accomodati” (si fa per dire) in un doppia o addirittura in una tripla.
Quanto costa tutto ciò? Come già accennato, la spesa media mensile per l’affitto nel 2025 si attesta a 446,50 euro: circa il 40% dei fuorisede spende tra 200 e 400 euro, un quarto (25%) sale a 400-600 euro, mentre circa 1 su 6 supera quota 600 euro.
E se un buon 7% dichiara di spendere persino oltre gli 800 euro, di contro, solo 1 su 10 riesce a restare sotto i 200 una cifra oggi sempre più rara nelle grandi città universitarie. Su questo fronte, infatti, il luogo in cui si studia fa tutta la differenza del mondo.
A coprire i costi, nel 38% dei casi, ci pensano interamente i genitori, mentre un altro 20% riceve un contributo parziale da casa. Appena il 21% riesce a farcela con un lavoro, il 10% grazie a una borsa di studio.
Le caratteristiche che guidano nella scelta della casa
E quando le condizioni economiche sono più favorevoli, si guarda a dettagli che rendono la quotidianità più vivibile. In cima alle priorità c’è la vicinanza all’università (34%), seguita dal prezzo dell’affitto (23%) e dalla sicurezza della zona (8%).
Ma contano anche elementi più pratici: le condizioni strutturali dell’abitazione e la compatibilità con i coinquilini (entrambi in cima alla classifica per il 10%), segno che anche la qualità degli spazi e dell’ambiente umano hanno il loro peso.
Più marginali, invece, la cura dell’arredo (7%), la presenza di servizi e attrazioni nel quartiere (3%) o il tipo di contratto (3%), mentre ampiezza e pulizia della stanza restano una priorità assoluta solo per pochi.
A corredo, è importante che sia tutto in regola: la pensa così il 92% degli intervistati, per cui il contratto d’affitto è una delle prerogative di base nella ricerca dell’alloggio.
Annunci online e agenzie restano il canale primario di ricerca
I canali di ricerca più battuti? Al primo posto ci sono i siti di annunci online (37%) e le agenzie immobiliari (34%). Più ridotto, invece, il ruolo delle bacheche universitarie (6%) e dei servizi alloggi offerti dagli atenei (5%). C’è poi un 18% di studenti che si affida al passaparola, ancora oggi una delle strategie più efficaci per trovare una sistemazione.
A rendere la ricerca ancora più complicata c’è, infine, la selezione implicita e spesso arbitraria dei proprietari di casa che continuano a ragionare in base ad alcuni stereotipi secondo cui una donna, iscritta a una facoltà “seria” e proveniente da dietro casa sia la migliore garanzia di affidabilità nei pagamenti e di una buona capacità di conservazione dell’immobile.
Quasi otto studenti su dieci affermano di essersi imbattuti in annunci con richieste discriminatorie. Non a caso, il 49% ha trovato offerte “solo per ragazze”, il 14% “solo per persone di determinate zone d’Italia”, e il 7% “solo per iscritti a certe università o facoltà”.